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.ISCRIZIONI
all'ASDU SEMPRE APERTE - NESSUNA SPESA DI ISCRIZIONE |
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Registrata al Pubblico Registro dell'Agenzia Entrate, il 22
maggio 2015, n. 91379200370
ASDU - Associazione Scientifica Docenti
Sede in Bologna, Via Titta Ruffo, 7
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Soci
Fondatori: Alberto Corlaita, Anna Maria Dipietra, Carlo Cencini, Carlo Emanuele
Gessa, Fabrizio Bolletta, Federico Licastro, Francesco Mainardi,Francesco Zaccanti, Franco
Frabboni, Giampietro Minelli, Gianni Porzi, Giannino Praitoni, Giorgio Dragoni, Giorgio
Cantelli Forti, Giovanni Venturi, Giulio Ghetti, Gualtiero Calboli, Mauro Fabrizio, Nino
Luciani, Paolo Pupillo, Giovanni Pallotti, Pierluigi Papini, Stefano Mignani, Vittorio
Tomasi, Walter Tega. |
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ASDU - RIUNIONE SCIENTIFICA - 25 NOV. 2024 |
Federico Licastro
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Federico Licastro, LA DEMENZA
SENILE*
* Professore di IMMUNOLOGIA nella Università di Bologna |
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Ho scritto questo libro sulla malattia di
Alzheimer a conclusione di una proficua carriera accademica dedicata alla ricerca
biomedica avendo avuto la fortuna e il piacere di coordinare un gruppo di ricerca a
Bologna. Il libro presenta i principali aspetti epidemiologici e clinici della malattia di
Alzheimer e do anche una risposta al perché nonostante decine di anni di intensa ricerca
clinica non sia disponibile una terapia standard efficace. Sfortunatamente la percezione
generale che circonda la malattia è ancora negativa e la nozione che la demenza Alzheimer
sia una malattia incurabile domina non solo fra il pubblico, ma anche in ambiente medico.
Oggi però la situazione è sostanzialmente cambiata. La situazione sta rapidamente
evolvendo e stiamo raggiungendo la comprensione delle molteplici cause della malattia.
Grazie anche ai nostri studi, presentati in questo libro, si è contribuito a identificare
alcune cause della malattia di Alzheimer; quindi, ho elaborato una strategia di
prevenzione e di terapia personalizzata per la malattia basata sugli studi fatti presso
l'Università di Bologna. Descrivo i risultati e la bibliografia internazionale a sostegno
di una delle cause dalla malattia: l'origine infettiva della malattia. |
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Ma vi sono anche altri fattori di rischio per la
demenza che si possono modificare e quindi attuare la prevenzione della malattia. Presento
e commento i principali studi internazionali focalizzati sulla prevenzione della malattia
e che rafforzano la proposta di prevenzione personalizzata attuabile con la carta del
rischio per il decadimento cognitivo messa a punto a Bologna e presentata nel libro. Oggi
è possibile prevenire la malattia in modo scientificamente corretto, basandosi sulla
personalizzazione degli interventi preventivi. E' possibile anche applicare terapie mirate
nei pazienti con la malattia negli stadi iniziali con lo scopo di rallentare il
decadimento cognitivo e ritardare la comparsa degli aspetti più deleteri della malattia.
Con questo mio contributo vorrei trasmettere una nota di ottimismo pragmatico che spero
contagi il lettore sia esso profano che medico. Protagonisti di questa rivoluzione
copernicana fondata sulla prevenzione personalizzata potranno essere tutte le persone
interessate a conservare il proprio stato di salute e i medici di medicina generale che
potranno impadronirsi degli strumenti della medicina personalizzata per attuare una
innovativa medicina territoriale. |
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ASDU - RETTORATO : COMUNICATO 1 marzo
2024
Riunione in Rettorato, Bologna, 1 marzo 2024, Via
Zamboni 33 |
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PARTECIPANTI: Per il Rettore: Pro-RETTRICE : SIMONA TONDELLI
Per l'ASDU: NINO LUCIANI, MAURO FABRIZIO, GIOVANNI VENTURI, LAURA MAZZANTI, LUISA
BRUNORI
PREMESSA.
Riepilogo, per punti, degli argomenti trattati:
1.
ALUMNI: liscrizione è
personale e gratuita, e dà la possibilità di esporre il proprio cv, oltre che di entrare
in contatto con una vasta comunità. Ho parlato con la prof.ssa Fabbri che si è già
messa in contatto con chi cura il sito per capire come dare evidenza alla nuova categoria
dei Professores Seniores che sarà visibile online; ho anche
chiesto di valutare come riportare una breve descrizione che evidenzi il fatto che si
tratta di professori impegnati nella ricerca. A seguire (non immediatamente) si farà una
modifica di Statuto per recepire questa e altre modifiche (es. ad oggi non ci sono i
professori di ruolo che non sono laureati a Bologna, andrà aggiunta anche questa
categoria). Non so dirvi i tempi, ma ci sono varie cose da sistemare quindi immagino che
nel giro di un anno si procederà. In ogni caso, come ci siamo detti, limportante è
avere subito la visibilità sul sito. Potete iscrivervi fin da ora perché il sistema
terrà traccia della categoria di appartenenza e, appena la modifica sul sito sarà
operativa, vi visualizzerà sotto la corretta categoria.
2.
EMAIL: sempre attiva se usata
almeno ogni 6 mesi; se passano più di 6 mesi si può chiedere di riattivarla
3.
ALMAWIFI: accessibile solo dai
luoghi dellAteneo, quindi si può attivare solo per chi è autorizzato a fare
ricerca in Ateneo. Il professore cessato non ha titolo giuridico alluso degli spazi
di Ateneo, che però si può recuperare la possibilità attraverso laccreditamento.
Il servizio permette alle strutture universitarie di fornire a collaboratori e ospiti
dell'Ateneo le credenziali istituzionali per l'accesso temporaneo ad alcune delle risorse
informatiche dell'Università. La richiesta può essere fatta dal personale in ruolo
(qualunque ricercatore o professore). Al di là delluso del WIFI, questo passaggio
è fondamentale perché garantisce la mappatura delle persone che utilizzano gli spazi
dellAteneo per motivi di studio e ricerca.
4.
EDUROAM: funziona con lo stesso
principio di ALMAWIFI, quindi occorre che le credenziali siano abilitate al WIFI di Ateneo
5.
RISORSE ELETTRONICHE: Le
condizioni di accessibilità delle risorse elettroniche acquisite dall'Ateneo sono
determinate dai contratti, locali e nazionali, e sono frutto di complesse negoziazioni con
gli editori. L'Ateneo di Bologna è stato il primo in Italia a porre sul piano negoziale
la possibilità di accesso anche per i pensionati (oltre che agli Alumni); tanto e vero
che, per un numero sempre più elevato di risorse, questo è possibile anche da remoto:
https://sba.unibo.it/it/almare/servizi-e-strumenti-almare/estensione-accesso/alumni-pensionati
Per alcune banche dati purtroppo gli editori pongono condizioni
particolarmente restrittive. La negoziazione nazionale in genere prevede comunque la
possibilità di accesso a partire dalle sedi delle biblioteche. Laccreditamento come
collaboratore esterno permette di attivare le credenziali anche per l'accesso da remoto
alle risorse elettroniche acquisite dall'Ateneo.
P.S.- ASSENTE la prof.ssa Paola Fabbri, per maggiori impegni. |
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RIUNIONI
SCIENTIFICHE
IN COLLEGAMENTO DA REMOTO, VIA ZOOM, IL 27 OTTOBRE 2022 |
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Il 27 ottobre 2022 ha avuto luogo
(in collegamento da remoto, via ZOOM) la riunione annuale dei soci, aperta a tutti i
docenti in quiescenza.
Il prof. Gualtiero Calboli (esperto di grammatica greca e latina,
di letteratura latina e di retorica greca e romana, di lingue indo-europee, linguistica
indo-germanistica e moderna, Terenzio, Catone,
Aristotele, Cicerone, Orazio, Virgilio, Tacito, Pinio il giovane) ha informato i presenti
su una sua ricerca su Ammiano Marcellino, storico del IV sec.
AMMIANO ( alto Ufficiale, dei servizi speciali dell'Impero
romano) compì imprese difficili, pericolose, di grande rilevanza, grande Ufficiale che
avrebbe potuto diventare Imperatore come il
suo pari-grado Valentiniano I. |
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hhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh
ASDU -
ASSOCIAZONE SCIENTIFICA DOCENTI UNIVERSITARI
Relazione di Federico Licastro sulla "demenza senile"
RIUNIONE ASDU, 25 NOVEMBRE 2024
ASDU -
ASSOCIAZONE SCIENTIFICA DOCENTI UNIVERSITARI
Relazione di Aldopaolo Palarati sulle modalità di "identificazione" delle
persone in internet
RIUNIONE ASDU, 3 MAGGIO 2024
Aldopaolo Palareti
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Aldopaolo Palareti, La " IDENTITY " in informatica |
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La "Identity" è il sistema di gestione delle identità
delle persone in una organizzazione complessa.
Attività
principali: Gestisce l'autenticazione e l'autorizzazione
Autenticazione:
Individua lutente.
Modalità (classiche) di autenticazionequalcosa che si sa (esempi:
password, pass phrase, PIN) qualcosa che si è (metodi biometrici, per esempio
limpronta digitale) qualcosa che si ha (badge con certificato, token, SIM del
cellulare)
Si può usare solo uno dei metodi descritti (autenticazione a un fattore)
o, per maggior sicurezza, usarne due contemporaneamente (autenticazione a due fattori).
Per esempio, richiesta di nome utente e password (fattore 1, qualcosa che si sa) e
impronta digitale su un cellulare (fattore 2, qualcosa che si è)
Individuazione univoca di un dispositivo
Un dispositivo può essere individuato automaticamente tramite
certificati digitali. Sono sequenze di cifre esadecimali (a base sedici invece che a base
dieci) integrate da informazioni che sono univoche e non possono essere duplicate. I
certificati digitali usano tecniche di crittografia e i sistemi a chiave pubblica e
privata.
La chiave privata è un codice presente sul dispositivo (ogni dispositivo
lo genera autonomamente in maniera casuale) che non può essere letto al di fuori, e serve
per produrre il certificato in modo univoco; la chiave pubblica è un codice derivato
dalla chiave privata che permette di verificare che il certificato sia stato generato
effettivamente dal dispositivo. Lassociazione tra i dispositivi e le relative chiavi
pubbliche è garantita da enti certificatori, che si garantiscono luno con
laltro per aumentare la sicurezza.
Dato che la chiave privata è ignota al di fuori del dispositivo, è
pressoché impossibile falsificare un certificato che superi il controllo della chiave
pubblica. Vengono infatti usate tecniche crittografiche definite dagli esperti del
settore, che richiedono parecchi anni (o secoli, o millenni) di calcoli per essere
decifrate. Questo comunque fa sì che i certificati abbiano una scadenza e debbano essere
periodicamente aggiornati-
Evoluzione dei
sistemi per lautenticazione
Attualmente si sta passando da sistemi gestiti in casa tramite database a
sistemi basati su reti di organizzazione e metodologie condivise, che garantiscono una
maggiore protezione dei dati. Per esempio, si cerca di ridurre luso della password e
passare a OATH (Initiative for Open Authentication) e FIDO (Fast IDentity Online;
tra i membri Amazon, Apple, Google, Intel, Microsoft, banche che emettono carte di credito
e PayPal, entità governative), in associazione con W3C (il consorzio per la definizione
degli standard del Web, da non confondersi con IETF, lorganismo che si occupa degli
standard di Internet).
Lidea di base di FIDO è che le password non sono abbastanza sicure,
per cui è pericoloso usarle direttamente. Invece di una password che deve essere
trasmessa su Internet, è preferibile usare un PIN o un sensore biometrico, legati al
dispositivo che si usa e che rimangono locali e sono quindi molto difficili da
intercettare. Il dispositivo a quel punto identifica il proprietario, e per identificarsi
utilizza certificati che, come detto, sono molto più difficili da falsificare.
In un sistema complesso si hanno server appositi per l'autenticazione
(Kerberos)
Privacy
Una piccola nota per la privacy; ci sono vari tipi di dati che coinvolgono
la privacy:
- dati personali: che possono essere associati alla persona; esempi:
- nome utente, password, pin;
- dati anagrafici: nome, cognome, luogo e data di nascita, sesso, CF;
- dati bancari; dispositivi in proprietà; identificazione su Internet
(indirizzo IP);
- dati sensibili: sono i dati personali che vanno protetti in maniera specifica a norma
di legge (si noti che luso della terminologia dati sensibili è diffusa
nelluso tecnico per accorpare vari tipi di dati, ma non è esplicitamente presente
nella legge, che li elenca esplicitamente); esempi:
- dati biometrici;
- dati sanitari;
- affiliazioni politiche e sindacali;
- dati giudiziari.
I dati personali vanno protetti da accessi indesiderati con metodologie a
regola darte; i dati sensibili devono essere cifrati in modo che, se ottenuti
illegalmente, non siano riconoscibili.
Inoltre, per tutti questi dati deve essere richiesta lautorizzazione
dellutente, che ha sempre il diritto di rifiutarla, eventualmente perdendo in alcuni
casi la possibilità di usufruire del servizio (per esempio, se uno studente chiede di
cancellare i suoi dati anagrafici, viene persa la sua carriera accademica). Si noti che
lautorizzazione è necessaria indipendentemente dalluso di sistemi
informatici, per esempio andrebbe chiesta per conservare nella propria rubrica cartacea un
numero di telefono (non ci si deve preoccupare: se lo chiedete alla persona e ve lo dà,
lautorizzazione è implicita; se lo si chiede a terzi invece è un comportamento
irregolare). Fanno eccezione alcuni servizi definiti dalla legge per cui non è necessario
chiedere lautorizzazione: gli esempi tipici sono lo Stato civile e lAnagrafe
comunale.
Il sistema dellIdentity dellUniversità di Bologna
Il seguente grafico descrive il flusso dei dati anagrafici e di identity
nellAteneo:
| Database Unico (dati anagrafici di tutte le persone coinvolte) |
| Database del personale (circa 7000 dipendenti, più dottorandi, specializzandi, personale
autorizzato di enti esterni) |
| Database degli studenti (iscritti 70-90 mila; cessati oltre 500 mila) |
| DSA (Directory Service di Ateneo) database di integrazione dei dati ai fini
dellautenticazione (personale attivo, accreditati, esterni, studenti iscritti, studenti
cessati, preimmatricolati) |
| Directory per la gestione dellautenticazione e delle autorizzazioni e di tutte le
risorse informatiche, su server (domain controller) dellAteneo; la directory è
divisa in più parti: |
| un sistema di root (dsa.unibo.it) da cui dipendono le altre componenti |
| un sistema per le autorizzazioni del personale (personale.dsa.unibo.it) |
| un sistema per le autorizzazioni del personale (studenti.dsa.unibo.it) |
| alcuni domini aggiuntivi per scopi specializzati. |
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| CIP (Controllo informatico delle presenze), directory specializzata per la gestione dei
sistemi di entrata e uscita: accesso ai parcheggi, agli edifici, alle biblioteche, ai laboratori. |
| Internet, esportazione dei dati della directory su Internet, per la gestione della posta
elettronica e delle autorizzazioni allaccesso ai siti web dellAteneo. |
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I database sono su server dellAteneo, al CeSIA e duplicati su servizi
esterni di data recovery. Ne viene inoltre gestito il backup giornaliero. La gestione è
interna.
La directory, oltre a integrare i dati degli utenti, mantiene le informazioni sui
computer e sulle risorse informatiche dellAteneo; viene utilizzata anche per convalidare
laccesso ai siti web dellAteneo. I domain controller sono tutti duplicati (e con
backup) per maggiore sicurezza dei dati. La gestione è interna.
CIP mantiene le informazioni sui sistemi di accesso, come per esempio le porte ad
apertura con badge e le barriere di accesso ai parcheggi. La gestione è interna.
Il servizio su Internet è gestito da un fornitore esterno specializzato (Microsoft) che rende
disponibili varie risorse, tra cui la posta elettronica, Office, One Drive, Share Point, su server
distribuiti di propria proprietà con la garanzia che siano unicamente allinterno
dellEU (per rispettare il GDPR).
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NOTA STORICA SULL' ASDU
1.- L' ASDU fondata nel 2015, su iniziativa di alcuni docenti in pensione
dell'Ateneo, con proprio Statuto ai sensi dell'Art. 36 del codice civile, e registrata
alla AGENZIA DELLE ENTRATE di Bologna con Codice Fiscale.
L' Ateneo, in analogia con l'Associazione degli Emeriti, in quanto "pensionati
dell'Ateneo (fermo lo stato a loro riconosciuto dalla legge in relazione ai
"meriti" pregressi) ne riconobbe lo Statuto ed assegnò all'ASDU una pagina sul
Portale dell' Ateneo, che è pubblico e tutti possono vedere: https://www.unibo.it/it/ateneo/chi-siamo/associazione-scientifica-docenti-universitari-asdu
.
2.- La caratteristica della Associazione è la volontà dei soci di continuare il legame
scientico con l'Ateneo sotto il profilo della continuità della ricerca scientifica, da
esterno, senza un contratti, sia nell'interesse personale dei soci, sia dell' Ateneo sotto
il profilo del punteggio scientifico, qualora il pensionato produca risultati scientifici
e li comunichi agli appositi enti internazionali di acquisizione.
3.- Valga riprodurre qui 'art. 2 dello Statuto:
Nel corso degli anni l' ASDU ha tenuto vari incontri presso l'Accademia delle Scienze, e
qui è traccia, nel seguito di questa pagina.
4.- Nel corso del tempo, erano rimaste sospese con l'Ateneo alcune questoni attinenti la
possibile fruizione di alcuni servizi dell' Ateneo, attinenti lo svolgimento della ricerca
e il titolo riconosciuto al socio dell'Asdu.
Considerato che l'Ufficio Pensioni aveva configurato il socio dell'ASDU come un pensionato
e che l'Emerito (pure pensionato) ha il titolo di "professor emeritus", la
scelta del titolo del socio ASDU è risultata quella di "professor senior".
Considerata, poi, l'idea di affiancare i "giovani"(alumni almae matris) con i
"pensionati" sono adesso in corso dei colloqui tra l'ASDU e la ASSOCIAZIONE
DEGLI ALUMNI, una configurazione unitaria delle rispettive attività.
Qui si seguito si può trovare il verbale redatto dalla Prof.ssa Simona TONDELLI,
Pro-RETTRICE VICARIA dell'Ateneo, su specifico mandato del RETTORE. |
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ASDU - RETTORATO : COMUNICATO 1 marzo
2024
Riunione in Rettorato, Bologna, 1 marzo 2024, Via
Zamboni 33 |
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PARTECIPANTI: Per il Rettore: Pro-RETTRICE : SIMONA TONDELLI
Per l'ASDU: NINO LUCIANI, MAURO FABRIZIO, GIOVANNI VENTURI, LAURA MAZZANTI, LUISA
BRUNORI
PREMESSA.
Riepilogo, per punti, degli argomenti trattati:
1.
ALUMNI: liscrizione è
personale e gratuita, e dà la possibilità di esporre il proprio cv, oltre che di entrare
in contatto con una vasta comunità. Ho parlato con la prof.ssa Fabbri che si è già
messa in contatto con chi cura il sito per capire come dare evidenza alla nuova categoria
dei Professores Seniores che sarà visibile online; ho anche
chiesto di valutare come riportare una breve descrizione che evidenzi il fatto che si
tratta di professori impegnati nella ricerca. A seguire (non immediatamente) si farà una
modifica di Statuto per recepire questa e altre modifiche (es. ad oggi non ci sono i
professori di ruolo che non sono laureati a Bologna, andrà aggiunta anche questa
categoria). Non so dirvi i tempi, ma ci sono varie cose da sistemare quindi immagino che
nel giro di un anno si procederà. In ogni caso, come ci siamo detti, limportante è
avere subito la visibilità sul sito. Potete iscrivervi fin da ora perché il sistema
terrà traccia della categoria di appartenenza e, appena la modifica sul sito sarà
operativa, vi visualizzerà sotto la corretta categoria.
2.
EMAIL: sempre attiva se usata
almeno ogni 6 mesi; se passano più di 6 mesi si può chiedere di riattivarla
3.
ALMAWIFI: accessibile solo dai
luoghi dellAteneo, quindi si può attivare solo per chi è autorizzato a fare
ricerca in Ateneo. Il professore cessato non ha titolo giuridico alluso degli spazi
di Ateneo, che però si può recuperare la possibilità attraverso laccreditamento.
Il servizio permette alle strutture universitarie di fornire a collaboratori e ospiti
dell'Ateneo le credenziali istituzionali per l'accesso temporaneo ad alcune delle risorse
informatiche dell'Università. La richiesta può essere fatta dal personale in ruolo
(qualunque ricercatore o professore). Al di là delluso del WIFI, questo passaggio
è fondamentale perché garantisce la mappatura delle persone che utilizzano gli spazi
dellAteneo per motivi di studio e ricerca.
4.
EDUROAM: funziona con lo stesso
principio di ALMAWIFI, quindi occorre che le credenziali siano abilitate al WIFI di Ateneo
5.
RISORSE ELETTRONICHE: Le
condizioni di accessibilità delle risorse elettroniche acquisite dall'Ateneo sono
determinate dai contratti, locali e nazionali, e sono frutto di complesse negoziazioni con
gli editori. L'Ateneo di Bologna è stato il primo in Italia a porre sul piano negoziale
la possibilità di accesso anche per i pensionati (oltre che agli Alumni); tanto e vero
che, per un numero sempre più elevato di risorse, questo è possibile anche da remoto:
https://sba.unibo.it/it/almare/servizi-e-strumenti-almare/estensione-accesso/alumni-pensionati
Per alcune banche dati purtroppo gli editori pongono condizioni
particolarmente restrittive. La negoziazione nazionale in genere prevede comunque la
possibilità di accesso a partire dalle sedi delle biblioteche. Laccreditamento come
collaboratore esterno permette di attivare le credenziali anche per l'accesso da remoto
alle risorse elettroniche acquisite dall'Ateneo.
P.S.- ASSENTE la prof.ssa Paola Fabbri, per maggiori impegni. |
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RIUNIONI
SCIENTIFICHE
IN COLLEGAMENTO DA REMOTO, VIA ZOOM, IL 27 OTTOBRE 2022 |
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Il 27 ottobre 2022 ha avuto luogo
(in collegamento da remoto, via ZOOM) la riunione annuale dei soci, aperta a tutti i
docenti in quiescenza.
Il prof. Gualtiero Calboli (esperto di grammatica greca e latina,
di letteratura latina e di retorica greca e romana, di lingue indo-europee, linguistica
indo-germanistica e moderna, Terenzio, Catone,
Aristotele, Cicerone, Orazio, Virgilio, Tacito, Pinio il giovane) ha informato i presenti
su una sua ricerca su Ammiano Marcellino, storico del IV sec.
AMMIANO ( alto Ufficiale, dei servizi speciali dell'Impero
romano) compì imprese difficili, pericolose, di grande rilevanza, grande Ufficiale che
avrebbe potuto diventare Imperatore come il
suo pari-grado Valentiniano I. |
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ltiero Calboli |
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.Gualtiero
Calboli , AMMIANO MARCELLINO ( IV d.C.) |
* Il prof. G. Calboli è professore emerito della Università di Bologna (anche
socio fondatore dell'ASDU)
Già prodessore ordinario di Lingua e Letteratura latina.
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Gualtiero Calboli
PUBBLICAZIONI DI GUALTIERO CALBOLI.
Calboli G., Le declamazioni tra retorica, diritto, letteratura e
logica, in: Papers on Rhetoric VIII, Declamation, ROMA, Herder, 2007, pp. 29 - 56
(Papers on Rhetoric) [capitolo di libro]
Calboli G., L'eros nelle declamazioni latine (una pozione di
contro-amore), «RILUNE», 2007, 7, pp. 1 - 25 [articolo]
Calboli G., Lettera Prefatoria di Gualtiero Calboli al Lettore,
in: ILARIA TORZI, Cum ratione mutatio, Procedimenti stilistici e grammatica semantica,
ROMA, Herder, 2007, pp. ix - xi (Papers on Rhetoric, Monographs) [capitolo di libro]
Calboli G., "Encore une fois sur les Tablettes de
Murécine", Latin vulgaire-Latin tardif VII. Actes du VIIème Colloque international
sur le latin vulgaire et tardif, Séville, 2-6 septembre 2003 (editées par C. Arias
Abellán), Universidad de Sevilla, pp. 155-168, in: Latin Vulgaire-Latin tardif
VII, SEVILLA, Universidad de Sevilla, 2006, VII, pp. 155 - 168 (atti di: VII congrès sur
le latin vulgaire et tardif, Sevilla, 2-6 sett. 2003) [Contributo in Atti di convegno]
Calboli G., Il Latino nella Facoltà di Magistero, in: Da
Magistero a Scienze della formazione, Cinquant'anni di una Facoltà innovativa dell'Ateneo
bolognese, BOLOGNA, Clueb, 2006, pp. 521 - 528 [capitolo di libro]
Calboli G., In ricordo di: Elio Pasoli, in: Da Magistero a
Scienze della formazione, Cinquant'anni di una Facoltà innovativa dell'Ateneo bolognese,
BOLOGNA, Clueb, 2006, pp. 549 - 552 [capitolo di libro]
G.Calboli, "L'emploi de la proposition relative dans les textes
juridiques latins", in: Latin et langues techniques, PARIS, Presses de
l'Université de Paris-Sorbonne (PUPS), 2006, pp. 233 - 250 (Lingua Latina) [capitolo di
libro]
Calboli G., Quelques remarques sur la langue de la Mulomedicina
Chironis, in: La médicine vétérinaire antique, Actes du colloque
international de Brest, 9-11 septembre 2004, Presses universitaires de Rennes, RENNES,
Presses universitaires de Rennes, 2006, pp. 209 - 224 (atti di: La médicine vétérinaire
antique, Colloque international de Brest, 9-11 septembre 2004, Brest, 9-11 septembre)
[Contributo in Atti di convegno]
Calboli G., Recensione a: Recensione a: Nicola Hoemke, Gesetzt den Fall, ein Geist
erscheint. Komposition und Motivik der ps.-quintilianischen Declamationes maiores X, XIV
und XV, Heidelberg, Winter 2002., «GNOMON», 2006, 78, 2006, pp. 507 - 514
[recensione]
Calboli G., "The Metaphor after Aristotle", in:
Influences on Peripatetic Rhetoric, LEIDEN, E.J.Brill, 2006, pp. 123 - 150 [capitolo di
libro]
G. Calboli, Démonstration et exemple, in: ,
2005, 69, pp. 59 - 71 (atti di: La démonstration, congresso a cui hanno partecipati
studiosi francesi, italiani, tedeschi, belgi, olandesi, inglesi, spagnoli. Tutte le
relazioni hanno dato luogo a una discussione approfondita., Toulouse, novembre 2004)
[Contributo in Atti di convegno]
CALBOLI G., "Enrichment and Simplification in Latin Syntax (the
Development of the Optative and the Subjunctive)", in: CALBOLI G.,
"Latina Lingua", Proceedings of the Twelfth International Colloquium on Latin
Linguistics, ROMA, Herder, 2005, pp. 509 - 519 (Papers on Grammar) [capitolo di libro]
Calboli G., "Horace et la comédie romaine (à propos de 'carm.'
4,7,19-20)", «ARCTOS», 2005, 39, pp. 25 - 41 [articolo]
CALBOLI G., "La composition avec le préfixe privatif 'in-' chez
Horace et le poètes de son temps", in: MOUSSY; C., Lingua Latina, La
composition et la préverbation en latin, PARIS, PUPS (Presses de l'Université de
Paris-Sorbonne), 2005, pp. 71 - 87 (Lingua Latina, Recherches linguistiques du Centre
Alfred Ernout) [capitolo di libro]
CALBOLI G., La metafora tra Aristotele e Cicerone, e oltre,
in: ANNA MARIA LORUSSO, Metafora e Conoscenza, MILANO, Bompiani, 2005, pp. 87 - 118
[capitolo di libro] |
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LA STORIA DI AMMIANO MARCELLINO
ABSTRACT
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Ammiano Marcellino nacque ad Antiochia verso il 332 e
finì la sua vita a Roma, alla fine del IV sec., non conosciamo la sua data di morte. Di
una famiglia abbiente (ingenuus chiama se stesso in 19,8,6) militò in un corpo di élite,
fu protector domesticus, e prese parte attiva ad avvenimenti importanti: accompagnò con
nove compagni (tribuni e protectores domestici) Ursicino a Colonia, dove proditoriamente
eliminarono lusurpatore Silvano, eletto
Imperatore dai soldati delle Gallie, partecipò da assediato e specialista di balestre,
catapulte e scorpiones (lartiglieria del tempo) alla difesa della città di Amida,
investita dai Persiani di Shiapur II, partecipò alla spedizione condotta contro la Persia
dallimperatore Giuliano, assistette alla sua uccisione da parte di un ausiliario
della cavalleria Romnana, Arabo cristiano. Si ritirò a Roma, dove finì la sua Storia
(Rerum Gestarum libri). Questa Storia era in 31 libri, uno di più dei libri di Tacito (16
Annales e 14 Historiae). In essa Ammianò narrò gli avvenimenti dallimpero di Nerva
(96 d.C.) alla battaglia di Adrianopoli (378 d.C.) in cui i Romani furono sconfitti dai
Visigoti e morì lImperatore dOriente Valente in una casa incendiata dai Goti.
A noi sono giunti solo i libri dal quattordici al 31, nei quali ha raccontato gli
avvenimenti dei 25 anni da lui vissuti
(353-378), quindi gli anni degli Imperatori Costanzo II (Imp. ass,), Giuliano (Imp. ass.),
Valentiniano I (imp.dOcc.), Valente (Imp.dOr.), Valentiniano II, Graziano
(Imp.dOcc.). Sono andati perduti i primi tredici libri, contenenti la narrazione di
circa 250 anni. I 18 libri a noi giunti sono stati tramandati in 16 manoscritti, tutti
derivati dal codice membranaceo di Fulda, ora
Vat.Lat.1873, in scrittura carolina del IX sec. . |
Fu portato in Italia
da Poggio Bracciolini nel 1417,
è andato invce perduto il suo padre o
fratello membranaceo di Hersfeld, coetaneo del
Fuldensis, in uso fino al 1533 in quanto impiegato nelled. di Sigismondo Gelen di
tale anno. Se ne sono trovate 6 paginette (Fragmenta Marburgensia, conservati ora a
Kassel) nelle rilegature di libri di conti. Nei 18 libri rimasti Ammiano narra in una
lingua abbastanza ricercata fornita di clausole per lo più accentuative la storia
autobiografica delle sue azioni militari, tutte le
vicende concernenti lImpero Romano, interne
e pure esterne, se riguardanti lImpero,
come le pagine (31,2-3) dedicate agli Unni e agli Halani, che spinsero con le armi i
Greuthungi (Ostrogoti), i quali a loro volta spinsero i Thervingi (Visigoti) dentro i
confini dellImpero Romano. LImperatore Valente concesse ai Visigoti nel 376 di
entrare nella Tracia, ma il Conte della Tracia Lupicinus non diede ai Visigoti le
vettovaglie pattuite, costrinse i Goti a vendere i figli e le figlie per non morire di
fame e li indusse a prendere le armi. Ai Goti si unirono schiavi e minatori Romani e
ebbero luogo devastazioni e aggressioni da parte di questo esercito di disperati ed
esasperati. Intervenne lesercito imperiale condotto da Valente e fu la battaglia,
disastrosa per i Romani, di Hadrianopolis. Ammiano mette
chiaramente in luce la corruzione della burocrazia Romana e la sua colpevole
e incosciente avidità. Lopera si chiude con una sphragis finale nella quale Ammiano
ricorda con modestia di essere stato un soldato e Greco e invita a scrivere la storia con
uno stile alto ed elevato più del suo, che però è uno stile molto ricercato con
frequenti riferimenti ai grandi della letteratura e storia Romana, in particolare al
grande oratore Marco Tullio Cicerone. |
|
In questa breve descrizione è mia
intenzione presentare molto succintamente la figura dello storico del IV sec. Ammiano
Marcellino, senza scendere in approfondimenti scientifici di ricerca, ma,sostanzialmente
per sollecitare la curiosità degli ascoltatori.
Il nome, Ammianus Marcellinus, lo ricaviamo dallo stresso codice
Fuldensis, oggi Vaticano 1873, che, ad es., nellintestazione del libro secondo,
cart.15v, porta lintestazione: Ammiani
Marcellini Rerum Gestarum Explicit Liber XIIII
Incipit Liber XV Feliciter, e ci dà, così, il nome dellAutore e il titolo
dellopera: Rerum Gestarum Libri. Dovevano essere 31, libri, uno di più
dellopera di Tacito, 16 degli Annales e 14 delle Historiae. I libri di Ammiano
cominciavano dalla fine dellopera di Taciti, il 14° delle Historiae, a noi non
pervenuto, quindi dallimpero di Nerva (96 d.C.) fino agli avvenimenti immediatamente
successivi alla battaglia di Adrianopoli, 378 d.C., in cui lesercito Romano fu
sconfitto dai Visigoti, rafforzati da contingenti di Ostrogoti, di Alani e di Unni, e
trovò la morte limperatore Romano Valente, dinasta dellImpero dOriente,
che non aveva voluto attendere lesercito delle Gallie, guidato da suo nipote
Graziano, Imperatore dOccidente. Valente attaccò, quindi, la carrago, cioè i
Visigoti raccolti con i loro carri disposti a cerchio, ma i Visigoti, rinforzati da
contingent di Ostrogoti e di cavallieri Alani e Unni, respinsero lattacco Romano con
grande strage reciproca. LImperatore Valente si rifugiò in una casa che, incendiata
dai Goti, ne causò la morte, era il 9 agosto 378. Poi i Goti, vincitori, cercarono di
prendere Adrianopoli e Costatinopoli, ma furono ricacciati. Di questa opera in 31 libri, a
noi sono giunti solo i libri dal 14 al 31, dove sono narrati i fatti dal 354 al 378.
Ammiano chiude la sua opera con una sphragis improntata a modestia, ma che ci fornisce un
paio di informazioni preziose: Haec ut miles quondam et Graecus a pricipatu Caesaris Nervae exorsus ad usque Valentis interitum, pro
virium explicavi mensura, opus veritatem professum numquam, ut arbitror, sciens silentio ausus corrumpere vel mendacio
Questi avvenimenti io ho spiegato nella misura delle mie forze, io che, un tempo
soldato e Greco, ho cominciato dalla storia dellImperatore Nerva (96 d.C.) fino alla
morte di Valente (378), senza mai osare di corrompere unopera composta in
professione di verità con il silenzio, pur sapendo, o con la menzogna.
Scribant reliqua potiores aetate
doctrinisque florentes. Quos id, si libuerit, adgressuros,
procudere linguas ad maiores moneo stilos. I fatti restanti scrivano autori
migliori, nel fiore delletà e di grande
cultura. Costoro, se affronteranno ciò, io li esorto a foggiare la loro lingua a uno
stile più elevato. Quindi professione di modestia, ma informazioni preziose:
Ammiano, quando conclude la sua opera, è già un vecchio soldato, di origine Greca,
racconta i fatti tutti, come sono avvenuti, almeno per quello che sa, e ha imparato che,
anche per raccontare gli avvenimenti storici, ci vuole grande cultura e una lingua di
stile elevato. Ammiano era nato in una città Greca, Antiochia, verso il 332, lanno
in cui nacque lImperatore Giuliano, il suo ideale dimperatore. Ammiano veniva,
si è argumentato con buona probabilità, da una famiglia di curiales, quelli
che governavano le città dellImpero. Giuliano si era mostrato severo nel non
concedere esenzioni dagli obblighi dei curiali, anche se uno ne aveva diritto per gli anni
di servizio militare prestato (22,9,12). Che senbra il caso di Ammiano. Egli fu infatti
protector domesticus (protector divini lateris Augusti), quindi ufficiale superior di un
corpo speciale, da distinguere dai candidati, la guardia del corpo dellImperatore.
Il testo di Ammiano, nei 18 libri rimasti dal 14 al 31 è stato
tramandato da 16 manoscritti, di varie mani, tutti, però, derivati dal codice Fuldensis
che Poggio Bracciolini nel 1417 portò da Fulda, dopo averlo acquistato o sottratto
allabate di Fulda. Laltro codice che conteneva il testo di Ammiano era un
codice di Hersfeld, padre o fratello del Fuldensis. Ma lHersfeldensis è andato
distrutto e se ne sono trovati 6 frammenti in rilegature di libri di conti: i Fragmenta
Marburgensia, conservati a Kassel. Ma il codice Hersfeldensis è stato usato da Sigismondo
Gelen nella sua edizione, edita a Basel nella stamperia di Hieronymus Frobenius nel 1533.
Infatti dopo leditio princeps di Angelo Sabino, Roma 1474 sono seguite altre
edizioni, fino alla Teubneriana di V.Garthausen, Lipsia 1873, e ledizione Berlinese,
presso Weidmann di Carl Upson Clark del 1910-1915. Dopo led. fondamentale del Clark
sono venute altre edizioni critiche, la Teubneriana di Wolfang Seyfarth 1978, la francese
di Galletier, Fontaine e Sabbah nellEd. Belles Letttres e quella Italiana di
Giovanni Viansino presso Mondadori, 2008, in due volumi, con Introduzione su Ammiano in
generale, testo latino, commento e trad.
Italiana. La consiglio a chi voglia meglio conoscere questo autore. Prima di passare alle
notizie sulla Storia, ancora un paio di notizie sulla tradizione manoscritta: già il
Clark nel suo studio sulla Textual Tradition of Ammianus Marcellinus del 1904
aveva indicato come padre del Fuldensis e dellHersfeldensis un codice in scrittura
insulare (Scottica), copiato, però, in Germania a Fulda, dove si usavano anche scritture
delle isole Inglesi. Laltra notizia da non trascurare è il fatto che Rita
Cappelletto, una studiosa troppo presto scomparsa, aveva dimostrato che si trovano trace
di unaltra tradizione manoscritta oltre quella del Fuldensis e dei suoi derivati,
una tradizione risalente allHersfeldensis. Ora presenterò alcuni avvenimenti
autobiografici, per far conoscere un poco la figura di Ammiano e perché negli avvenimenti
autobiografici è naturale che lo storico abbia avuto a disposizione dati più numerosi e
sicuri che in altri avvenimenti.
Il libro 14 delle Res Gestae di Ammiano comincia con gli avvenimeni
del 353/4, con lImpero di Costanzo II il quale si è già liberato dei due fratelli,
che alla morte del padre, Costantino nel 337, avevano ereditato parte dellImpero.
Per la verità alla morte di Costantino, si verificarono varie uccisioni, di Dalmazio e
Annibaliano ad opera di Costanzo II, che comunque al libro 14 di Ammiano troviamo unico
imperatore, dopo la terribile battaglia di Mursia fra Costanzo II e Magnenzio (351 d.C.),
una battaglia che aveva provocato la morte di
quasi 54.000 soldati, esaurendo le reserve dellImpero. Ma proprio quel Franco,
Silvano, che, passando prima di Mursia con i suoi corazzieri a cavallo da Magnenzio a
Costanzo, aveva favorito il relativo successo di Costanzo II a Mursia, fece nascere, non
per sua colpa, una nuova preoccupazione allImperatore. E con questo andiamo subito a
vedere lAmmianus protector domesticus nelle pagine stesse dello storico. Abbiamo visto sopra nella sphragis di tutta
lopera che Ammiano dice di non aver mai violato consciamente la verità storica.
Vedremo ora come tenne fede a questo suo programma. Racconta dunque
Ammiano (15,5,1-31) che Silvano, il più elevato di grado (magister peditum) fra gli
ufficiali delle Gallie, ricevuto lordine da Costanzo di porre rimedio alle
scorribande dei barbari nelle Gallie, si dava da fare efficacemente, destando ovviamente
invidie fra I funzionari imperiali ivi stanziati. Un tale Dinamio, intendente delle
salmerie dellImperatore, chiese a Silvano una lettera di presentazione ai suoi amici
e, avuta la lettera, cancellò con una spugna lo scritto di Silvano, conservando solo la
firma (cioè lintestazione). Poi Dinamio, daccordo con Lampadio, prefetto del
pretorio nelle Gallie, Eusebio, comes del patrimonio privato di Costanzo, Edesio,
archivista della cancelleria imperial, cancellato lo scritto di Silvano, lo sostituirono
con un altro, dove Silvano pregava, con espressioni ambigue (verbis obliquis) di essere
appoggiato a divenire Augusto. Lampadio lo presentò in segreto a Costanzo II, sempre
sospettoso contro possibili usurpatori. La cosa fu portata nel Consistorium impriale e si
cominciò a perseguitare gli amici di Silvano a cui egli nella lettera fraudolenta di
Dinamio e soci si rivolgeva. Subito il franco Malaricus, comandante degli stranieri (i
barbari che militavano nellesercito romano) intervene per dimostrare
linnocenza di Silvano e la sua disponibilità a venire a discolparsi, ma invano.
Anzi per suggerimento di Arbizione, egli stesso comandante in capo e rivale di Silvano, fu
mandato in Gallia (- Germania) con lo scopo di richiamare a Milano Silvano e chiarire il
caso, Apodemio, un tristo personaggio (eterno e pericoloso nemico di tutte le
persone perbene, inimicus bonorum omnium diuturnus et gravis), che, invece di
eseguire il suo compito non incontrò neppure Silvano e lo trattò come uno già
condannato. A questo punto il malvagio Dinamio inviò unaltra lettera falsa a nome
di Silvano e Malarico al tribuno sovrintendente della fabbrica darmi di Cremona
sollecitando la consegna del materiale che stavano segretamente preparando. Il tribuno
cadde dalle nuvole, scrisse a Malarico pregandolo di chiarire che cosa voleva. Malarico
con la collaborazione dei Franchi, numerosi a palazzo, fece convocare il Concistorio,
Florenzio capo della cancelleria imperial (magister officiorum), esaminando bene la prima
lettera scoprì la scrittura sottostante e gli autori del falso furono inquisiti, ma solo
Eusebio confessò [come vedete non vi risparmio i particolari, per mostrare come Ammiano
è stato preciso e ricco di dettagli]. Nel frattempo Silvano si trovava a Colonia
(Agrippina) e assisteva allopera volta a screditarlo di Arbizione. Quindi Silvano
pensò di rivolgersi ai suoi Franchi, ma dissuaso dal tribuno Lainogaiso, non trovò di
meglio che farsi proclamare Imperatore dal suo esercito (11 agosto 355). Costanzo, come
colpito da un fulmine, convocò il Concistorio e si decise di mandare da Silvano Ursicino,
il comandante di Ammiano stesso, che portasse a Silvano, come se non si sapesse che era
stato nominato Imperatore, una lettera molto onorifica (honorificis scriptis) in cui lo si
invitava ad accogliere come successore Ursicino e a ritornare a Milano col precedente
grado. Ursicino, ottenuto che lo accompagnassero dieci fra tribuni e protectores domestici
(fra i quali cera anche Ammiano, inter quos ego quoque eram, 15,5,22), partì per
Colonia. Arrivati che furono dopo un velocissimo viaggio, Ursicino (probabilmente di
origine Germanica egli pure) fu accolto con simpatia, entrò in una certa dimestichezza
con Silvano, e riuscì a corrompere con molto denaro un gruppo di Bracchiati e Cornuti, i
quali di buon mattino il 7 sett. 355 massacrarono le guardie (caesis custodibus) e
uccisero Silvano. Ammiano ricorda anche che i cortigiani (i burocrati) di Costanzo si
erano fissato come secondo scopo, se Ursicino non fosse riuscito a eliminare Silvano, di
togliere di mezzo lo stesso Ursicino (15,5,19).
Questo è il primo fatto darme narrato autobiograficamente da
Ammiano, fatto molto importante, ma non particolarmente onorifico e Ammiano non ha esitato
a indicare come innocente e travolto da una rete di imbrogli Silvano: Ammiano ha riportato
tutto senza cercare in una colpa di Silvano una giustificazione alla azione di Ursicino e
sua. Ci ha narrato questi fatti con assoluto rispetto della verità. E ha messo in luce,
indirettamente, come farà nel raccontare i procesi di Antiochia, organizzati da Palladio
(29,2,1-3,9), dove tanti innocenti furono massacrati dalla burocrazia di Valente,
imperatore dOriente, una verità importante: lImpero Romano dOccidente
non fu travolto dai Barbari, ma fu sostituito da un serie di regni barbarici (Franchi,
Burgundi, Anglo-Sassoni, Visigoti, Ostrogoti, Suevi e Vandali) in cui i cittadini
dellImpero preferirono di vivere, liberi dalle vessazioni fiscali e giudiziarie, che
lImpero militare, creato dai Giulio-Claudi e sempre peggiorato dopo la parentesi dei
Flavi, aveva incessantemente creato. Ovviamente alla vittoria degli stati barbarici servì
indirettamente questo, perché chi faceva la storia nel mondo Romano erano gli Imperatori
e i soldati, non più i semplici cittadini e poco anche i semplici senatori. Ma non ci fu
una consistente opposizine di popolo ai così detti barbari, anzi. Stentiamo nella complessità degli avvenimenti
storici a renderci pienamente conto di questi fatti. Anche per questo dobbiamo conoscere
questa storiografia. Ora, per completare il mio quadro, ricorderò altri tre o quattro
episodi dellattività di Ammiano come miles, episodi narrati da lui stesso. |
Nel
libro XVIII, capp. 8 e 9, è il 359, Ursicino e Ammiano sono in Mesopotamia, mentre i
Persiani lattaccano. Comandante supremo è stato scelto un certo Sabiniano, uomo
insignificante (18,6,7), un Cristiano che si cura dei martiri e, forse per commando
superiore, cerca di evitare ogni scontro coi Persiani. Ammiano lo disprezza ed egli stesso
racconta di essere stato incaricato di portare in salvo a Nisibi un bambino, di nobile
famiglia, sfuggito ai suoi in fuga. Al ritorno da Nisibi, Ammiano viene intercettato da un
contingente di cavalieri Persiani, fugge sul suo veloce cavallo (iumenti agilitate,
18,6,13) inseguito dai Persiani, vede i suoi lontano fermi e fa loro segno che I Persiani lo
inseguono facendo roteare sopra la testa lestremità del mantello (porrecto
extentius brachio, et summitatibus sagi contortis elatius, 18,6,13). Intanto si fa notte,
ma col plenilunio, e riescono a sviare I Persiani legando una lampada sulla sella di un
cavallo e prendendo loro una strada opposta. A questo punto trovano un soldato Romano che
nato in Gallia era passato ai Persiani per sfuggire a una punizione e faceva da
esploratore ai Persiani. Lo eliminano e raggiungono Amida. Qui giungono notizie che
lesercito Persiano è in movimento. Ammiano
riceve lordine di trovare notizie più
precise e per questo si reca dal satrapo Persiano della Corduene, Gioviniano, che aveva
conosciuto, quando Gioviniano era stato ostaggio in Siria e aveva sviluppato simpatia per
il vivere Romano. Ammiano accompagnato da un fidatissimo centurione arriva da Gioviniano e
questi li fa accompagnare da una sua guida fidata a una postazione rocciosa da cui possono
vedere molto bene lesercito Persiano. Dopo due giorni vedono nella pianura avanzare
lesercito Persiano e il re Shiapur II, riconoscibile per la veste rutilante, e parte
del suo seguito, Gumbrate il re dei Chioniti e il re degli Albani (il regno di Persia era
un regno feudale). Passano lAnzaba, quel canale che collegava il Tigri con
lEufrate. Ammiano ritorna fra i suoi e porta la notizia delle mosse di Shiapur II,
in modo che la popolazione Romana possa ritirarsi nei luoghi più protetti e si faccia
terra bruciata dove passeranno i Persiani (18,6,17-7,11). Poi Ursicino e Ammiano si
trovano di fronte a un numeroso contingente Persiano. Ursicino con alcuni, portati da
cavalli veloci, si allontanano, Ammiano invece, combattendo, va verso Amida, dove si
stanno dirigendo anche molti Persiani. In una grande calca durante la notte restano
davanti a una porta chiusa della città, mentre dallalto delle mura le balestre
Romane tempestano dei loro terribili dardi linizio della calca per colpire i
Persiani: eravamo tanto fitti, scrive Ammiano (18,8,12), che un soldato davanti a me, con
la testa spaccata da un gran colpo di spada, non riusciva a cadere. Poi, dopo essere
rimasto disperatamente attaccato alle mura di Amida, Ammiano riesce ad entrare per una
porticina (tandem per posticam ingressus,18,8,13).
Così Ammiano partecipa come difensore (aveva circa 27 anni)
allassedio di Amida, investita direttamente dal re dei Persiani, Shiapur II. Qui
Ammiano mette in luce la sua conoscenza delle macchine da guerra del tempo in due
occasioni: cera una torre sporgente su una parte delle mura, attraverso la quale gli
abitanti riuscivano, calandosi per le rocce, a raccogliere le acque del fiume (Tigri). Qui
settanta arceri reali Persiani, guidati da un traditore, riescono a salire su una torre
nella città e allalba cominciano a colpire gli assediati con le loro frecce, mentre
Shiapur attaccava dallesterno. Qui Ammiano e gli altri spostano cinque balestre
leggere dalle mura e cominciano con esse a trafiggere gli arceri Persiani sulla torre. In
breve li annientano e riportano le macchine sulle mura (19,5,6-7). Il secondo episodio si
verifica alcuni giorni dopo: i Persiani avevano costruito torri di legno alte e fornite di
arceri e machine da lancio. I Romani, anche qui con la presenza esperta di Ammiano,
spostano contro le torri quattro scorpioni. Quando al mattino i Persiani attaccano con le
torri e gli elefanti, le pietre rotonde lanciate con grande forza dagli scorpioni
distruggono le torri. Ma Amida comunque cade, perché un pezzo delle mura, ancora sopra
elevato per contrastare la crescita della rampa degli assedianti, collassa. Allora Ammiano
si nasconde in abstrusa quadam parte oppidi e nella notte insieme a due compagni esce
dalla città per una porticciola non controllata (postica per quam nihil seruabatur). Conducono una lunga e veloce
marcia, hanno la fortuna di trovare un cavallo che aiuta soprattutto Ammiano, non abituato
a quelle lunghe marce (ut insuetus ingenuus, 19,8,6) e giungono finalmente ad Antiochia, la città di Ammiano
(Antiochiam revisimus insperati, 19,8,12).
Qui Ammiano avrebbe potuto fermarsi, ma Giuliano, il nuovo
imperatore, molto stimato da Ammiano, che lo considerava il miglior imperatore dei suoi
tempi, aveva abolito il diritto che i curiali coperti alle spalle da un consistente
servizio militare non dovessero più essere costretti alle dispendiose partecipazioni alle
spese cittadine. Questo sembra proprio il caso dello stesso Ammiano: 22,9,12 ita illud
amarum et notabile fuit [nel comportamento dellImperatore Giuliano], quod aegre sub
eo a curialibus quisquam adpetitus, licet priuilegiis et stipendiorum numero et originis
penitus alienae firmitudine communitus, ius obtinebat aequissimum, adeo ut plerique
territi emercarentur molestias, pretiis
clandestini). Probabilmente Ammiano era esentato dagli obblighi
curiali di contribuire alle spese cittadine di Antiochia da entrambe le condizioni, il
grande numero di stipendia militari , come protector domesticus, e lorigine non
antiochena della famiglia. Molto probabilmente questo lo costrinse a prendere parte suo
malgrado alla spedizione contro la Persia condotta da Giuliano e, forse, lo indusse poi a
tenersi lontano da Antiochia con lunghi viaggi e infine a porre la sua ultima dimora a
Roma. Riprese quindi le armi e raggiunse per nave la spedizione di Giuliano contro la
Persia. E infatti da 23,4,7 che Ammiano sviluppa il suo racconto di quella
spedizione con la 1a persona pl. Profecti exinde Zaithan uenimus locum.
Latto finale di questa tragedia è luccisione di
Giuliano che Ammiano racconta con una certa confusion, una confusione che avvolge un
po tutti gli avvenimenti successive a quella uccisione, ivi compresa la trasmissione
dellImpero a una nullità di nome Gioviano, protector domesticus come Ammiano, ma
Cristiano, il quale, per paura di Procopio, lasciato con una parte dellesercito al
nord dallo stesso Giuliano col compito, esplicito assegnatogli da Giuliano di prendere il
potere, se Giuliano stesso fosse morto, non fa nulla. Gioviano, il nuovo Imperatore, aveva
quindi bisogno di conservare quellesercito che lo aveva elevato al soglio imperiale
e aveva bisogno di prendere tempo. Lo prese facendo una pace vergognosa coi Persiani e
cedendo ai Persiani cinque provincie Romane e anche la città di Nisibi, i cui abitanti
volevano fare resistenza loro stessi contro il re di Persia, e tradì anche Arsace, il re
di Armenia, abbandonato dai Romani a Shiapur II. Ammiano scriveva sotto limpero di
Teodosio, Imperatore Cristiano, molto attento a difendere la sua
religione, è lecito supporre che stesse attento a non lanciare accuse contro i Cristiani.
Ammiano racconta, dunque, che i Persiani attaccarono la retroguardia Romana, ancora
intenta a mettersi in marcia, provocandone un certo sbandamento, e Giuliano intervenne
subito qua concitus clade, oblitus loricae, scuto inter tumultum abrepto, properans
ultimis ferre suppetias, reuocatur alio metu (25,3,3) spinto da questo sbandamento,
dimenticando la corazza, preso in fretta lo scudo nella confusion, mentre si affrettava a
portare aiuto alla retroguardia, viene richiamato da un altro pericolo, e il
pericolo era che Persiani attaccavano anche gli antesignanos, lavanguardia da cui si
era allontanato, unde discesserat, e, mentre Giuliano si lancia, sine respecto periculi
sui, a fronteggiare lattacco, anche al centro si sviluppa un attacco persiano con
lappoggio degli elefanti: questo provoca un furibondo lancio di dardi e legni da
parte romana e mentre lImperatore vola da un pericolo allaltro gli armati alla
leggera Romani intervengono e una pioggia di
frecce e giavellotti vengono lanciati contro i Persiani. Giuliano cerca di spingere i
suoi, mentre i candidati, la sua guardia del corpo, si muovono disordinatamente e
(incertum) subita equestris hasta cute brachii eius praestricta, costis perfossis, haesit in ima iecoris fibra
(5,3,6), fu colpito da una lancia della cavalleria che sfiorandogli il braccio gli si
piantò nella parte bassa del fegato. La
medicina di quel tempo non fu in grado di curare la ferita e Giuliano, nella notte morì
dopo un intrattenimento filosofico che fa pensare al modello della morte di Socrate.
Giovanni Viansino 2008, p.302, nota 8, riporta le varie notizie, di Libanio, che in
or.18,272-275 (anno 368, cinque anni dopo) accusa un soldato Cristiano saraceno, un
Taieno, e il padre della Chiesa Gregorio Nazianzeno (or.5,13) nel suo odio fanatico contro
Giuliano accredita questa versione e dichiara salvezza del mondo
luccisione di Giuliano, lImperatore che voleva ritornare al Paganesimo.
Effettivamente Giovanni Crisostomo e, ancora più, Gregorio di Nazianza (Greg. or. 4, 31;
Joh. Chrys. De S. Babyla 14) mostrano un odio fanatico contro Giuliano, e questo si può
anche comprendere in un momento in cui la nuova religione era scossa nel profondo dalla
due soluzioni della questione Cristologica, quella Ariana e quella Atanasiana, presente
nel simbolo Niceno, mentre lo stesso Costantino negli ultimi anni si avvicinò ad Ario e
Ariani furono su figlio Costanzo II e Valente, ma anche lImperatrice Giustina.
Comunque nella vicenda che costò la vita a Giuliano si devono aggiungere altri tre
particolari: (1) i nomi Gioviano e Giuliano si prestavano ad equivoci, tanto è vero che
quelli dellavanguardia Romana, sentendo dopo la designazione tumultuosa il nome
Gioviano, lo scambiarono per Giuliano, credettero che Giuliano si fosse ripreso dalla
ferita (25,5,6) e piansero quando videro lo spilungone Gioviano, (2) Ammiano presenta i
Persiani come intenti ad accusare i Romani di essere uccisori di un eccellente
imperatore (lectissimi principis peremptores, 25,6,6), perché avevano appreso da
transfughi Romani che Giuliano era stato ucciso da un dardo romano (Iulianum telo
cecidisse Romano), (3) i Romani stessi si affrettarono a sbarazzarsi di lì a pochi mesi
di Gioviano, che aveva ceduto tante provincie e città dellImpero ai Persiani, per
assicurare il suo posto di Imperatore, e che forse sapeva troppe cose, con lossido
di carbonio sprigionato da numerosi bracieri posti nella sua stanza, inumidita da una
fresca pittura di calce (25,10,13). In sostanza la narrazione di Ammiano è caratterizzata
da grande prudenza, pur facendo capire che Giuliano era stato ucciso proditoria- mente dai
Romani, che Gioviano, sostanzialmente un suo parigrado, era stato eletto in modo poco
chiaro e fu presto eliminato. Personalmente io credo, ma è ipotesi personale, che
Giuliano sia perito in seguito a una congiura di cristiani in cui aveva la sua parte anche
Gioviano. Che anche Shiapur II, che trasse i maggiori frutti da quanto avvenne, potrebbe
essere stato implicato e abbia lanciato a tal fine i tre attacchi a cui Giuliano tentò di
tenere testa, senza la sua lorica, che forse gli era stata nascosta; prese quindi il suo
scudo, non uno scudo qualsiasi come traduce Viansino, ma non gli bastò. In
realtà Giuliano, se anche tornò, ufficialmente, al vecchio paganesimo, era orientato
verso la filosofia neoplatonica. Per ritrovare il neoplatonismo bisognerà aspettare
Marsilio Ficino, 12 secoli dopo. Poi Ammiano cessò la sua attività militare. Rimase
lontano dalla sua Antiochia, dove i curiali, volevano ricondurlo ai suoi obblighi,
viaggiò e si trasferì a Roma, la città uictura dum erunt homines Roma (14,6,3) oppure
(26,1,14) uictura cum saeculis Roma.
Ovviamente Ammiano non è solo storia autobiografica, ma è comunque
storia condotta con lo scrupolo e i dettagli che abbiamo visto allopera in questi
racconti. La bibliografia su Ammiano e la sua opera è molto nutrita, sono alcune
centinaia di libri e articoli. La recente bibiografia di
Fred W.Jenkins, Ammianus Marcellinus, An Annotated Bibliography, 1474 to the
Present, Brill, Leiden-Boston 2017, presenta in 665 pagine tutto il materiale sviluppato. Il 1474 è la data in cui fu pubblicata a Roma
leditio Princeps, curata da Angelus Sabinus, per i tipi di Georgius Sachsel e
Bartholomaeus Golsch. Gli avvenimenti
del IV sec. sono stati riferiti da numerosi altri storici, giunti a noi integri (o quasi)
o in frammenti: così Oribasio, il medico di Giuliano, che ricaviamo dal frammentario
Eunapio, storico greco di quei tempi, come Greco fu
Zosimo, storico del V sec., edito con un eccellente commento da François Paschoud,
in vari volumi. Altri stoici sono stati Aurelio Vittore (storico Latino, Liber de
Caesaribus da Augusto a Costanzo II), Socrate
(greco di Costantinopoli, nato 380 vissuto al tempo di Teodosio II), Sozomeno
(anchegli vissuto a Costantinopoli sotto Teodosio II), Zonara (anchegli
storico bizantino, ma del XII sec.).
Se ora mi chiedete, come usa ora, un libro per avere tutto Ammiano in
latino e italiano, vi indicherei ledizione che già sopra ho citato di Giovanni
Viansino: Ammiano Marcellino, Storie, 2 Voll., Milano, Mondadori 2008.
GUALTIERO CALBOLI |
ELEMENTI BIBLIOGRAFICI
1 - De Jonge, Pieter, 1953. Philological and Historical Commentary on Ammianus
Marcellinus XV, 6.13, Groningen, Djakarta.
2 - Philological and Historical Commentary on Ammianus Marcellinus XVI, Groningen, Bouma's
Boekhuis n.v.Publishers, 1972.
3 - Hugo Michael, De Ammiani Marcellini studiis Ciceronianis, Diss. Inauguralis, Breslau,
W. Th. Korn 1874.
4 - J.den Boeft, Jan den, Daniël den Hengst, and Hans Carel Teitler, Philological and
Historical Commentary on Ammianus Marcellinus XXVIII, Leiden-Boston, Brill 2011.
5 - Fred. W. Jenkins, Ammianus Marcellinus, An Annotated Bibliography, 1474 to the
Present, Leiden Boston, Brill
6 - Giovanni Viansino, Ammianus Marcellinus, Storie, 2 Voll., Milano, Mondadori 2008.
7 - Brill di Leiden è l'editore moderno di Ammiano, a cui, però, manca ancora una
edizione critica. Gliela stiamo facendo con un contratto io e il mio allievo, Ramón
Gutiérrez González, dell'Università di Almeria. |
***.
IN INTERNET, VIA
ZOOM, IL 29 GIUGNO 2022 |
Nota. 1.- Nel quadro dei
consueti incontri dell'ASDU, la prof.ssa L.BRUNORI ha intrattenuto i Colleghi (e non
solo) sulla "città ideale", secondo la sua visione, intesa nel senso della
convivenza. (Diversa dalle città ideali, degli utopisti e dei grandi urbanisti).
2.- Il Presidente dell'Associazione Luciani ha ricordato come l' Associazione abbia
compiuto i 7 anni, e sia accolta sul Portale dell'Ateneo, come si può ben
constatare:
https://www.unibo.it/it/ateneo/chi-siamo/associazione-scientifica-docenti-universitari-asdu
.
ASDU accoglie i professori in quiescenza, ne vuole favorire il proseguimento (da esterno)
dei rapporti scientifici con l'Alma Mater, alimentando intrattenimenti su studi e
ricerche.
Ha ottimi rapporti con l'Associazione dei professori emeriti e con l' Accademia delle
Scienze.
3.- L' accesso all' ASDU è assolutamente libero, e basta solo fare la domanda. Questa
proprietà dell'accesso solo per volontà e attaccamento è molto importante, e basti
ricordare (per contro) le crisi cicliche nelle ammissioni all'Emeritato (che
dovrebbero essere per merito scientifico, ma di fatto anche per merito di potere), vale
dire casi di candidati
allEmeritato, dapprima bocciati e poi nominati, o avversati con motivazioni
non relative agli studi, come la concorrenza alle cariche accademiche. |
Luisa Brunori
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LUISA BRUNORI , La
città ideale, Editore Franco Angeli |
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* La prof.ssa Luisa Brunori è stata
Ordinario presso l'Alma Mater, Presidente della Group Analytic Society International,
Presidente dell'Osservatorio Internazionale per la Microfinanza (MIO), Fondatrice della
Associazione Win-Win. Nell'incontro del 29 giugno ha illustrato il suo libro "La
città ideale". |
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RELAZIONE
DELLA PROF.SSA LUISA BRUNORI
1.- Il neoliberismo, nel quale siamo collocati attualmente
ci pone, con gli altri esseri umani, in una relazione di tipo rivalitario, esprimibile con
l'espressione di John Nash "win-lose" e "lose-win".
Ma una relazione di questo genere è basata sull'inimicizia e non può che indurre a
tornare alla formula "hobbesiana", anziché tener conto dei bisogni che le
ricerche più avanzate della psicologia e delle neuroscienze sui "neuroni
specchio" - e non solo - ci hanno mostrato essere alla base della salute mentale e
del buon funzionamento psichico e sociale.
Come valorizzare il bisogno di reciprocità ? Come fare a conciliare un modello
economico che ci organizza relazioni di inimicizia con una necessità fondativa
dell'essere umano di scambio collaborativo ?
A sostegno di tale questione, l'autrice porta esempi di esperienze nate in
Bangladesh (realizzate dal Premio Nobel per la Pace 2006 Muhammad Yunus) e diffuse in
tutto il mondo.
Con tali esperienze, dimostra come sia possibile coniugare una "regola della
casa" che tenga conto, allo stesso tempo, di me, di noi e di loro in un intreccio
relazionale virtuoso di convivenza win-win. Una reazione tipica è quella di archiviare
idee di questo tipo nella categoria dei pensieri utopici.
Ma è proprio questa la sfida: cercare di trasformare un profondo desiderio di
umana convivenza, in una speranza che qualcosa si possa realizzare. |
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Alla ACCADEMIA DELLE
SCIENZE
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Nota. Nel quadro dei consueti incontri,
il giorno 8 ottobre 2019, alla Accademia delle Scienze, il prof. Mauro Fabrizio ha
intrattenuto i Colleghi ( presente il prof. W. Tega, socio ASDU e Presidente della
Accademia), su GALILEO GALILEI, il noto fisico, astronomo, filosofo, matematico e
accademico italiano, considerato il padre della scienza moderna, e che era incappato in
una storia di presunto conflitto tra fede e scienza, nel Tribunale della Inquisizione
della Chiesa Cattolica.
Ma (come ci racconta il fisico matematico Mauro Fabrizio) il contenzioso si svolse in modo
molto più souple di quanto i teatri hanno enfatizzato, anzi fu lui a cercare la Chiesa, e
non all'incontrario. |
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Valter TEGA ...
Il Presidenzialismo alla prova.
Dal suo libro: Une philosophie pour la
République, ed. Kimé, Paris.
Per la relaziione completa, si può scaricare la registrazione della conferenza: https://we.tl/t-0I2Yj0nNay |
Valter Tega |
* Professore Emerito, Docente di Storia e Filosofia |
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Valter Tega. Il Presidenzialismo alla prova. Le
imminenti elezioni del Presidente della Repubblica Francese
1.- Le recenti elezioni del presidente della Repubblica Francese hanno rivestito
una notevole importanza in questo momento di forte instabilità europea e mondiale.
La Francia è un punto nodale per le politiche europee e un riferimento importante
per quelle planetarie. Il confronto interno è molto serrato e viene dopo una fase nella
quale la Francia ha subito gli attacchi del terrorismo e ha dovuto fare i conti con una
contestazione popolare serrata e difficile come gilets jaunes.
2.- Anche questo paese, dove ha profonde radici storiche che non possiamo non
ricordare, la democrazia repubblicana vive una stagione attraversata da difficoltà
economiche, sociali e politiche. Tutte le soluzioni risultano possibili e anche questa
volta sarà il ballottaggio a decidere un confronto politico che vede però in secondo
piano, o addirittura assenti, le forze politiche che hanno caratterizzato la repubblica
presidenziale fino all'elezione di Holland.
3.- La crisi o addirittura il tramonto di questi 'corpi intermedi' ha
contribuito a rendere più debole la vita democratica e il ruolo delle rappresentanza a
partire da quella parlamentare. Al di là del risultato di queste elezioni così
importanti, la Francia dovrà aprire una riflessione sulla ricomposizione del suo tessuto
democratico e popolare e sul suo assetto istituzionale. Considerata la sua storia e la sua
collocazione, anche questa non è una questione che può essere ristretta alla sua
dimensione nazionale. |
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I professori a cena, tra allegria e cose seriose |
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Il prof. Pier
Luigi PAPINI *
riferisce su "USO e ABUSO della MATEMATICA" |
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Nell'incontro, è stato evocato il fatto
che alcune Università, come quelle di Padova e Trento,
riconoscono al professore in quiescenza, che continua lo studio, il titolo di
Professore Senior |
* Professore Ordinario di Complementi Di
Analisi Matematica Ed Elementi Di Calcolo Delle Probabilità |
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1.- La matematica, in
passato, si evolveva in buona parte per cercare di risolvere problemi della fisica: è
questa la scienza che meglio si può descrivere in termini matematici, visto che i
fenomeni fisici sono ripetibili: nel senso che essi, da analoghe condizioni
iniziali, si evolvono nella stessa maniera anche se avvengono il luoghi e tempi
diversi.
Senz'altro il rapido progresso dei mezzi di calcolo ha reso meglio controllabili i
movimenti di razzi e satelliti, più efficiente il controllo del traffico aereo (e
ferroviario).....
Per molte altre scienze le cose vanno diversamente.
In campo ingegneristico e trasportistico, nonostante l'evoluzione della matematica, spesso
sono ancora più credibili i risultati della sperimentazione, che quelli forniti da
modelli ed equazioni difficilissimi da trattare. Ad esempio, nello studio di
incidenti ferroviari, profonde analisi hanno dato risultati non del tutto affidabili data
l'instabilità di equazioni basate sui troppi parametri.
2.- Consideriamo la meteorologia: l'evoluzione del tempo dipende da
molti parametri, difficilmente stimabili in generale. Un conto è occuparsi del tempo in
America, dove ad esempio nelle "grandi pianure" i venti non cambiano troppo
velocità e direzione. Altro è considerare il tempo in un paese come il nostro: le masse
d'aria, passando Alpi, Appennini, mare....., possono cambiare direzione; si
creano turbolenze magari limitate a piccole zone..... Troppi sono i parametri in
gioco per controllare l'evoluzione del tempo: anche se le potenze di calcolo oggi
disponibili hanno molto migliorato le previsioni a breve termine.
3.- In economia, a poco serve la matematica.... Quanti bravi matematici
sono diventati ricchi giocando in borsa?! Solo chi ha notizie "riservate"
dovrebbe giocare in borsa... Eppure importanti giornali (come MF) riportano giornalmente
decine di grafici, leggendo i quali (e studiando parametri chiamati \alpha, \beta ecc.) si
dovrebbero prevedere l'andamento della borsa e delle singole azioni.
4.- Ancora meno facile è fare previsioni in campo biologico. Molto
difficile è costruire un campione sufficientemente ampio ed omogeneo, mentre diverse sono
le reazioni di organismi diversi, anche se sottoposti a cure simili. Per questo i
suggerimenti che talora vengono forniti sull'uso di questo o quel cibo, sono spesso
soggetti a revisione. Per questo spesso solo in seguito ci si rende conto della nocività
di certi farmaci. Per questo tuttora non siamo sicuri dell'innocuità dei vaccini, poco
conosciamo i rischi connessi a onde, campi elettromagnetici ecc. Dunque, qual'è oggi
l'importanza e l'utilità della matematica? |
Ricordiamoci che i matematici
"di punta" si dedicano allo studio di problemi prestigiosi e complicati (ipotesi
di Riemann, Teorema di Fermat...), ma..... spesso poco "utili". 5. Astronomia. Fra i recenti"successi"
della matematica, possiamo citare:
L'aver permesso ad astronauti di giungere fino alla Luna (ma sarà vero ?!); ad
oggetti terrestri di giungere su Marte. Ma queste missioni, al di là del loro valore di
scoperta, sono davvero utili per l'umanità?
La barca Alinghi, sulla base di calcoli suggeriti da Quarteroni (matematico di Milano),
vinse la sfida dell'American Cup.
Gli studi legati al riconoscimento di immagini hanno molto aiutato la polizia nelle
indagini.
Anche POS, l'uso dei codici a barre..... non sarebbero stati possibili senza la
matematica.
Ma nei casi precedenti, più che la matematica in sè, è stato l'ausilio del calcolo a
dare una mano decisiva.
Una cosa importante in cui anche qualche teorema non banale (ma di facile comprensione) ha
aperto la strada al suo sviluppo, è la TAC, importante strumento di indagine clinica.
6. ALCUNE CONSIDERAZIONI SULLA STATISTICA
Da alcuni anni vanno di moda i sondaggi, gli exit poll ecc. Ma mentre all'inizio
essi parevano funzionare bene, ultimamente le cose vanno spesso diversamente.
I motivi sono diversi. Intanto, non sempre la gente vuole rispondere in modo sincero. Poi
i risultati sono "manipolabili" nel senso che le risposte possono dipendere
dalla forma in cui sono poste. Infine i campioni debbono essere sufficientemente ampli e
rappresentativi (occorre effettuare bene il piano degli esperimenti). Ad esempio, i
risultati che Mentana ci propone sul TG7 il lunedì, pare siano basati su un campione di
soli 1000 soggetti (il che darebbe una "forbice" assai ampia).
Strani parametri vengono considerati. che significa il "sentimento" su come
vanno le cose? E l'indice di fiducia dei consumatori ?!
Anche il PIL è qualcosa di molto labile: intanto, è un indice "totale", per
cui cresce di più dove la popolazione cresce maggiormente. Poi, visto che il
PIL cresce se ci sono molti incidenti stradali, se si usano maggiormente i condizionatori
o si consuma più benzina..., dobbiamo considerare la crescita dello stesso
come un segno di buona salute di un paese?! Pensiamo ai risultati assurdi cui il prof.
Ponti è giunto con la sua analisi costi-benefici sulla TAV Torino-Lione.
In ogni caso, si sa che le previsioni sull'andamento del PIL vengono comunicati e variati
in continuazione, da parte di vari organismi (BCE, ISTAL, S&P....): forse servono
soprattutto a favorire o penalizzare i vari paesi. |
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NUOVO INCONTRO alla ACCADEMIA DELLE SCIENZE
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Nota. Nel quadro dei consueti incontri,
il giorno 8 ottobre 2019, alla Accademia delle Scienze, il prof. Mauro Fabrizio ha
intrattenuto i Colleghi ( presente il prof. W. Tega, socio ASDU e Presidente della
Accademia), su GALILEO GALILEI, il noto fisico, astronomo, filosofo, matematico e
accademico italiano, considerato il padre della scienza moderna, e che era incappato in
una storia di presunto conflitto tra fede e scienza, nel Tribunale della Inquisizione
della Chiesa Cattolica.
Ma (come ci racconta il fisico matematico Mauro Fabrizio) il contenzioso si svolse in modo
molto più souple di quanto i teatri hanno enfatizzato, anzi fu lui a cercare la Chiesa, e
non all'incontrario. |
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Mauro FABRIZIO*, GALILEO ...
E NON SOLO GALILEO
. Ma Galileo aveva ragione ? |
Mauro Fabrizio
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* Professore Emerito, Docente di Fisica Matematica, Scuola
di Ingegneria ed Architettura Bologna |
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Mauro FABRIZIO, GALILEO ... E NON SOLO GALILEO
1.- Se esaminiamo la disputa fra Galileo e gli inquisitori solo sul piano scientifico,
bisogna partire dallosservazione che le motivazioni che hanno portato al
caso Galileo sono da trovare nella richiesta di Galileo quest ultimo che la
Chiesa dovesse ammettere, che riguardo al moto del Sole:
" le sacre scritture contenevano
. molte proposizioni le quali, quanto al nudo senso delle parole, hanno aspetto
diverso dal vero per cui era necessario che i saggi
espositori produchino i veri sensi, e n'additino le ragioni particolari per che siano
sotto cotali parole stati profferiti. Stante, dunque, che la Scrittura in molti luoghi è
non solamente capace, ma necessariamente bisognosa d'esposizioni diverse
dall'apparente significato delle parole, mi par che nelle dispute naturali ella dovrebbe
esser riserbata nell'ultimo luogo.
ed essendo, di più, convenuto nelle Scritture, per accomodarsi
all'intendimento dell'universale, dir molte cose diverse, in aspetto e quanto al
significato delle parole, dal vero assoluto
...che le Scritture, ben che dettate dallo Spirito Santo, per l'addotte cagioni
ammettono in molti luoghi esposizioni lontane dal suono letterale
.. o bisogna alterar il senso delle parole, e dire che quando la Scrittura dice che
Iddio fermò il Sole, voleva dire che fermò 'l primo mobile, ma che, per accomodarsi
alla capacità di quei che sono a fatica idonei a intender il nascere e 'l tramontar del
Sole, ella dicesse al contrario di quel che avrebbe detto parlando a uomini sensati."
2.- Mi sono limitato a riportare solo le frasi più significative della lettera di Galileo
a Benedetto Castelli, ma espressioni analoghe, possiamo trovare nelle lettere
a Cristina di Lorena, Piero Dini, ecc..
E inutile che faccia notare limportanza di queste affermazioni, perché
proprio questa richiesta di Galileo, di ritenere necessaria una interpretazione
autentica delle Sacre Scritture da parte di saggi espositori, creerà i
presupposti del processo. Infatti la pretesa di Galileo che i passi della Bibbia, in
cui si parla del moto del Sole, siano contrari alla evidenza fisica e quindi siano
erronei, sarà lorigine dello scontro con linquisizione.
Si deve ricordare che vi era una sostanziale differenza fra i protestanti e la Chiesa di
Roma sulla interpretazione delle Sacre Scritture. Infatti i protestanti lasciavano al
credente linterpretazione delle letture, cosa che invece la Chiesa assegnava al
clero.
3.- Devo premettere al mio ragionamento che il processo a Galileo è stato per la Chiesa
uno dei principali errori commessi nella sua storia. La pretesa e larbitrio di
potere affrontare un problema di tali contenuti con autorità e presunzione peserà molto
a lungo e costituirà un pregiudizio e comunque un grosso ostacolo nei rapporti fra
scienze e fede con le conseguenze che tutti sappiamo bene.
Quello che voglio provare, è lassoluta correttezza scientifica della frasi Bibliche
e della debolezza della posizione di Galileo. Daltro canto, unanalisi
approfondita delle posizioni della Chiesa, rivelano sorprendentemente come gli
argomenti di Bellarmino, Urbano VIII e i gesuiti romani presentino una maggiore apertura
ed elementi più corretti nei contenuti fisici e negli argomenti epistemologici
rispetto a quelli di Galileo.
Partiamo dallosservazione che, almeno da un punto di vista cinematico, il
moto o il movimento di un punto o di un corpo è un concetto relativo, nel senso
che per parlare di moto occorre precisare o introdurre prima la nozione di
osservatore rispetto al quale il moto viene riferito. In tal modo quando si parla di moto
della Terra, si intende che stiamo parlando di moto della Terra rispetto al Sole, che
sarà losservatore. Ma risulta altrettanto lecito parlare di moto del Sole
rispetto allosservatore Terra. La cosa che si può aggiungere è che nel
sistema solare risulta più agevole e conveniente per la descrizione del moto dei pianeti,
scegliere il riferimento solare e quindi la visione Copernicana del moto. Ma non
esiste una ragione di principio per preferire una scelta rispetto allaltra. Del
resto sappiamo che nellUniverso non esistono corpi che possiamo ritenere fermi
gli uni rispetto agli altri e quindi non è possibile privilegiare alcun osservatore, se
non per convenienze tecniche o legate al particolare studio che si vuol fare.
4.- Personalmente ritengo che basterebbe questa motivazione per comprendere come la
richiesta da parte di Galileo di una necessaria interpretazione della Scrittura sia
una pretesa ingiustificata. Però voglio da un lato accettare anche il punto di vista di
coloro che non si accontentano di una visione cinematica del problema, ma vogliono
meglio comprendere il problema specifico su basi dinamiche, cioè non come semplice
descrizione del moto, ma correlando il moto alle cause che lo determinano. Una
obiezione a questa richiesta potrebbe essere la constatazione che Newton, fondatore della
dinamica nacque un anno prima della morte di Galileo e quindi al tempo del processo
si poteva parlare solo in ambito cinematico. Ma questo forse può essere ritenuto un
argomento debole.
Per cui veniamo alla Dinamica Newtoniana, che porterà nei due secoli successivi
allaffermazione del sistema Copernicano e alla consacrazione di
Galileo. Infatti la meccanica newtoniana si fonda sulle 3 famose leggi. In
particolare la prima afferma:
Esiste un osservatore chiamato inerziale (o Galileiano) rispetto al quale un punto
materiale non soggetto a forze assolute (cioè dovuto alla presenza di altri corpi)
rimane in quiete o si muove di moto rettilineo ed uniforme.
5.- La seconda legge fa uso della prima, quando dice che la famosa legge del moto: F = m x
a
Forza = massa x accelerazione
Nota. Vale solo se riferita ad osservatori inerziali.
Quindi, seguendo Newton, appare evidente che in dinamica, si devono privilegiare gli
osservatori inerziali, perché secondo la teoria di Newton, solo rispetto ad essi valgono
le leggi del moto. Si pone quindi il problema di individuare tali osservatori. Come
è noto un osservatore con origine nel centro del Sole e assi orientati verso le
stelle fisse è in ottima approssimazione inerziale. La stessa cosa non possiamo dire
per un osservatore solidale con la superficie terrestre. Per cui, in questo
ambito, si introduce fra limpostazione Copernicana e quella Tolemaica una
chiara scelta tutta a favore della prima. Questo è, detto in breve, ciò che motiva
laffermarsi della dottrina Copernicana nei secoli XVIII e XIX e quindi anche la
visione di Galileo del moto assoluto della Terra.
6.- Già alla fine del 800 Ernst Mach osservava la necessità di descrivere le leggi
fisiche in funzione di un qualsiasi osservatore. Opponendosi alla pretesa
di introdurre uno spazio assoluto che di fatto è presente nel modello Newtoniano,
mediante il concetto di osservatore inerziale. Inoltre fu il primo a considerare
le leggi della fisica soltanto come modelli, concepiti dalluomo, in grado di
organizzare e sistemare le osservazioni sperimentali e non come leggi in grado
di esprimere e rappresentare la realtà della natura.
Ma colui che doveva dare il colpo definitivo a questa concezione assoluta del
mondo fisico e per quanto ci interessa del concetto di osservatore inerziale, fu
A. Einstein mediante la teoria della Relatività Generale
7.- Nella sua precedente teoria sulla Relatività Ristretta, che Einstein formulò nel
1905, si proponeva una equivalenza fra tutti gli osservatori inerziali, in analogia a
quanto già sostenuto nellambito della meccanica classica Newtoniana. Come già
osservato, questo poneva i sistemi sistemi inerziali, su una posizione privilegiata.
Questa situazione turbava Einstein a livello formale e per il suo desiderio di una
completezza e generalità del modello teorico ed anche perché nei fenomeni
elettromagnetici non esistevano riferimenti privilegiate come quelli inerziali. |
Questa separazione fra le due classi di osservatori
doveva però entrare in crisi a seguito del celebre esperimento (ideale) noto come
ascensore di Einstein. Se consideriamo un osservato chiuso allinterno di un
ascensore in caduta libera, quindi sottoposto al campo gravitazionale terrestre
potrebbe supporre di essere in un sistema privo di gravità; infatti ogni oggetto
lasciato a se stesso rimarrebbe alla stessa altezza allinterno della cabina. Questo
ci porta a dire che non è possibile distinguere fra il sistema terreste (non
inerziale) ed un sistema per cui vale la prima legge di Newton e quindi inerziale. Questa
osservazione ha portato Einstein alla formulazione di una teoria che ponesse tutti
gli osservatori sullo stesso piano e che sarà la teoria della relatività generale. Essa
compie un importante passo, perché afferma non esserci motivazioni fisiche e tanto
meno ragioni teoriche per privilegiare un osservatore rispetto ad un altro. Per
cui verranno considerati, nellambito della Relatività Generale, tutti alla
stessa stregua. Quindi non esiste un osservatore assoluto, ma sono tutti relativi,
da cui nasce la parola relatività.
8.- Su questa base possiamo affermare che anche lo studio dinamico del movimento dei
corpi, porta allo stesso risultato concettuale già espresso nel
quadro cinematico.
Possiamo pertanto concludere che sia la visione Tolemaica del moto del sistema solare, sia
quella Copernicana risultano concettualmente equivalenti, nel senso che non vi sono
ragioni legate a leggi o principi generali che privilegino un sistema rispetto
allaltro. Rimane parimente vera laffermazione di una
maggiore convenienza, funzionalità o semplicità nelluso di un sistema
rispetto allaltro, in particolare del sistema Copernicano rispetto a quello
Tolemaico. Ma non è possibile affermare che la Verità stia nel modello
eliocentrico, come invece sostenuto da Galileo in diversi passi delle sue lettere.
Non è quindi neanche vera laffermazione più volte ripresa da Galileo, che
due verità non possono contraddirsi. Vorrei a questo punto osservare che
ogni teoria fisica non è che la creazione di un modello su basi scientifiche che
vuole rappresentare i fenomeni, ma non può identificarsi con la Verità. Essendo
la Fisica come scienza e per sua natura, una espessione del pensiero
delluomo. Pertanto non è assolutamente strano che si possano realizzare due
teorie fisiche in grado di rappresentare uno stesso fenomeno da due punti di vista
diversi. Pensiamo a questo proposito allinterpretazione corpuscolare e
ondulatoria che viene proposta nellambito dei fenomeni quantistici. Pertanto
una teoria non può escluderne unaltra, anche se vi sono elementi che le
differenziano.
9.- Come già osservato, questa complessa visione non doveva essere ben compresa dal
Nostro. Ma proprio questo è un punto importante del dibattito fra Bellarmino,
Urbano VIIII e Galileo.
Torniamo alla prima questione, cioè alla possibilità di impostare il moto del
sistema solare sia seguendo il punto di vista Copernicano e sia quello Tolemaico,
o in altre parole, a ritenere esserci una equivalenza concettuale
fra queste due teorie. A questo proposito Bellarmino nella lettera a padre Castelli
osserva:
«Dico che mi pare che V.P. e il Sig. Galileo si legge nella lettera facciano
prudentemente a contentarsi di parlare ex suppositione e non assolutamente, come
io ho sempre creduto che abbia parlato il Copernico. Perché il dire che, supposto
che la terra si muova et il sole stia fermo si salvano tutte l'apparenze meglio
che con porre gli eccentrici et epicicli, è benissimo detto, e non ha pericolo
nessuno [
].»
10.- In questo famoso passo, che da alcuni autori è ben compreso e valutato,
mentre da altri sembra criticato, il Bellarmino mette in guardia Galileo dal
ritenere ed anche formulare leliocentrismo come una Verità (cioè
assolutamente), ma al contrario sostiene la necessità di considerarlo come una ipotesi,
cioè come un punto di vista. In altre parole mi sembra di potere dire che da
un lato egli comprende il valore relativo delle proposizioni scientifiche e
dallaltro propone leliocentrismo come un possibile
osservatore dal quale studiare il sistema solare e quindi il moto dei pianeti. Per
cui da questa lettera risulta che la posizione di Bellarmino è al tempo stesso
moderna sul piano epistemologico e corretta nei contenuti e nella trattazione
fisica. In altre parole il Bellarmino non rifiuta il sistema copernicano, ma invita
Galileo a studiarlo considerando il moto dei pianeti sulla base del punto di vista o
dellosservatore solare. Inoltre sempre nella lettera di Bellarmino
leggiamo Dico che quando ci fusse vera dimostrazione che il Sole stia nel centro del
mondo e la Terra nel terzo cielo, e che il Sole non circonda la Terra, ma la Terra
circonda il Sole allhora bisogneria andar con molta considerazione in esplicare le
scritture che paiono contrarie, e piuttosto dire che non l'intendiamo che dire che
sia falso quello che si dimostra. Ma io non crederò che ci sia tal dimostrazione, fin che
non mi sia mostrata: né è l'istesso dimostrare che supposto che il Sole stia nel
centro e la Terra nel cielo, si salvino le apparenze, e dimostrare che in verità il Sole
stia nel centro e la Terra nel cielo; perché la prima dimostrazione credo che ci
possa essere, ma della seconda ho grandissimo dubbio. Da questo passo mi pare chiaro
che Bellarmino rifiuta leliocentrismo come Verità assoluta, ma propone la
visione empirica del fenomeno e la relatività nella scelta del punto di
vista.
11.- Riassumendo, se da un lato non ha senso dire che la Terra è al "centro"
dell'Universo, dall'altro non si può affermare che il passo del libro di Giosuè,
in cui lo stesso Giosuè rivolgendosi al Signore esclama:
"O Sole, fermati su Gabaon, e tu, Luna, sulla valle di Aialon. E il Sole si fermò e
la Luna ristette, fino a che il popolo si fu vendicato dei suoi nemici", sia
una affermazione scientificamente errata, come affermato da Galileo nelle sue
lettere.
Come ho detto allinizio la questione è nata proprio perché si è sollevato il
problema della interpretazione della Scrittura. Prima dallallora nessuno era
stato colpito e perseguitato per avere espresso o aderito al sistema Copernicano.
Anche Giordano Bruno, che era copernicano, non fu accusato di questo.
Spero che sia chiaro, per quanto detto sopra, che la pretesa di Galileo della necessità
da parte della Chiesa di intervenire e ritenere che
linterpretazione letterale dei testi non fosse aderente alla realtà
fisica, viene a cadere completamente.
12.- Infine è almeno curioso ricordare come Urbano VIII, durante le udienze concesse a
Galileo nel 1624, alla richiesta di pubblicare un nuovo libro (che
doveva parlare delle maree e che sarà il Dialogo), concedesse a Galileo
"il permesso di pubblicare la sua teoria sulle maree, purché affermasse che dei moti
della Terra si parlasse soltanto come d'un'ipotesi, la cui realtà [oggettiva] non
poteva essere dimostrata ne con esperimenti sulla Terra, ne con osservazioni
del cielo" (da Galileo, di Stillman Drake).
Quindi anche Urbano VIII sostiene quanto già affermato da Bellarmino, ma inoltre egli
afferma limpossibilità di una verifica sperimentale del moto assoluto
della Terra. A sostegno di tale impossibilità, possiamo usare proprio
largomento che Einstein propone con lesperienza
dellascensore. Infatti quellesperimento, esposto sopra, conferma
lincapacità da parte dello sperimentatore di distinguere fra le
due possibile scelte che portano alla stessa osservazione. Cioè
se stiamo cadendo con un ascensore in un campo gravitazionale terrestre,
oppure stiamo viaggiando di moto rettileneo e uniforme rispetto ad un
osservatore inerziale come può essere il riferimento solare. Pertanto, se non è
possibile comprendere o verificare sperimentalmente la differente realtà del
movimento, nello stesso modo non è possibile una verifica sperimentale che provi il
moto assoluto della Terra.
13.- Nel caso gli argomenti da me presentati non siano stati sufficientemente convincenti,
è possibile portare una ultima, a mio parere conclusiva prova. Nel 1582, come è
noto, la Chiesa di Roma promulgò il famoso calendario Gregoriano. Che prevedeva la
eliminazione di 10 giorni dal calendario (saranno i giorni dal 5 al 15 Ottobre del
1582). Questa riforma, che si è rivelata estremamente precisa, poteva essere realizzata
soltanto se si era in possesso di misure astronomiche estremamente accurate e
inquadrabili in una corretta teoria del moto del Sistema Solare. Ma il modello scelto per
questa riforma fu proprio e solo il modello Tolemaico. Questa è la prova che è
possibile fornire una descrizione corretta dei fenomeni relativi al
nostro sistema Solare seguendo un punto di vista geocentrico. |
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INCONTRO alla ACCADEMIA DELLE SCIENZE |
Nota. Nel quadro dei consueti incontri, il 4 giugno 2019, alla
Accademia delle Scienze, i Colleghi (anche presente il prof. W. Tega, socio ASDU e
Presidente della Accademia) il prof. Giannino Praitoni ha intrattenuto gli amici sul
"Passante di mezzo", un progetto molto discusso nella Emilia Romagna, di
triplicazione delle corse della autostrada tangenziale di Bologna. |
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GIANNINO PRAITONI*, SUL PASSANTE
DI MEZZO
( AMPLIAMENTO A 3 CORSIE, PER SENSO DI MARCIA, DELLA ATTUALE "TANGENZIALE" DI
BOLOGNA ) |
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* Professore Associato, già Docente di Teoria e Tecnica
della Circolazione Scuola di Ingegneria ed Architettura Bologna |
LA RELAZIONE TECNICA DEL PROF. PRAITONI
Premessa. La decisione delle Amministrazioni
Locali (Comune, Città Metropolitana, Regione) in accordo con ANAS, Soc. Autostrade,
Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, riguardante la scelta del Passante di
Mezzo (ampliamento a 3 corsie per senso di marcia dell'attuale arco autostradale di
raccordo fra autostrade A1 e A14) ha suscitato non poche perplessità e contrarietà - in
particolare da parte dei fautori di soluzioni alternative "fuori sede"-
incentrate sulle problematiche relative all'inquinamento acustico e atmosferico,
l'occupazione di ulteriore suolo pubblico e privato, nonché sul costo dell'opera e gli
inevitabili disagi derivanti dagli interventi strutturali in loco.
Ricordando che a tale decisione si è pervenuti dopo oltre venti anni
di proposte varie (Passante Nord, Passantino, Passante Sud, ecc.) è necessario
evidenziare che nessuna di esse propone stime di condizioni funzionali dell'
infrastruttura in termini di Livello di Servizio, secondo la procedura proposta da Highway
Capacity Manual pubblicazione scientifica di validità universale, adottata in tutti
gli Atenei, redatta dal Transportation Research Board del National Research
Council , Ente Federale USA paragonabile al nostro CNR.
Pertanto lo scrivente, utilizzando idonei dati statistici di traffico
forniti da diverse fonti, ha proceduto alla stima del suddetto Livello di Servizio,
del Passante di Mezzo pervenendo alle conclusioni di seguito illustrate.
CONTINUA SU: http://www.universitas.bo.it/Praitoni2.pdf |
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I professori a cena, tra allegria e cose seriose |
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Il prof. Pier
Luigi PAPINI *
riferisce su "USO e ABUSO della MATEMATICA" |
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Nell'incontro, è stato evocato il fatto
che alcune Università, come quelle di Padova e Trento,
riconoscono al professore in quiescenza, che continua lo studio, il titolo di
Professore Senior |
* Professore Ordinario di Complementi Di
Analisi Matematica Ed Elementi Di Calcolo Delle Probabilità |
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1.- La matematica, in
passato, si evolveva in buona parte per cercare di risolvere problemi della fisica: è
questa la scienza che meglio si può descrivere in termini matematici, visto che i
fenomeni fisici sono ripetibili: nel senso che essi, da analoghe condizioni
iniziali, si evolvono nella stessa maniera anche se avvengono il luoghi e tempi
diversi.
Senz'altro il rapido progresso dei mezzi di calcolo ha reso meglio controllabili i
movimenti di razzi e satelliti, più efficiente il controllo del traffico aereo (e
ferroviario).....
Per molte altre scienze le cose vanno diversamente.
In campo ingegneristico e trasportistico, nonostante l'evoluzione della matematica, spesso
sono ancora più credibili i risultati della sperimentazione, che quelli forniti da
modelli ed equazioni difficilissimi da trattare. Ad esempio, nello studio di
incidenti ferroviari, profonde analisi hanno dato risultati non del tutto affidabili data
l'instabilità di equazioni basate sui troppi parametri.
2.- Consideriamo la meteorologia: l'evoluzione del tempo dipende da
molti parametri, difficilmente stimabili in generale. Un conto è occuparsi del tempo in
America, dove ad esempio nelle "grandi pianure" i venti non cambiano troppo
velocità e direzione. Altro è considerare il tempo in un paese come il nostro: le masse
d'aria, passando Alpi, Appennini, mare....., possono cambiare direzione; si
creano turbolenze magari limitate a piccole zone..... Troppi sono i parametri in
gioco per controllare l'evoluzione del tempo: anche se le potenze di calcolo oggi
disponibili hanno molto migliorato le previsioni a breve termine.
3.- In economia, a poco serve la matematica.... Quanti bravi matematici
sono diventati ricchi giocando in borsa?! Solo chi ha notizie "riservate"
dovrebbe giocare in borsa... Eppure importanti giornali (come MF) riportano giornalmente
decine di grafici, leggendo i quali (e studiando parametri chiamati \alpha, \beta ecc.) si
dovrebbero prevedere l'andamento della borsa e delle singole azioni.
4.- Ancora meno facile è fare previsioni in campo biologico. Molto
difficile è costruire un campione sufficientemente ampio ed omogeneo, mentre diverse sono
le reazioni di organismi diversi, anche se sottoposti a cure simili. Per questo i
suggerimenti che talora vengono forniti sull'uso di questo o quel cibo, sono spesso
soggetti a revisione. Per questo spesso solo in seguito ci si rende conto della nocività
di certi farmaci. Per questo tuttora non siamo sicuri dell'innocuità dei vaccini, poco
conosciamo i rischi connessi a onde, campi elettromagnetici ecc. Dunque, qual'è oggi
l'importanza e l'utilità della matematica? |
Ricordiamoci che i matematici
"di punta" si dedicano allo studio di problemi prestigiosi e complicati (ipotesi
di Riemann, Teorema di Fermat...), ma..... spesso poco "utili". 5. Astronomia. Fra i recenti"successi"
della matematica, possiamo citare:
L'aver permesso ad astronauti di giungere fino alla Luna (ma sarà vero ?!); ad
oggetti terrestri di giungere su Marte. Ma queste missioni, al di là del loro valore di
scoperta, sono davvero utili per l'umanità?
La barca Alinghi, sulla base di calcoli suggeriti da Quarteroni (matematico di Milano),
vinse la sfida dell'American Cup.
Gli studi legati al riconoscimento di immagini hanno molto aiutato la polizia nelle
indagini.
Anche POS, l'uso dei codici a barre..... non sarebbero stati possibili senza la
matematica.
Ma nei casi precedenti, più che la matematica in sè, è stato l'ausilio del calcolo a
dare una mano decisiva.
Una cosa importante in cui anche qualche teorema non banale (ma di facile comprensione) ha
aperto la strada al suo sviluppo, è la TAC, importante strumento di indagine clinica.
6. ALCUNE CONSIDERAZIONI SULLA STATISTICA
Da alcuni anni vanno di moda i sondaggi, gli exit poll ecc. Ma mentre all'inizio
essi parevano funzionare bene, ultimamente le cose vanno spesso diversamente.
I motivi sono diversi. Intanto, non sempre la gente vuole rispondere in modo sincero. Poi
i risultati sono "manipolabili" nel senso che le risposte possono dipendere
dalla forma in cui sono poste. Infine i campioni debbono essere sufficientemente ampli e
rappresentativi (occorre effettuare bene il piano degli esperimenti). Ad esempio, i
risultati che Mentana ci propone sul TG7 il lunedì, pare siano basati su un campione di
soli 1000 soggetti (il che darebbe una "forbice" assai ampia).
Strani parametri vengono considerati. che significa il "sentimento" su come
vanno le cose? E l'indice di fiducia dei consumatori ?!
Anche il PIL è qualcosa di molto labile: intanto, è un indice "totale", per
cui cresce di più dove la popolazione cresce maggiormente. Poi, visto che il
PIL cresce se ci sono molti incidenti stradali, se si usano maggiormente i condizionatori
o si consuma più benzina..., dobbiamo considerare la crescita dello stesso
come un segno di buona salute di un paese?! Pensiamo ai risultati assurdi cui il prof.
Ponti è giunto con la sua analisi costi-benefici sulla TAV Torino-Lione.
In ogni caso, si sa che le previsioni sull'andamento del PIL vengono comunicati e variati
in continuazione, da parte di vari organismi (BCE, ISTAL, S&P....): forse servono
soprattutto a favorire o penalizzare i vari paesi. |
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ASDU
Il Presidente
Prof. Nino Luciani
Al Rettore
Prof. Francesco Ubertini
Oggetto: ASDU - informativa e richiesta di udienza
Caro Rettore,
grazie al tuo intervento propiziatore, il 23 nov. 2018 ha avuto luogo il
secondo incontro (a far tempo da quasi 2 anni) con la Pro-Rettrice Elefante, a riguardo di
un modo adeguato di rapporto ASDU-UNIBO. Ho ritenuto che, nell'incontro, il passo
obbligato fosse assumere a riferimento la tua lettera, all'ASDU, dell'8 marzo 2018 .
In questa lettera sta scritto: "Ogni forma di sostegno, anche solo
tramite gli strumenti informativi interni, richiederebbe una parificazione delle
condizioni di accesso ad altri soggetti".
Su questa base (anche a prescindere da riferimenti a servizi specifici,
come agli strumenti infomatici ) ho cercato casi già risoliti dall'ateneo, ai quali
l'ASDU potesse somigliare per chiedere l'uguale trattamento.
Il caso identico è l'Associazione dei professori emeriti (cosa diversa
dalle persone dei professori emerii, che hanno una configurazione di legge ed un
regolamento di ateneo).
Confrontando i relativi statuti, entrambe sono associazioni di pensionati,
ed hanno gli identici scopi, in particolare la nostra associazione vuole incentivare
linteresse per la ricerca anche per chi è quiescenza e metterla a disposizione
dellAteneo.
Prima dell'incontro, avevo chiesto ed ottenuto un colloquio con il
dott. Fabrizio Borsari (che ha competenza per la Associazione degli emeriti) per avere
lumi, e non sbagliare nell'incontro con la Pro-Rettrice.
Questa lettera è per proporti che si addivenga ad una conclusione, ritenendosi
terminata la fase preliminare interlocutoria.
Cordialita'. Nino Luciani |
Come fare?
1.- La risposta viene dalla medicina del
terzo millennio cioè la medicina delle quattro P
:
-
Personalizzata Focus sulla persona perché ciascuno di noi è diverso;
- Predittiva Analisi dei fattori di
rischio individuali;
- Preventiva
Anticipa la malattia per conservare lo stato di salute;
- Partecipata
- Il paziente è co-protagonista con il medico della propria salute.
Importante è l'uso appropriato di alcuni
farmaci, quali: Vitamina B6, Vitamina B12, Acido Folico,
2.- La prevenzione è la risposta della nuova
medicina e ha lobbiettivo di mantenere al più al lungo possibile il benessere
personale e lo stato di salute psico-fisico!
Gli strumenti
della medicina delle 4P per la prevenzione
Individuazione dei fattori di rischio associati
alla malattia.
I fattori possono essere genetici, metabolici,
nutrizionali, ambientali, infettivi, etc.
Più fattori di rischio compongono un profilo di rischio.
Se i fattori di rischio sono molto numerosi e
interagiscono fra loro si può ottenere una carta
del rischio per la prevenzione di una determinata malattia.
Luso della carta del rischio nella
pratica clinica permette la valutazione del rischio individuale e indica il percorso di
prevenzione personalizzata.
Non sottovalutiamo e non ci
rassegniamo al deterioramento delle condizioni fisiche, emotive e cognitive, come fossero
normali condizioni negative legate al passare degli anni!
INFATTI
La PREVENZIONE, la
DIAGNOSI PRECOCE e la CURA PERSONALIZZATA, tramite adeguati programmi di intervento
clinico, permettono di mantenere, o recuperare lefficienza fisica e mentale.
Proponiamo un nuovo strumento
clinico:
-
la prima carta del rischio
per la prevenzione del decadimento cognitivo e della demenza particolarmente indicata per
le persone sane ma con familiarità positiva per la demenza.
Le carte del rischio
proposte individuano variabili biologiche, cliniche, ematochimiche e genetiche associate
con le malattie. Un algoritmo statistico-matematico appositamente applicato consente il
calcolo del livello di rischio individuale. La
carta del rischio permette la correzione delle variabili risultate alterate e fornisce un
prezioso percorso terapeutico personalizzato per attuare la prevenzione e aumentare gli
anni di vita indipendente e piena di impegni.
La carta del rischio per la demenza è stata sviluppata grazie agli studi condotti negli
ultimi 15 anni presso lUniversità degli studi di Bologna dallequipe
coordinata dal Prof. Federico Licastro già professore di Immunologia presso il
Dipartimento di Medicina Specialistica, Diagnostica e Sperimentale (DIMES) e professore
dellAlma Mater di Bologna in collaborazione con istituzioni di ricerca nazionali ed
estere.
La prevenzione è larma vincente per rimanere in salute e godersi i nostri anni che
passano! |
|
.
Edizioni precedenti |
|
ASDU -
Associazione Scientifica Docenti Universitari, Sede in Bologna, Via Titta Ruffo, 7
Registrata al Pubblico Registro dell'Agenzia Entrate, il 22 maggio 2015, n. 91379200370 |
. |
Interessante
scoperta circa una data certa di origine dell'Ateneo di Bologna.
Anche notizie su Pavia |
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Gualtiero Calboli*, Sulla Rhetorica ad C. Herennium
agli albori dell'Università di Bologna. |
|
Anche una lettera
dell'ASDU su altro, in risposta a lettera negativa del Rettore |
* Professore Emerito, Latinista |
Soci
Fondatori: Alberto Corlaita, Anna Maria Dipietra, Carlo Cencini, Carlo Emanuele
Gessa, Fabrizio Bolletta, Federico Licastro, Francesco Mainardi,Francesco Zaccanti, Franco
Frabboni, Giampietro Minelli, Gianni Porzi, Giannino Praitoni, Giorgio Dragoni, Giorgio
Cantelli Forti, Giovanni Venturi, Giulio Ghetti, Gualtiero Calboli, Mauro Fabrizio, Nino
Luciani, Paolo Pupillo, Giovanni Pallotti, Pierluigi Papini, Stefano Mignani, Vittorio
Tomasi, Walter Tega |
ISCRIZIONI SEMPRE APERTE - SCRIVERE - NESSUNA SPESA DI
ISCRIZIONE |
|
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UNIVERSITA' DI BOLOGNA
IL RETTORE
(Prof. Francesco Ubertini)
- Al Presidente
della Associazione Scientifica Docenti Universitari
Oggetto: ASDU - richiesta di riconoscimento da parte
della Alma Mater Studiorum Università di Bologna
Caro Collega,
pur comprendendo il carattere propositivo e il valore
associativo di ASDU, devo evidenziarti che le policy di Ateneo non ci consentono un
riconoscimento di associazioni promosse da persone che non siano in servizio, salvo i casi
di partecipanti dell'Ateneo finalizzate al perseguimento di specifiche finalità
istituzionali.
Fra l'altro ogni forma di sostegno, anche solo tramite
gli strumenti informatici interni, richiederebbe una parificazione delle condizioni di
accesso rispetto ad altri soggetti.
Sono dunque spiacente nel doverti comunicare che
l'Ateneo non può accogliere la vostra richiesta di riconoscere l'Associazione.
Rimango a disposizione per ogni altro chiarimento si
rendesse necessario.
Con i miei più cordiali saluti
FRANCESCO UBERTINI
Bologna 8 marzo 2018
. |
ASDU Associazione
Scientifica Docenti Universitari A Magnifico Rettore
Prof. Francesco Ubertini
Caro Collega ,
in riferimento alla tua lettera, ho provato disappunto ma non per il diniego di
legittimazione, bensì per il sovvertimento dei fatti, usati come presupposti per la
motivazione. Chiarire, innanzitutto, che non ci consideriamo estranei
all'Ateneo, in quanto per la legge Gelmini, tre "esterni" sono eletti nel CdA
dell'Ateneo. E, infatti, proprio perchè memori della legge, avevamo partecipato, con un
Comitato docenti-studenti al dibattito sulle elezioni del rettore, concorrendo
fattivamente alla costruzione di una fiducia al migliore. Questa stessa fiducia, da
esterni, confermiamo ora, e da qui riparte questa mia lettera.
Nello specifico, chiarire che :
1) L'idea di chiedere il riconoscimento non è nostra, ma della delegazione rettorale che
ci ha incontrato nel settembre 2016 (la prima ed unica volta). Noi vi abbiamo solo
ottemperato.
2) In origine, e fino a quella data, (come risulta da tutti gli approcci verbali
con il pro-rettore Rotolo) la nostra impostazione era ispirata allo statuto della
Associazione degli Emeriti, il cui art. 3 recita: "L'AME ha finalità puramente
culturali e si prefigge di mettere a disposizione dell'università e della società le
competenze dei propri componenti nelle forme che si riterranno più consone
Ulteriore scopo è favorire le relazioni tra i colleghi nonché quello di tutelare il
ruolo dei professori nelle istituzioni accademiche e di favorirne le relazioni
internazionali con analoghe istituzioni" ;
3) La posizione della nostra Associazione è identica a quella dei professori
emeriti.
- una cosa sono le persone dei professori Emeriti come figure previste dalla legge, a
parte che il rilievo (T.U., art.111) che "non competono particolari prerogative
accademiche" ricorda che essi sono pensionati, vale dire esterni all'Ateneo, come i
membri dell'ASDU;
- una cosa è la Associazione degli Emeriti, che è identica a quella
dell'ASDU. Dunque ad essa è applicabile il medesimo rilievo della tua lettera: "Ogni
forma di sostegno, anche solo tramite gli strumenti informatici interni, richiederebbe una
parificazione delle condizioni di accesso rispetto ad altri soggetti".
Ti ricordo che agli Emeriti la Unibo ha dato trattamento di favore per la posta
elettronica, è concesso l'accesso ad uno studio nel dipartimento ed è concessa una sede
alla loro Associazione. Ma noi non vogliamo che venga tolto nulla ai Colleghi Emeriti.
Noi abbiamo chiesto :
a) non l'ufficio, in quanto non si intende creare oneri per l'Ateneo;
b) ma che la account attuale, già attribuita di fatto, lo sia ufficialmente;
c) e che il curriculum e le pubblicazioni scientifiche sia conservato in apposita
cartella, come patrimonio dell'ateneo, al momento di andare in pensione;
d) e che il pensionato possa aver rapporto scientifico da esterno, con il
dipartimento di provenienza, sia pur a determinate condizioni (anche assicurative) fissate
dall'Ateneo. Ai Colleghi emeriti gli elementi di cui alle lettere b), c), d,) sono già
date, per cui (nell'interesse dell'Ateneo), per cui ti chiediamo di riesaminare quanto
alle lettere medesime.
Cordiali saluti. nino luciani
---------------------------
POSCRITTO n. 1
Identica Associazione esiste alla Università di Padova e da questa riconosciuta. Clicca
su:
- http://www.unipd.it/sites/unipd.it/files/20160516e.pdf
- https://www.alumniunipd.it/bacheca/postdettaglio/30074 |
Gualtiero Calboli, Brevissima nota sulla Rhetorica
ad C. Herennium agli albori dell'Università di Bologna |
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Nel 1111 Adalbertus Samaritanus fu invitato a leggere e
commentare agli scholares Bononieneses la Rhetorica ad C.Herennium, unopera
attribuita a Cicerone a partire da S.Girolamo (in Abdiam VI A, p.361 Vallars,
dellanno 395-396, dove si legge Tulli libri ad Herennium ). Adalberto
commentò lAd Herennium dal 1111 al 1118, e la sua attività fu continuata
da Ugo da Bologna, fino al 1124.
Quindi la data del 1111 (successiva a quella di
presumibile origine) è la prima data sicura dellesistenza
dellUniversità di Bologna, che iniziata con lattività glossografica
del monaco tedesco Werner (trascritto in alcuni codici in Irnerius) cominciò
probabilmente alcuni anni prima. Poi questopera continuò ad essere usata dai
Glossatori dello studio di Bologna, per il loro training nellattività
forense e per insegnare il dictamen, cioè il modo in cui doveva essere composta
una lettera o unorazione . E il dictamen fu il momento di maggior gloria
dellUniversità di Bologna.
Voglio chiarire, preliminarmente, che io non metto in dubbio la priorità
dellUniversità di Bologna, ma intendo solo ricordare alcuni punti che non possiamo
più ignorare dopo gli studi di Radding e di Radding e Ciaralli. Già nel capitolare
Olonense dell825 di Lotario si dice chiaramente che Papia è un centro di studi dove
si devono recare i giovani che vogliono seguire una scuola, ovviamente di diritto canonico
e/o civile.
Hlothari Cap.Olonnese 6 (MGH Legum Sectio II, Capitularia Regum Francorum, Tom,I, p.327)
[...] Propter oportunitatem tamen omnium apta loca distincte ad hoc
exercitium providimus, ut difficultas locorum longe positorum ac paupertas nulli foret
excusatio. Id sunt: primum in Papia conveniant ad Dungalum de Mediolano, de Brixia,
de Laude, de Bergamo, de Novaria, de Vercellis, de Tertona, de Aquis, de Ianua, de Aste,
de Cuma; in Eporegia ipse episcopus hoc per se faciat; in Taurinis conveniant de
Vintimilio, de Albigano, de Vadis, da Alba; in Cremona discant de Regia, de Placentia,
de Parma, de Mutina; in Florentia de Tucia respiciant; in Firmo de Spoletinis civitatibus
conveniant; in Verona de Mantua, de Triento; in Vincentia de Pataåvis, de Tarvisio, de
Feltris,
; reliquae civitates Forum Iulii ad scolam conveniant.
Come ha sottolineato Radding (1988), Pavia fu il più
antico centro di studi, in essa insegnò un maestro irlandese, Dungal (lunico citato
nel Capitolare), il quale, come aveva fatto prima S.Colombano, il fondatore del Monastero
di Bobbio, si era stabilito prima in Francia, a S.Dionigi presso Parigi, e poi si
trasferì a Pavia (su Dungal e la sua attività di filologo, ha dato un quadro molto ricco
Mirella Ferrari (1972). Inoltre Radding (1988: 189-244) ha raccolto i nomi e le notizie di
455 giuristi che, formati nella Camera Regia di Pavia, che era stata la capitale dei re
Longobardi, si diffusero come giuristi e giudici nellItalia del Nord e nei ducati
longobardi di Spoleto e Benevento. Questi giuristi si erano format su una parte del Corpus
Iuris di Giustiniano, il Codex Iustinianus, le Institutiones e
lEpitome Iuliani delle Novelle giustinianee, che scritte in greco, furono
conosciute nel testo latino dellEpitome. |
(Continua G. Calboli). Mancò, quasi completamente ai giuristi pavesi la conoscenza del Digestum
Iustiniani, anche se Radding e Ciaralli hanno più di recente (2007: 133-213)
dimostrato che larchetipo S di uno dei due rami di codici che hanno
tramandato il Digestum, la vulgata, era presente in Lombardia. Laltro
ramo era la Florentina (già Pisana), rovinata, peraltro, da molte lacune. I giuristi Bolognesi a partire dal monaco tedesco Irnerius (o Werner, come egli
stesso si firma io credo), usarono invece anche il Digestum, anche nella vulgata,
quindi nella tradizione più completa e cominciarono a commentare il Digestum,
cioè a glossarlo. Le Glosse e lattività glossografica, culminata nelle Glossa
Grossa di Azzone, furono la base di partenza dellUniversità di Bologna (di Pepo si
sa troppo poco, ma si può pensare che sia da porre in questo gruppo di giuristi) e dello
studio del Diritto Canonico e del Diritto Civile. Io non voglio addentrarmi su questo
terreno dei giuristi, che partirono, quindi, dallo studio integrale del Corpus Iuris
di Giustiniano, e dalle scuole di Notariato, su cui hanno giustamente insistito Giogio
Cencetti (1977) e Giorgio Tamba (1988), ma voglio ricordare solo il secondo non meno
importante aspetto di tale attività, il training retorico, essenziale al Dictamen,
che fu lo studio in cui eccelse per quasi due secoli lUniversità di Bologna nel
mondo medioevale e Pre-umanistico.
Naturalmente non dobbiamo neanche per un momento dimenticare lo studio del Diritto
Civile e Canonico dei giuristi bolognesi e la loro attività di Glossatori, appunto, del Digestum
Iustiniani.
Ora dedicherò la mia attenzione in modo meno che telegrafico allopera
che nel 1111, come abbiamo visto sopra, entrò come testo di scuola, accanto al Digestum
Iustiniani, nellUniversità di Bologna. Naturalmente su ogni punto del quadro che
tratteggerò si sono aperte discussioni e contrasti dopinione, discussioni a cui io
stesso ho partecipato con numerosi interventi, facendo tesoro dei contributi offerti da
molti studiosi, ma ovviamente non incontrando sempre un accordo unanime. Il mio è, però,
un quadro dove tutti i punti sono fra loro coerenti. Senza troppo indagare sui motivi, nel
II sec. a.C., Roma, da centro egemone dellItalia, diviene il centro del
Mediterraneo: ha sconfitto in una lunga e difficile serie di guerre i Fenici, che hanno
opposto a Roma la forza della loro colonia di Cartagine, e lo stato romano governato da
una oligarchia di circa 150 famiglie, messe in luce da Friedrich Münzer (1920), è
divenuto una Res Publica dove il nuovo ceto imprenditoriale e commerciale degli equites
cerca di entrare nei centri del potere, senato e magistrature e la lotta politica si
svolge nei tribunali.
È il tempo in cui Catone il Censore, ci mostra il più chiaro esempio di un uomo
nuovo che lotta nei tribunali, servendosi della sua oratoria, influenzata, seppure
parzialmente dalla retorica greca, che Catone, con ogni probabilità non ignorava, ma
conosceva in modo abbastanza approssimativo (cf. G.Calboli, "Retorica di
Catone", in 2003b: 11-39). La fine del II sec. a.C. e linizio del I vede la
montée des accusateurs (J.-M. David, 1979: 145) e il passaggio alla lotta
armata nelle guerre civili fra Mario e Silla e poi tra la factio nobilium, come la
chiama Sallustio, uno storico delletà di Cesare, e i populares o la plebe o,
più semplicemente, ma correttamente il gruppo dei populares attorno a C.Mario. La Rhetorica
ad C.Herennium, è stata composta con ogni probabilità fra l86 e l82 a.C.
Per tutto il Medioevo, la Rhetorica ad Herennium fu attribuita a Cicerone e
questo fu molto importante per il successo di questopera. Ciò riguarda la storia
del Ciceronianesimo, ma è interessante quanto scrive, uno dei maggiori maestri della
cultura letteraria del Medioevo, John Ward, "The Medieval and Early Renaissance
Study", p.58s. "a text such as the Rhetorica ad Herennium had everything:
concision, good classical credentials, comprehensive treatment, and after the time of
Menegaldus [XI saec.ex.], commentaries". Ricordo che come si ricava
dallarticolo di Antonio Ivan Pini, "Federico II, lo studio di Bologna e il
Falso Teodosiano ", p.86 [lart. si trova in Google], il nome di
Cicerone ritorna nella Notitia aggiunta forse (come suppone con buona probabilità
il Pini) dal grande Buoncompagno da Signa, per screditare il Teodosiano. Il falso
Teodosiano era stato prodotto dal Comune di Bologna nel 1225, per contrastare il decreto
imperiale di Federico II, che nel 1225, aveva ordinato la chiusura dellUniversità
di Bologna, e il Teodosiano voleva rappresentare un decreto dellImperatore
Teodosio II che nel 423 d.C. avrebbe indicato in Bologna la sede unica
dellUniversità e imposto che studenti e professori restassero nel territorio
bolognese, descritto nei suoi confini. Questo Teodosiano doveva aver irritato studenti e
professori, che non volevano essere legati a un luogo, e provocò argomenta acutamente
Pini la reazione di un professore, probabilmente Buoncompagno, che nella Notitia,
per screditare il Teodosiano, inventò, accanto ad altre incongruenze, la notizia,
addirittura comica, che questo decreto fosse stato stilato da Cicerone, definito quale
notaio di Teodosio II. Vorrei aggiungere che Buoncompagno era uno specialista di retorica.
E in quegli anni nello studio di Bologna, la retorica ciceroniana, rappresentata dalla Rhetorica
ad Herennium, attraverso il Dictaamen si era già ampiamente imposta.
E lattribuzione della Rhetoric ad Herennium a Cicerone, rimase
fino allUmanesimo, finché Angelo Decembrio nelle Politia Litteraria del 1462
avanzò i primi dubbi, molto probabilmente per contribuire al rilancio
dellUniversità di Ferrara, voluta in quegli anni da Lionello dEste,
svalutando il testo principe del dictamen bolognese, la Rhetorica ad C.Herennium,
chiamata anche nel Medioevo la Rhetorica nova di Tullio, contrapposta al De
inventione di Cicerone, detta la Rhetorica vetus. La forza di penetrazione
della Rhetorica ad Herennium nellambiente dei Monasteri e delle Cattedrali e
poi delle Università, a partire da Bologna, dipese da due elementi, (1)
lattribuzione a Cicerone, fissata, secondo me, da S.Girolamo, uno dei grandi Padri
della Chiesa nel commento In Abdiam, dellanno 396 e (2) la completezza della
dottrina retorica (rispetto al De inventione di Cicerone, che comprendeva solo
linventio delle cinque parti della retorica: inventio, dispositio,
elocutio, prununtiatio, memoria, ed era stato lasciato incompiuto). Ma, a parte la
notizia relativa ad Adalberto Samaritano, che nel 1111, fu incaricato di leggere (e
commentare) la Rhetorica ad Herennium, i giuristi bolognesi, i glossatori, usarono
querstopera? I riferimenti sono pochi, ma non mancano e sono stati raccolti da
Gerhard Otte (1971) che io stesso ho largamente impiegato. Di fatto in tutta la
giurisprudenza ante-adriana, Cicerone è ricordato solo 5 volte, tutte citazioni rricavate
dal Digestum. Ma perché i giuristi, sia romani che alto-medievali dichiararono
abbastanza poco di usare o aver usato la Rhetorica ad Herennium? La retorica,
fissata da Aristotele (e già prima dallautore della Retorica ad Alessandro di
Anassimne), poi da Ermagora di Temno e dai retori soprattutto di Rodi, dedicava la maggior
parte dello spazio alla retorica giudiziaria, il , molto meno al genere deliberativo ( ) e
a quello celebrativo ( ).
Ma i giuristi romani, che venivano dalla grande tradizione dei pontefici,
considerarono la retorica una dottrina scolastica greca, che serviva alla formazione dei
giovani, ma non aveva la dignità del foro.
Al tempo di Cicerone, però, la retorica aveva sfidato il vecchio ius romano,
e anche vittoriosamente come nel caso della Causa Curiana, dove il grande oratore Licinio
Crasso aveva sconfitto il grande giurista Quinto Mucio Scevola, e Cicerone considerava il
diritto unars seconda rispetto ala retorica che era la prima ars. Un
altro elemento di distacco fra retorica e diritto consisteva nel fatto che il diritto era
in mano ai grandi giureconsulti della nobiltà romana, mentre la retorica a Roma nel I
sec.a.C. fu introdotta e divulgata soprattutto nella scuola dei Rhetores Latini,
vicini, tramite la figura del loro caposcuola, Plozio Gallo, a C.Mario. Con una notevole
semplificazione, possiamo dire che la retorica a Roma al tempo di Cicerone, aveva due
odori, grecismo e tendenza filo-popolare (concretamente Mariana). E di tendenza
filomariana si rivelò anche la Rhetorica ad Herennium, composta fra l86 e
l82, nellambiente degli Erenni, patroni di C.Mario (anche se egli dopo tanti
consolati non amava essere considerato cliens di qualche famiglia). Ma nella Rhetorica
ad Hrennium, divisa in quattro libri, soprattutto nel libro I, molte definizioni, sono
presentate quasi con le stesse parole usate da Cicerone, nella prima opera che egli
iniziò e non terminò, il De inuentione, in due libri. Ne dò subito un esempio
(le parole in grassetto sono le stesse nelle due opere):
Rhet. Her. 1, 2, 2 Tria genera sunt causarum, quae
recipere debet orator: demonstrativum, deliberativum, iudiciale. Demonstrativum
est, quod tribuitur in alicuius certae personae laudem vel vituperationem.
Deliberativum est in consultatione, quod habet in se suasionem et
dissuasionem. Iudiciale est, quod positum est in controversia et quod habet
accusationem aut petitionem cum defensione.
Cic. inv. 1, 7 Aristoteles [...] tribus in generibus
rerum versari rhetoris officium putavit, demonstrativo, deliberativo, iudiciali.
Demonstrativum est, quod tribuitur in alicuius certae personae laudem aut
vituperationem; deliberativum, quod positum in disceptatione civili habet in se
sententiae dictionem; iudiciale, quod positum in iudicio habet in se accusationem
et defensionem aut petitionem aut recusationem.
Come si spiega questo? Anche qui non darò la discussione e la vasta
bibliografia al riguardo. Soprattutto Joachim Adamietz (1960) ha studiato in modo
approfondito questa questione e, utilizzando il suo materiale io sono arrivato a pensare
che lAutore della Rhetorica ad Herennium, tramite gli Erenni, patroni di
C.Mario, uomo di Arpino come Cicerone, abbia conosciuto quella trattazione ampia del primo
dei tre genera della retorica, linventio, cioè lindividuazione
del tipo di causa e la raccolta di tutti gli elementi pertinenti che Cicerone aveva
attuato nel De inventione.
Essi erano stati trattati in una ars retorica ( ), composta da
Apollonio Molone, per le scuole di Rodi, la repubblica marinara che aveva sviluppato le
scuole di retorica, di grammatica, di filosofia, dove convergevano, spinti dalle correnti
favorevoli che portavano nellisola, tutti i giovani che volevano imparare la grande
cultura greca (da Roma, Servio Sulpicio Rufo, il grande giurista, Cicerone, Varrone,
Cesare, Pompeo). Apollonio Molone era venuto a Roma, e a Roma laveva conosciuto
Cicerone, poi era ritornato a Rodi e Cicerone laveva raggiunto colà, e nell87
a.C. aveva in parte tradotto, in parte rielaborato la sua ( ), dove si trovavano elementi
chiaramente rodiesi, come le leggi marinare (fissate dai Rodiesi) e i riferimenti a
Carete, lo scultore del Colosso di Rodi e altri. Sono elementi rodiesi che troviamo nel De
inventione di Cicrone e nella Rhetorica ad Herennium. Daltra parte
Cicerone non era ancora il noto, grande oratore che si fece conoscere dopo, aveva solo 19
anni, si poteva prendere da lui.
Ma la dottrina dellAd Herennium era diversa da quella del De
inventione in varî punti, e nella fondamentale dottrina degli status, cioè
dei tipi di causa giudiziaria da trattare: nel De inventione ci sono quattri status
e nellAd Herennium tre, come a tre li aveva ridotti riferisce lautore
dellAd Herennium I 18 il suo doctor, probabilmente Plozio Gallo, il maestro
della scuola dei Rhetori Latini. Della conoscenza di questa parte specifica della dottrina
retorica siamo debitori a Lucia Montefusco, che ha approfondito questa parte in un libro
pubblicato nel 1986 in Germania e ancora oggi definito "insostituibile". Poi nellAd
Herennium abbiamo le altre quattro parti della retorica, che mancano in Cicerone, in
particolare la dottrina delle figure, dove sono presentare 64 figure fra cui la metafora,
la sineddoche, la metonimia,lomeoptoto, lomoteleuto, la definizione, la
paronomasia, letimologia ecc., una dottrina che viene dal terzo libro della
Rhetorica di Aristotele, e poi è stata elaborata e sviluppata dagli Stoici.
Ma la Rhet.Her. segue Aristotele. E così la Rhetorica ad Herennium è passata per
le mani di Quintiliano, che ne cita spesso lautore col nome .di Cornificio, poi è
passata in Africa, dove è stata conosciuta da Apuleio e poi da S.Agostino, che ha
cominciato la sua attività come retore, un grande retore, chiamato in Italia, quando era
ancora pagano, perché con la sua oratoria contrastasse S.Ambrogio dai Manichei di Roma.
S.Agostino portò con sé la Rhetorica ad Herennium, che poi andò fra le mani dei
maggiori retori e grammatici del tardo antico, come Prisciano, Cassiodoro,
Grillio, poi, con la Renaissance carolingiènne entrò nei grandi conventi della Loira,
come Corby, Flery (dove la trattò Lupo di Ferrière), Auxerre, e negli scriptoria
più famosi come quello del vescovo Leidrad a Lyon (la vecchia Lugudunum), di Gunzbar II a
Würzburg (Herbipolis), a S.Gallo e i numerosi altri luoghi.
Ognuno di questi nomi mi suggerisce una folla di ricordi, e i tanti che tralascio.
Della Rhetorica ad Herennium io ho dato già nel 1969 un commento che incontrò il favore
degli specialisti come George Kennedy, professore alla North Carolina di Chapel Hil (che
mi invitò ad andare in America), un commento che ho allargato di un terzo e ora è in
print presso De Gruyter di Berlino. Nella costituzione del testo mi sono
avvalso di una trentina di manoscritti, una ventina dei quali non ancora impiegati, e
distinti in tre famiglie, quella dei Mutili (M), degli Integri (I) e dei più recenti,
siglati E, perché dovevano essere Expleti nellopinione di Friedrich Marx, il
maggior editore (1894 e 1923) e studioso dellAd Herennium, unopera,
come ho cercato di mostrare telegraficamente, segnata da una grande storia, unopera
che ha fatto nascere forse a Bologna (o a Montecassino), larte del Dictamen
per merito di Adalberto Samaritano, cioè dellarte di scrivere una lettera o tenere
una concione[1], come tenevano, seguendo questarte perfino i Podestà quando
entravano nellattività di amministrare le città medioevali, dove nacque e si
sviluppò quella cultura borghese nella quale ancora oggi noi viviamo. Che il Dictamen
sia stato per almeno tre secoli il fiore allocchiello dellUniversità di
Bologna nel mondo non è una cosa indifferente nel regno dei nostri commossi ricordi. |
NOTA BIBLIOGRAFICA
Adamietz, Joachim, 1960. Ciceros de inventione und die Rhetorik ad
Herennium, Inauguraldissertation Marburg, Marburg, E. Momersberger.
Alessio, Gian Carlo, 2006 (=2011). "The Rhetorical Juvenilia of Cicero and the Artes
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Its Medieval and Early Renaissance Commentary Tradition, Brill, Leiden-Boston,
335-364.
Artifoni, Enrico, 2007. Una forma declamatoria di eloquenza politica nelle città
comunali (sec. XIII): la concione, in Lucia Calboli Montefusco, Papers
on Rhetoric VIII, Roma, Herder, 1-27.
Calboli, Gualtiero, 2003. "The Knowledge of Ciceros Rhetorica in
Northern Italy in the Early Middle Ages", in: Lucia Calboli Montefusco, Papers on
Rhetoric IX, Herder, Roma 2008, 33-52
Calboli, Gualtiero, 2003b: Marci Porci Catonis Oratio pro Rhodiensibus, Catone,
lOriente Greco e gli Imprenditori Romani, Introduzione, Edizione Critica dei
Fram menti, Traduzione e Commento, 2a edizione con Aggiornamenti, Patron,
Bologna 2003, pp. XIV-415 (Aggiornamenti 377-415).
Calboli, Gualtiero, 2007. "Cicero, Rhetorica ad C.Herennium, glossatori e
dettatori: La forza di una falsa attribuzione", Ciceroniana 13, 2009,
pp.117-140.
Calboli Montefusco, Lucia, 1986. La dottrina degli "status" nella retorica
greca e romana, Hildesheim-Zürich-New York, Olms-Weidmann.
Cencetti, Giorgio, 1977. Notariato medievale Bolognese. Tomo I: Scritti di Giorgio
Cencetti [Studi storici sul notariato italiano, III], Roma, Consiglio Nazionale del
Notariato.
David, Jean-Michel, 1979. "Promotion civique et droit à la parole: L. Licinius
Crassus, les accusateurs et les rhéteures latins", Mélanges de lécole
française de Rome 91, 135-181.
David, Jean-Michel, 1992. Le patronat judiciaire au dernier siècle de la république
romaine, École Française de Rome, Palais Farnèse.
Ferrari, Mirella, 1972. "In Papia conueniant ad Dungalum", Italia Medioevale
e Umanistica 15, 1-52.
Münzer, Friedrich, 1920. R mische Adelspateien und Adelsfamilien, 2. Auflage,
Darmstadt, Wiss.Buchgesellschaft 1963.
Otte, Gerhard, 1971. Dialektik und Jurisprudenz, V.Klostermann, Frankfurt am Main
1971.
Pegorari, Massimiliano, 2018. "Cicerone, de Inventione , 1.18: Iudicatio
est, quae ex infirmatione et confirmatione rationis nascitur controversia", Rhetorica
36, 1-23.
Radding, Charles M. 1988. The Origins of Medieval Jurisprudence, Pavia and Bologna
850-1150, New Haven, Yale University Press.
Radding, Charles M. & Antonio Ciaralli, 2007. The Corpus Iuris Civilis in
the Middle Ages, Manuscripts and Transmission from the Sixth Century to the Juristic
Revival, Leiden-Boston, Brill.
Tamba, Giorgio, 1988.La società dei notai di Bologna, Studio storico e inventario,
Roma, Ministero dei Beni Culturali.
Ward, John Oastler, 2006 (=2011). "The Medieval and Early Renaissance Study of
Ciceros De inventione and the Rhetorica ad Herennium: Commentaries
and Contexts", in: Virginia Cox-John O. Ward (Eds.), The Rhetoric of Cicero in Its
Medieval and Early Renaissance Commentary Tradition, Brill, Leiden-Boston, 3-75. |
Una pagina del Codice
"Herbipolitanus" o di Erbipoli |
Una pagina del Codice contenente la
Rhetorica ad Erennium |
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Comunicato
1.- Il 13 marzo 2018 si sono
riuniti i soci della ASDU insieme con i soci della Associazione degli Emeriti della
Università di Bologna.
Si è convenuto di sostenere gli studi dei Colleghi e, in particolare di promuovere
la conoscenza dei relativi risultati, mediante appositi convegni.
La prossima occasione sarà un convegno con una relazione del prof. Gualtiero
Calboli su propri studi, in via di ultimazione.
2.- E' stata avviata la discussione della proposta della prof.ssa Anna Maria Di
Pietra di creare una "Meeting Room", nell'Ateneo, dove i professori e
ricercatori si possano ritrovare a titolo di amicizia e conversazione, liberamente senza
orario.
3.- E' stata data informazione sullo stato dei contatti della ASDU con l'Ateneo di
Bologna, per una proficua valorizzazione della ricerca dei soci, in pensione, senza oneri
per l'Ateneo. Si resta sempre in attesa che l'Ateneo sia un segnale di incoraggiamento.
4.- E' stato segnalato con soddisfazione la scoperta di un batterio
( "Rhodococcus aetherivorans"), grazie alla collaboraione tra ricercatori della
Unibo e della università di Calgary, che potrà migliorare la conduttività della
elettricità. |
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STUDIO
MEDIEVALE,
LIBERO E LAICO
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Riunione 11
aprile 2017 |
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PRINCIPALI ARGOMENTI all'o.d.g. : |
1.- |
Sui colloqui avviati con l'Ateneo, per la
valorizzazione scientifica dei docenti in pensione, senza oneri per l'Ateneo; |
2.- |
Per la crezione di un premio scientifico
ai professori e ricercatori in pensione (non ADSU) |
3.-
|
Censurata la chiusura della biblioteca di
Via Zamboni 36, per demerito di pochi studenti, contro la generalità degli studenti |
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Aperte le iscrizioni alla ASDU |
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COMUNICATO
1.- Relazione Prof. Mauro Fabrizio. In
merito ai colloqui in corso con l'Ateneo per la valorizzazione dei docenti in pensione, è
stato espresso un vivo apprezzamento e ringraziamento al prof. Fabrizio.
In particolare, l'Associazione ha approvato la seguente lettera da inviare al
Rettore Francesco Ubertini:
Al Magnifico Rettore Francesco Ubertini
p.c. - Al Pro-Rettore alla Ricerca Prof. Rotolo Antonino
- Al Direttore Generale Dott. Marco
Degli EspostiOggetto: ASDU versus Unibo
Magnifico Rettore, e' passato piu' di un anno dal primo contatto con Te e con il
ProRettore alla Ricerca, per un rapporto tra la nostra Associazione e l'Unibo. Provo a
fare una sintesi dei punti sottoposti durante questo tempo.
1.- Si premette che l'ASDU e' registrata al registrata al Pubblico Registro, e
che (art. 2 dello Statuto) non ha scopo di lucro e svolge attività di utilità sociale,
nei confronti degli Associati e di quanti, anche a livello internazionale, operando nei
settori dellistruzione , della formazione e della ricerca nelle università,
2.- Su questa base, nei vari incontri tra l'ASDU, il Rettore e il Pro-Rettore
Rotolo, i punti stretti per una concretizzazione del rapporto tra l'ASDU e la UNIBO sono
stati, grosso modo, così delineati:
2.1 - LAteneo, allo scopo di realizzare condizioni favorevoli
allaccoglimento di un rapporto con l'ASDU, e comunque senza oneri per l'Ateneo,
adottera le seguenti soluzioni:
a) Prende atto della avvenuta costituzione giuridica dell'ASDU. Indica una
struttura amministrativa dell'Ateneo, alla quale lASDU possa rapportarsi, alla
stessa stregua di tutte le Associazioni di interesse per l''Ateneo, tra le quali
l'Associazione dei professori emeriti.
b) Crea una sezione del sito web dell'ateneo nel quale inserire i curricula e le
pubblicazioni scientifiche degli iscritti alla Associazione. Questo sito sara' accessibile
a chiunque del grande pubblico. Lo scopo è quello di concorrere a potenziare
l'attenzione, nel mondo, sulla produzione scientifica dell'Ateneo di Bologna.
c) Nel sito sarà inserita la RUBRICA della posta elettronica dei professori e
ricercatori in quiescenza, che ne fanno richiesta, in apposita sezione della RUBRICA
dellAteneo. Si tratta di rendere visibile quanto esiste gia' di fatto.
d) Autorizza una struttura scientifica dell'ateneo ad avere rapporti scientifici
esterni con i professori e ricercatori in quiescenza della ASDU, ai fini della ricerca da
esterno, e per la veicolazione di eventuali fondi finanziari privati verso la struttura
medesima.
Su questa base, ti chiederei una definizione conclusiva delle possibilita' reali
del rapporto invocato.
Firmato: Nino Luciani, Mauro Fabrizio
---------------------------
POSCRITTO Dall'art. 2 dello Statuto
L'Associazione ha come fini quelli:
a) di promuovere e ravvivare lamicizia tra gli Associati, inclusi i loro
famigliari, e di mantenere i legami con l'Università;
b) di pubblicare i migliori contributi scientifici, anche pregressi, degli
Associati, compreso in idonei siti digitali, istituendo anche un premio per il
merito da attribuirsi annualmente.
c) di favorire le relazioni fra l Associazione e le Istituzioni accademiche,
nonché con le Associazioni degli Studenti e dei laureati.
A tale fine, lAssociazione promuove e coordina incontri e ricerche collettive
tra gli Associati studiosi; ha scopi di promozione e difesa delle peculiarità proprie
dellistruzione e della formazione universitaria, e di diffusione degli studi e delle
esperienze degli Associati.
Per il raggiungimento di tali fini lAssociazione potrà svolgere le seguenti
attività:
a) organizzare congressi, conferenze, dibattiti in particolare su temi
interdisciplinari, e pubblicarne gli atti.
b) coordinare lo svolgimento di altre iniziative di incontro e di studio nonchè di
ricerca anche applicata su temi concernenti loggetto sociale.
c) aderire ad organismi internazionali e stranieri aventi fini analoghi o
collaborare con essi
d) pubblicare, anche in forma digitale, scritti dei Soci che il Consiglio direttivo
ritenga particolarmente meritevoli
e) porre in essere tutte le iniziative funzionali agli scopi da essa perseguiti e
gli interessi di cui essa è portatrice. |
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AlLTRI ARGOMENTI DELLA RIUNIONE. Altri argomenti esaminati sono stati:
1.- Organizzazione di un incontro con la società civile.
Il Prof. Federico LIcastro riferisce che un gruppo di studio, di cui egli fa
parte, ha messo a punto un metodo per la individuazione del rischio
individuale per lo sviluppo del deficit cognitivo età associato, la demenza senile e la
predizione di sviluppo della malattia di Alzheimer (DA), caratterizzato dalla applicazione
della carta del rischio specificamente sviluppata e basata sulla presenza di 21 variabili
o fattori di rischio epidemiologici, anamnestici, di laboratorio e genetici.
Il metodo applicato con la carta del rischio offre un modo non
invasivo, relativamente economico, precoce e applicabile allo screening di popolazione,
usabile per lidentificazione di individui sani con rischio di ammalarsi della DA e
di pazienti con deficit cognito live (MCI) con rischio di progredire verso la demenza.
Dallanalisi delle variabili di rischio di ciascun soggetto inoltre è
possibile impostare una pratica di prevenzione personalizzata e/o terapie personalizzate
al fine di prevenire o ritardare la comparsa del deficit cognitivo.
Su questa base, l'ASDU saranno presi contatti con associazioni che,
tradizionalmente, organizzano incontri con il grande pubblico.
2.- Istituzione di un premio scientifico di 10.000.
In premessa, viene ricordato che l'art. 2 dello Statuto prevede di "pubblicare
i migliori contributi scientifici, anche pregressi, degli Associati, compreso in idonei
siti digitali, istituendo anche un premio per il merito da attribuirsi
annualmente.
Viene approvata la istituzione di un premio di 10.000 da attribuire a
studioso esterno alla Associazione, dell'Ateneo di Bologna,della , in uno dei seguenti
settori:
- biomedicina;
- lettere e storia;
- ambientale energetico;
- matematico-fisico;
- economico-finanziario.
Viene rivolto appello a benefattore per il finanziamento del premio.
3.- Perdurante situazione di precarietà di fruizione pubblica di alcune
biblioteche dell'Ateneo, causa disordini studenteschi.
Le Biblioteche svolgono un ruolo fondamentale nella divulgazione
culturale soprattutto in ambito universitario.
Anche oggi le facilitazioni digitali non sono In grado di supplire a tale
servizio.
Riteniamo quindi che la chiusura della biblioteca di via Zamboni. 36 sia un
vero e proprio attentato alla cultura che colpisce migliaia di studenti bolognesi.
Sulla base di queste considerazioni riteniamo che la biblioteca di via
Zamboni vada comunque riaperta. |
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