Convegno a Bologna sul cattolicesimo politico: per la riforma dei partiti in Italia. Sul finanziamento pubblico e una magistratura speciale per i partiti..
ROSINI

     UNIVERSITAS  News è ospite di TWITTER. Cerca:  https://twitter.com/LucianiNino

nettuno-trasp-gif.gif (3346 byte)

.

UNIVERSITAS  News

Foglio on line sull'università, fondato nel 2004, con  Forum di politica generale.
Sede in Bologna, via Titta Ruffo 7- Tel  347 9470152 - nino.luciani@libero.it

.

PROF. NINO LUCIANI * - Direttore responsabile

* Professore Ordinario di Scienza delle Finanze, Università
Breve curriculum vitae

nino-2020-rovesciato-c.JPG (35795 byte)

Nino Luciani

http://amsacta.unibo.it/

Comité de Patronage: F. Bonsignori, A.De Pa, Elena Ferracini, Dario Fertilio, Enrico Lorenzini, Nino Luciani, Bruno Lunelli, Marco Merafina, Franco Sandrolini

PAESI VISITATORI nel 2015, n. 55 : Algeria - Angola - Argentina - Australia - Belarus - Benin - Brazil - Canada - Chile - China - Colombia - Costa Rica - Ecuador Egypt - France - Georgia - Germany - Guatemala - Hungary - Iceland - Iran - Israel - Italy - Japan - Kazakstan - Korea, Republic of Libyan Arab - Mexico - Morocco - New Zealand - Nicaragua - Nigeria - Pakistan - Panama - Peru - Poland - Romania - Russian Federation - Saudi Arabia - Senegal - South Africa - Spain - Switzerland - Tanzania - Thailand - Tunisia - Turkey - Ukraine - United Arab Emirates - United Kingdom - United States - Uruguay - Venezuela - Vietnam - Zambia

.

logo ue1.JPG (2636 byte)

Progetto
di nuova UE

PARETO FOTO.JPG (128402 byte)

La curva di Pareto della distribuzione
dei redditi

asdu.jpg (13284 byte)

INCONTRO alla ACCADEMIA DELLE SCIENZE

andreotti.jpg (2358 byte)

alessi.jpg (2112 byte)

Convegno sul cattolicesimo politico: per riforma dei partiti in Italia

onu.jpg (4619 byte)

Luciani, La possibile BASE POLITICA
ED ECONOMICA per una
NUOVA UNIONE EUROPEA.
Cosa disse MACRON alla SORBONA

(università di Parigi)
 

Dalla distribuzione
dei redditi risulta che il grosso della materia imponibile è compresa tra 20.000 e 70.000 €

DEMOCRAZIA DIRETTA

Prof. Mauro Fabrizio, " Se esaminiamo la disputa fra Galileo e gli inquisitori solo sul piano scientifico, bisogna partire dall’osservazione che le motivazioni che hanno.portato al caso Ga.
DOCUMENTI: ASDU-Tondelli ; Asdu-Tolomelli ;
ASDu-Trento - Genio italici - Camilleri

Alberto Alessi, AVE GIULIO.
Romanzo Breve:

Alessi commenta Andreotti
giunto all' aldiilà

AVE GIULIO, ROMANZO BREVE

1) L. Goriup, Partiti e Dottrina sociale chiesa cattolica;
2) G. Rossi, Lo scudo crociato nella comunicazione politica;
3) N. Luciani, Motivazioni dei partiti tra buon governo e affari.

Clicca su: Home

Clicca su: Forum3

Clicca su: Asdu

Rubrica Speciale

Forum5

Codice Gonella 1982-it , Codice etico vol uno-it, Codice etico vol due-it , codice etico vol uno-english - Seconda università a Bologna (scuola politica ?)

unibo2, grafico, GR-EXIT, Gandolfi, Pareschi, Proposte di sintesi , INVENZIONI, costo standard, lotta evasione fiscale, scatti stipendiali, DOCUMENTO, COMITATO PARLAMENTARE, GIUSTIZIA, ARCHIVIO1, ARCHIVIO2

Scritti scelti in: http://amsacta.unibo.it/ , ManifestoCETO MEDIO -  Prof. Nino Luciani nel Cipur, Clicca su Tribunale di Perugia - curia romana - Congresso DC, grexit, inflazione, codice etico - I, codice etico - II

FLAT TAX , FLUSSO DEL REDDITO , emeritato, partito solo dei cattolici ?COMUNICATI, INTERVISTA, banche, Savona, ceto medio, DIEZ ALEGRIA , RIFORMA DEI PARTITI, ECONOMIA - LIBRO

Home Articoli Rubrica Speciale Forum1 Forum2 Forum3 Forum4 Forum5 Conf-Com Conferenza2010 Curriculum Asdu Stato giuridico

 

ASDU 2024

.ISCRIZIONI all'ASDU SEMPRE APERTE -  NESSUNA SPESA DI  ISCRIZIONE

asdu.jpg (13284 byte)

Registrata al Pubblico Registro dell'Agenzia Entrate, il 22 maggio 2015, n. 91379200370

ASDU - Associazione Scientifica Docenti
Sede in Bologna, Via Titta Ruffo, 7

.

La ASDU sul portale dell'Alma Mater:
https://www.unibo.it/it/ateneo/chi-siamo/associazione-scientifica-docenti-universitari-asdu

La ASDU è su Facebook
https://www.facebook.com/

Soci Fondatori: Alberto Corlaita, Anna Maria Dipietra, Carlo Cencini, Carlo Emanuele Gessa, Fabrizio Bolletta, Federico Licastro, Francesco Mainardi,Francesco Zaccanti, Franco Frabboni, Giampietro Minelli, Gianni Porzi, Giannino Praitoni, Giorgio Dragoni, Giorgio Cantelli Forti, Giovanni Venturi, Giulio Ghetti, Gualtiero Calboli, Mauro Fabrizio, Nino Luciani, Paolo Pupillo, Giovanni Pallotti, Pierluigi Papini, Stefano Mignani, Vittorio Tomasi, Walter Tega.

ASDU - RIUNIONE SCIENTIFICA - 25 NOV. 2024

licastro.jpg (8511 byte)
Federico Licastro

 

Federico Licastro, LA DEMENZA SENILE*

 

* Professore di IMMUNOLOGIA nella Università di Bologna

     Ho scritto questo libro sulla malattia di Alzheimer a conclusione di una proficua carriera accademica dedicata alla ricerca biomedica avendo avuto la fortuna e il piacere di coordinare un gruppo di ricerca a Bologna. Il libro presenta i principali aspetti epidemiologici e clinici della malattia di Alzheimer e do anche una risposta al perché nonostante decine di anni di intensa ricerca clinica non sia disponibile una terapia standard efficace. Sfortunatamente la percezione generale che circonda la malattia è ancora negativa e la nozione che la demenza Alzheimer sia una malattia incurabile domina non solo fra il pubblico, ma anche in ambiente medico. Oggi però la situazione è sostanzialmente cambiata. La situazione sta rapidamente evolvendo e stiamo raggiungendo la comprensione delle molteplici cause della malattia. Grazie anche ai nostri studi, presentati in questo libro, si è contribuito a identificare alcune cause della malattia di Alzheimer; quindi, ho elaborato una strategia di prevenzione e di terapia personalizzata per la malattia basata sugli studi fatti presso l'Università di Bologna. Descrivo i risultati e la bibliografia internazionale a sostegno di una delle cause dalla malattia: l'origine infettiva della malattia.

ALZAIMER-LICASTRO.jpg (13168 byte)

   Ma vi sono anche altri fattori di rischio per la demenza che si possono modificare e quindi attuare la prevenzione della malattia. Presento e commento i principali studi internazionali focalizzati sulla prevenzione della malattia e che rafforzano la proposta di prevenzione personalizzata attuabile con la carta del rischio per il decadimento cognitivo messa a punto a Bologna e presentata nel libro. Oggi è possibile prevenire la malattia in modo scientificamente corretto, basandosi sulla personalizzazione degli interventi preventivi. E' possibile anche applicare terapie mirate nei pazienti con la malattia negli stadi iniziali con lo scopo di rallentare il decadimento cognitivo e ritardare la comparsa degli aspetti più deleteri della malattia. Con questo mio contributo vorrei trasmettere una nota di ottimismo pragmatico che spero contagi il lettore sia esso profano che medico. Protagonisti di questa rivoluzione copernicana fondata sulla prevenzione personalizzata potranno essere tutte le persone interessate a conservare il proprio stato di salute e i medici di medicina generale che potranno impadronirsi degli strumenti della medicina personalizzata per attuare una innovativa medicina territoriale.  

.

 

ASDU - RETTORATO : COMUNICATO 1 marzo 2024

Riunione in Rettorato, Bologna, 1 marzo 2024, Via Zamboni 33

 
 


PARTECIPANTI: Per il Rettore: Pro-RETTRICE : SIMONA TONDELLI

                         Per l'ASDU: NINO LUCIANI, MAURO FABRIZIO, GIOVANNI VENTURI, LAURA MAZZANTI, LUISA BRUNORI

PREMESSA.

Riepilogo, per punti, degli argomenti trattati:

1.          ALUMNI: l’iscrizione è personale e gratuita, e dà la possibilità di esporre il proprio cv, oltre che di entrare in contatto con una vasta comunità. Ho parlato con la prof.ssa Fabbri che si è già messa in contatto con chi cura il sito per capire come dare evidenza alla nuova categoria dei “Professores Seniores” che sarà visibile online; ho anche chiesto di valutare come riportare una breve descrizione che evidenzi il fatto che si tratta di professori impegnati nella ricerca. A seguire (non immediatamente) si farà una modifica di Statuto per recepire questa e altre modifiche (es. ad oggi non ci sono i professori di ruolo che non sono laureati a Bologna, andrà aggiunta anche questa categoria). Non so dirvi i tempi, ma ci sono varie cose da sistemare quindi immagino che nel giro di un anno si procederà. In ogni caso, come ci siamo detti, l’importante è avere subito la visibilità sul sito. Potete iscrivervi fin da ora perché il sistema terrà traccia della categoria di appartenenza e, appena la modifica sul sito sarà operativa, vi visualizzerà sotto la corretta categoria.

2.          EMAIL: sempre attiva se usata almeno ogni 6 mesi; se passano più di 6 mesi si può chiedere di riattivarla

3.          ALMAWIFI: accessibile solo dai luoghi dell’Ateneo, quindi si può attivare solo per chi è autorizzato a fare ricerca in Ateneo. Il professore cessato non ha titolo giuridico all’uso degli spazi di Ateneo, che però si può recuperare la possibilità attraverso l’accreditamento. Il servizio permette alle strutture universitarie di fornire a collaboratori e ospiti dell'Ateneo le credenziali istituzionali per l'accesso temporaneo ad alcune delle risorse informatiche dell'Università. La richiesta può essere fatta dal personale in ruolo (qualunque ricercatore o professore). Al di là dell’uso del WIFI, questo passaggio è fondamentale perché garantisce la mappatura delle persone che utilizzano gli spazi dell’Ateneo per motivi di studio e ricerca.

4.          EDUROAM: funziona con lo stesso principio di ALMAWIFI, quindi occorre che le credenziali siano abilitate al WIFI di Ateneo

5.          RISORSE ELETTRONICHE: Le condizioni di accessibilità delle risorse elettroniche acquisite dall'Ateneo sono determinate dai contratti, locali e nazionali, e sono frutto di complesse negoziazioni con gli editori. L'Ateneo di Bologna è stato il primo in Italia a porre sul piano negoziale la possibilità di accesso anche per i pensionati (oltre che agli Alumni); tanto e vero che, per un numero sempre più elevato di risorse, questo è possibile anche da remoto: https://sba.unibo.it/it/almare/servizi-e-strumenti-almare/estensione-accesso/alumni-pensionati

Per alcune banche dati purtroppo gli editori pongono condizioni particolarmente restrittive. La negoziazione nazionale in genere prevede comunque la possibilità di accesso a partire dalle sedi delle biblioteche. L’accreditamento come collaboratore esterno permette di attivare le credenziali anche per l'accesso da remoto alle risorse elettroniche acquisite dall'Ateneo.

P.S.- ASSENTE la prof.ssa Paola Fabbri, per maggiori impegni.

 

=========

RIUNIONI SCIENTIFICHE
IN COLLEGAMENTO DA REMOTO, VIA ZOOM, IL 27 OTTOBRE 2022

     Il 27 ottobre 2022 ha avuto luogo (in collegamento da remoto, via ZOOM) la riunione annuale dei soci, aperta a tutti i docenti in quiescenza.
     Il prof. Gualtiero Calboli (esperto di grammatica greca e latina, di letteratura latina e di retorica greca e romana, di lingue indo-europee, linguistica indo-germanistica e moderna,  Terenzio, Catone, Aristotele, Cicerone, Orazio, Virgilio, Tacito, Pinio il giovane) ha informato i presenti su una sua ricerca su Ammiano Marcellino, storico del IV sec.
     AMMIANO ( alto Ufficiale, dei servizi speciali dell'Impero romano) compì imprese difficili, pericolose, di grande rilevanza, grande Ufficiale che avrebbe potuto diventare Imperatore  come il suo pari-grado Valentiniano I.

hhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh

 

ASDU - ASSOCIAZONE SCIENTIFICA DOCENTI UNIVERSITARI
Relazione di Federico Licastro sulla "demenza senile"

RIUNIONE ASDU, 25 NOVEMBRE 2024

 
 

ASDU - ASSOCIAZONE SCIENTIFICA DOCENTI UNIVERSITARI
Relazione di Aldopaolo Palarati sulle modalità di "identificazione" delle persone in internet

RIUNIONE ASDU, 3 MAGGIO 2024

palareti.jpg (2842 byte)
Aldopaolo Palareti

Aldopaolo Palareti,  La " IDENTITY " in informatica

 

.
La "Identity" è il sistema di gestione delle identità delle persone in una organizzazione complessa.

Attività principali: Gestisce l'autenticazione e l'autorizzazione

Autenticazione: Individua l’utente.

Modalità (classiche) di autenticazionequalcosa che si sa (esempi: password, pass phrase, PIN) qualcosa che si è (metodi biometrici, per esempio l’impronta digitale) qualcosa che si ha (badge con certificato, token, SIM del cellulare)

Si può usare solo uno dei metodi descritti (autenticazione a un fattore) o, per maggior sicurezza, usarne due contemporaneamente (autenticazione a due fattori). Per esempio, richiesta di nome utente e password (fattore 1, qualcosa che si sa) e impronta digitale su un cellulare (fattore 2, qualcosa che si è)

Individuazione univoca di un dispositivo
Un dispositivo può essere individuato automaticamente tramite certificati digitali. Sono sequenze di cifre esadecimali (a base sedici invece che a base dieci) integrate da informazioni che sono univoche e non possono essere duplicate. I certificati digitali usano tecniche di crittografia e i sistemi a chiave pubblica e privata.

La chiave privata è un codice presente sul dispositivo (ogni dispositivo lo genera autonomamente in maniera casuale) che non può essere letto al di fuori, e serve per produrre il certificato in modo univoco; la chiave pubblica è un codice derivato dalla chiave privata che permette di verificare che il certificato sia stato generato effettivamente dal dispositivo. L’associazione tra i dispositivi e le relative chiavi pubbliche è garantita da enti certificatori, che si garantiscono l’uno con l’altro per aumentare la sicurezza.

Dato che la chiave privata è ignota al di fuori del dispositivo, è pressoché impossibile falsificare un certificato che superi il controllo della chiave pubblica. Vengono infatti usate tecniche crittografiche definite dagli esperti del settore, che richiedono parecchi anni (o secoli, o millenni) di calcoli per essere decifrate. Questo comunque fa sì che i certificati abbiano una scadenza e debbano essere periodicamente aggiornati-

Evoluzione dei sistemi per l’autenticazione
Attualmente si sta passando da sistemi gestiti in casa tramite database a sistemi basati su reti di organizzazione e metodologie condivise, che garantiscono una maggiore protezione dei dati. Per esempio, si cerca di ridurre l’uso della password e passare a OATH (Initiative for Open Authentication) e FIDO (Fast IDentity Online; tra i membri Amazon, Apple, Google, Intel, Microsoft, banche che emettono carte di credito e PayPal, entità governative), in associazione con W3C (il consorzio per la definizione degli standard del Web, da non confondersi con IETF, l’organismo che si occupa degli standard di Internet).

L’idea di base di FIDO è che le password non sono abbastanza sicure, per cui è pericoloso usarle direttamente. Invece di una password che deve essere trasmessa su Internet, è preferibile usare un PIN o un sensore biometrico, legati al dispositivo che si usa e che rimangono locali e sono quindi molto difficili da intercettare. Il dispositivo a quel punto identifica il proprietario, e per identificarsi utilizza certificati che, come detto, sono molto più difficili da falsificare.

In un sistema complesso si hanno server appositi per l'autenticazione (Kerberos)

Privacy
Una piccola nota per la privacy; ci sono vari tipi di dati che coinvolgono la privacy:

- dati personali: che possono essere associati alla persona; esempi:
   -  nome utente, password, pin;
   - dati anagrafici: nome, cognome, luogo e data di nascita, sesso, CF;
   - dati bancari; dispositivi in proprietà; identificazione su Internet (indirizzo IP);

- dati sensibili: sono i dati personali che vanno protetti in maniera specifica a norma di legge (si noti che l’uso della terminologia “dati sensibili” è diffusa nell’uso tecnico per accorpare vari tipi di dati, ma non è esplicitamente presente nella legge, che li elenca esplicitamente); esempi:
   - dati biometrici;
   - dati sanitari;
   - affiliazioni politiche e sindacali;
   - dati giudiziari.

I dati personali vanno protetti da accessi indesiderati con metodologie a regola d’arte; i dati sensibili devono essere cifrati in modo che, se ottenuti illegalmente, non siano riconoscibili.

Inoltre, per tutti questi dati deve essere richiesta l’autorizzazione dell’utente, che ha sempre il diritto di rifiutarla, eventualmente perdendo in alcuni casi la possibilità di usufruire del servizio (per esempio, se uno studente chiede di cancellare i suoi dati anagrafici, viene persa la sua carriera accademica). Si noti che l’autorizzazione è necessaria indipendentemente dall’uso di sistemi informatici, per esempio andrebbe chiesta per conservare nella propria rubrica cartacea un numero di telefono (non ci si deve preoccupare: se lo chiedete alla persona e ve lo dà, l’autorizzazione è implicita; se lo si chiede a terzi invece è un comportamento irregolare). Fanno eccezione alcuni servizi definiti dalla legge per cui non è necessario chiedere l’autorizzazione: gli esempi tipici sono lo Stato civile e l’Anagrafe comunale.

Il sistema dell’Identity dell’Università di Bologna

Il seguente grafico descrive il flusso dei dati anagrafici e di identity nell’Ateneo:

palareti-immagine.jpg (21446 byte)

Database Unico (dati anagrafici di tutte le persone coinvolte)
Database del personale (circa 7000 dipendenti, più dottorandi, specializzandi, personale autorizzato di enti esterni)
Database degli studenti (iscritti 70-90 mila; cessati oltre 500 mila)
DSA (Directory Service di Ateneo) database di integrazione dei dati ai fini dell’autenticazione (personale attivo, accreditati, esterni, studenti iscritti, studenti cessati, preimmatricolati)
Directory per la gestione dell’autenticazione e delle autorizzazioni e di tutte le risorse informatiche, su server (domain controller) dell’Ateneo; la directory è divisa in più parti:
un sistema di root (dsa.unibo.it) da cui dipendono le altre componenti
un sistema per le autorizzazioni del personale (personale.dsa.unibo.it)
un sistema per le autorizzazioni del personale (studenti.dsa.unibo.it)
alcuni domini aggiuntivi per scopi specializzati.
 
CIP (Controllo informatico delle presenze), directory specializzata per la gestione dei sistemi di entrata e uscita: accesso ai parcheggi, agli edifici, alle biblioteche, ai laboratori.
Internet, esportazione dei dati della directory su Internet, per la gestione della posta elettronica e delle autorizzazioni all’accesso ai siti web dell’Ateneo.

 

I database sono su server dell’Ateneo, al CeSIA e duplicati su servizi esterni di data recovery. Ne viene inoltre gestito il backup giornaliero. La gestione è interna.

La directory, oltre a integrare i dati degli utenti, mantiene le informazioni sui computer e sulle risorse informatiche dell’Ateneo; viene utilizzata anche per convalidare l’accesso ai siti web dell’Ateneo. I domain controller sono tutti duplicati (e con backup) per maggiore sicurezza dei dati. La gestione è interna.

CIP mantiene le informazioni sui sistemi di accesso, come per esempio le porte ad apertura con badge e le barriere di accesso ai parcheggi. La gestione è interna.

Il servizio su Internet è gestito da un fornitore esterno specializzato (Microsoft) che rende disponibili varie risorse, tra cui la posta elettronica, Office, One Drive, Share Point, su server distribuiti di propria proprietà con la garanzia che siano unicamente all’interno dell’EU (per rispettare il GDPR).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NOTA STORICA SULL' ASDU

1.- L' ASDU fondata nel 2015, su iniziativa di alcuni docenti in pensione dell'Ateneo, con proprio Statuto ai sensi dell'Art. 36 del codice civile, e registrata alla AGENZIA DELLE ENTRATE di Bologna con Codice Fiscale.
L' Ateneo, in analogia con l'Associazione degli Emeriti, in quanto "pensionati dell'Ateneo (fermo lo stato a loro riconosciuto dalla legge in relazione ai "meriti" pregressi) ne riconobbe lo Statuto ed assegnò all'ASDU una pagina sul Portale dell' Ateneo, che è pubblico e tutti possono vedere: https://www.unibo.it/it/ateneo/chi-siamo/associazione-scientifica-docenti-universitari-asdu .
2.- La caratteristica della Associazione è la volontà dei soci di continuare il legame scientico con l'Ateneo sotto il profilo della continuità della ricerca scientifica, da esterno, senza un contratti, sia nell'interesse personale dei soci, sia dell' Ateneo sotto il profilo del punteggio scientifico, qualora il pensionato produca risultati scientifici e li comunichi agli appositi enti internazionali di acquisizione.
3.- Valga riprodurre qui 'art. 2 dello Statuto:
Nel corso degli anni l' ASDU ha tenuto vari incontri presso l'Accademia delle Scienze, e qui è traccia, nel seguito di questa pagina.
4.- Nel corso del tempo, erano rimaste sospese con l'Ateneo alcune questoni attinenti la possibile fruizione di alcuni servizi dell' Ateneo, attinenti lo svolgimento della ricerca e il titolo riconosciuto al socio dell'Asdu.
Considerato che l'Ufficio Pensioni aveva configurato il socio dell'ASDU come un pensionato e che l'Emerito (pure pensionato) ha il titolo di "professor emeritus", la scelta del titolo del socio ASDU è risultata quella di "professor senior".
Considerata, poi, l'idea di affiancare i "giovani"(alumni almae matris) con i "pensionati" sono adesso in corso dei colloqui tra l'ASDU e la ASSOCIAZIONE DEGLI ALUMNI, una configurazione unitaria delle rispettive attività.
Qui si seguito si può trovare il verbale redatto dalla Prof.ssa Simona TONDELLI, Pro-RETTRICE VICARIA dell'Ateneo, su specifico mandato del RETTORE.

 
 

ASDU - RETTORATO : COMUNICATO 1 marzo 2024

Riunione in Rettorato, Bologna, 1 marzo 2024, Via Zamboni 33

 
 


PARTECIPANTI: Per il Rettore: Pro-RETTRICE : SIMONA TONDELLI

                         Per l'ASDU: NINO LUCIANI, MAURO FABRIZIO, GIOVANNI VENTURI, LAURA MAZZANTI, LUISA BRUNORI

PREMESSA.

Riepilogo, per punti, degli argomenti trattati:

1.          ALUMNI: l’iscrizione è personale e gratuita, e dà la possibilità di esporre il proprio cv, oltre che di entrare in contatto con una vasta comunità. Ho parlato con la prof.ssa Fabbri che si è già messa in contatto con chi cura il sito per capire come dare evidenza alla nuova categoria dei “Professores Seniores” che sarà visibile online; ho anche chiesto di valutare come riportare una breve descrizione che evidenzi il fatto che si tratta di professori impegnati nella ricerca. A seguire (non immediatamente) si farà una modifica di Statuto per recepire questa e altre modifiche (es. ad oggi non ci sono i professori di ruolo che non sono laureati a Bologna, andrà aggiunta anche questa categoria). Non so dirvi i tempi, ma ci sono varie cose da sistemare quindi immagino che nel giro di un anno si procederà. In ogni caso, come ci siamo detti, l’importante è avere subito la visibilità sul sito. Potete iscrivervi fin da ora perché il sistema terrà traccia della categoria di appartenenza e, appena la modifica sul sito sarà operativa, vi visualizzerà sotto la corretta categoria.

2.          EMAIL: sempre attiva se usata almeno ogni 6 mesi; se passano più di 6 mesi si può chiedere di riattivarla

3.          ALMAWIFI: accessibile solo dai luoghi dell’Ateneo, quindi si può attivare solo per chi è autorizzato a fare ricerca in Ateneo. Il professore cessato non ha titolo giuridico all’uso degli spazi di Ateneo, che però si può recuperare la possibilità attraverso l’accreditamento. Il servizio permette alle strutture universitarie di fornire a collaboratori e ospiti dell'Ateneo le credenziali istituzionali per l'accesso temporaneo ad alcune delle risorse informatiche dell'Università. La richiesta può essere fatta dal personale in ruolo (qualunque ricercatore o professore). Al di là dell’uso del WIFI, questo passaggio è fondamentale perché garantisce la mappatura delle persone che utilizzano gli spazi dell’Ateneo per motivi di studio e ricerca.

4.          EDUROAM: funziona con lo stesso principio di ALMAWIFI, quindi occorre che le credenziali siano abilitate al WIFI di Ateneo

5.          RISORSE ELETTRONICHE: Le condizioni di accessibilità delle risorse elettroniche acquisite dall'Ateneo sono determinate dai contratti, locali e nazionali, e sono frutto di complesse negoziazioni con gli editori. L'Ateneo di Bologna è stato il primo in Italia a porre sul piano negoziale la possibilità di accesso anche per i pensionati (oltre che agli Alumni); tanto e vero che, per un numero sempre più elevato di risorse, questo è possibile anche da remoto: https://sba.unibo.it/it/almare/servizi-e-strumenti-almare/estensione-accesso/alumni-pensionati

Per alcune banche dati purtroppo gli editori pongono condizioni particolarmente restrittive. La negoziazione nazionale in genere prevede comunque la possibilità di accesso a partire dalle sedi delle biblioteche. L’accreditamento come collaboratore esterno permette di attivare le credenziali anche per l'accesso da remoto alle risorse elettroniche acquisite dall'Ateneo.

P.S.- ASSENTE la prof.ssa Paola Fabbri, per maggiori impegni.

 

=========

RIUNIONI SCIENTIFICHE
IN COLLEGAMENTO DA REMOTO, VIA ZOOM, IL 27 OTTOBRE 2022

 

 

     Il 27 ottobre 2022 ha avuto luogo (in collegamento da remoto, via ZOOM) la riunione annuale dei soci, aperta a tutti i docenti in quiescenza.
     Il prof. Gualtiero Calboli (esperto di grammatica greca e latina, di letteratura latina e di retorica greca e romana, di lingue indo-europee, linguistica indo-germanistica e moderna,  Terenzio, Catone, Aristotele, Cicerone, Orazio, Virgilio, Tacito, Pinio il giovane) ha informato i presenti su una sua ricerca su Ammiano Marcellino, storico del IV sec.
     AMMIANO ( alto Ufficiale, dei servizi speciali dell'Impero romano) compì imprese difficili, pericolose, di grande rilevanza, grande Ufficiale che avrebbe potuto diventare Imperatore  come il suo pari-grado Valentiniano I.

 

 

.

.
calboli Foto.jpg (3330 byte)

ltiero Calboli

.
.

.

.Gualtiero Calboli , AMMIANO MARCELLINO ( IV d.C.)

 



*  Il prof. G. Calboli è professore emerito della Università di Bologna (anche socio fondatore dell'ASDU)
Già prodessore ordinario di Lingua e Letteratura latina.

Gualtiero Calboli

PUBBLICAZIONI DI GUALTIERO CALBOLI.

Calboli G., Le declamazioni tra retorica, diritto, letteratura e logica, in: Papers on Rhetoric VIII, Declamation, ROMA, Herder, 2007, pp. 29 - 56 (Papers on Rhetoric) [capitolo di libro]
Calboli G., L'eros nelle declamazioni latine (una pozione di contro-amore), «RILUNE», 2007, 7, pp. 1 - 25 [articolo]
Calboli G., Lettera Prefatoria di Gualtiero Calboli al Lettore, in: ILARIA TORZI, Cum ratione mutatio, Procedimenti stilistici e grammatica semantica, ROMA, Herder, 2007, pp. ix - xi (Papers on Rhetoric, Monographs) [capitolo di libro]
Calboli G., "Encore une fois sur les Tablettes de Murécine", Latin vulgaire-Latin tardif VII. Actes du VIIème Colloque international sur le latin vulgaire et tardif, Séville, 2-6 septembre 2003 (editées par C. Arias Abellán), Universidad de Sevilla, pp. 155-168, in: Latin Vulgaire-Latin tardif VII, SEVILLA, Universidad de Sevilla, 2006, VII, pp. 155 - 168 (atti di: VII congrès sur le latin vulgaire et tardif, Sevilla, 2-6 sett. 2003) [Contributo in Atti di convegno]
Calboli G., Il Latino nella Facoltà di Magistero, in: Da Magistero a Scienze della formazione, Cinquant'anni di una Facoltà innovativa dell'Ateneo bolognese, BOLOGNA, Clueb, 2006, pp. 521 - 528 [capitolo di libro]
Calboli G., In ricordo di: Elio Pasoli, in: Da Magistero a Scienze della formazione, Cinquant'anni di una Facoltà innovativa dell'Ateneo bolognese, BOLOGNA, Clueb, 2006, pp. 549 - 552 [capitolo di libro]
G.Calboli, "L'emploi de la proposition relative dans les textes juridiques latins", in: Latin et langues techniques, PARIS, Presses de l'Université de Paris-Sorbonne (PUPS), 2006, pp. 233 - 250 (Lingua Latina) [capitolo di libro]
Calboli G., “Quelques remarques sur la langue de la Mulomedicina Chironis”, in: La médicine vétérinaire antique, Actes du colloque international de Brest, 9-11 septembre 2004, Presses universitaires de Rennes, RENNES, Presses universitaires de Rennes, 2006, pp. 209 - 224 (atti di: La médicine vétérinaire antique, Colloque international de Brest, 9-11 septembre 2004, Brest, 9-11 septembre) [Contributo in Atti di convegno]
Calboli G., Recensione a: Recensione a: Nicola Hoemke, Gesetzt den Fall, ein Geist erscheint. Komposition und Motivik der ps.-quintilianischen Declamationes maiores X, XIV und XV, Heidelberg, Winter 2002., «GNOMON», 2006, 78, 2006, pp. 507 - 514 [recensione]
Calboli G., "The Metaphor after Aristotle", in: Influences on Peripatetic Rhetoric, LEIDEN, E.J.Brill, 2006, pp. 123 - 150 [capitolo di libro]
G. Calboli, “Démonstration et exemple”, in: , 2005, 69, pp. 59 - 71 (atti di: La démonstration, congresso a cui hanno partecipati studiosi francesi, italiani, tedeschi, belgi, olandesi, inglesi, spagnoli. Tutte le relazioni hanno dato luogo a una discussione approfondita., Toulouse, novembre 2004) [Contributo in Atti di convegno]
CALBOLI G., "Enrichment and Simplification in Latin Syntax (the Development of the Optative and the Subjunctive)", in: CALBOLI G., "Latina Lingua", Proceedings of the Twelfth International Colloquium on Latin Linguistics, ROMA, Herder, 2005, pp. 509 - 519 (Papers on Grammar) [capitolo di libro]
Calboli G., "Horace et la comédie romaine (à propos de 'carm.' 4,7,19-20)", «ARCTOS», 2005, 39, pp. 25 - 41 [articolo]
CALBOLI G., "La composition avec le préfixe privatif 'in-' chez Horace et le poètes de son temps", in: MOUSSY; C., Lingua Latina, La composition et la préverbation en latin, PARIS, PUPS (Presses de l'Université de Paris-Sorbonne), 2005, pp. 71 - 87 (Lingua Latina, Recherches linguistiques du Centre Alfred Ernout) [capitolo di libro]
CALBOLI G., La metafora tra Aristotele e Cicerone, e oltre, in: ANNA MARIA LORUSSO, Metafora e Conoscenza, MILANO, Bompiani, 2005, pp. 87 - 118 [capitolo di libro]

LA STORIA DI AMMIANO MARCELLINO


ABSTRACT

Ammiano Marcellino nacque ad Antiochia verso il 332 e finì la sua vita a Roma, alla fine del IV sec., non conosciamo la sua data di morte. Di una famiglia abbiente (ingenuus chiama se stesso in 19,8,6) militò in un corpo di élite, fu protector domesticus, e prese parte attiva ad avvenimenti importanti: accompagnò con nove compagni (tribuni e protectores domestici) Ursicino a Colonia, dove proditoriamente eliminarono l’usurpatore  Silvano, eletto Imperatore dai soldati delle Gallie, partecipò da assediato e specialista di balestre, catapulte e scorpiones (l’artiglieria del tempo) alla difesa della città di Amida, investita dai Persiani di Shiapur II, partecipò alla spedizione condotta contro la Persia dall’imperatore Giuliano, assistette alla sua uccisione da parte di un ausiliario della cavalleria Romnana, Arabo cristiano. Si ritirò a Roma, dove finì la sua Storia (Rerum Gestarum libri). Questa Storia era in 31 libri, uno di più dei libri di Tacito (16 Annales e 14 Historiae). In essa Ammianò narrò gli avvenimenti dall’impero di Nerva (96 d.C.) alla battaglia di Adrianopoli (378 d.C.) in cui i Romani furono sconfitti dai Visigoti e morì l’Imperatore d’Oriente Valente in una casa incendiata dai Goti. A noi sono giunti solo i libri dal quattordici al 31, nei quali ha raccontato gli avvenimenti   dei 25 anni da lui vissuti (353-378), quindi gli anni degli Imperatori Costanzo II (Imp. ass,), Giuliano (Imp. ass.), Valentiniano I (imp.d’Occ.), Valente (Imp.d’Or.), Valentiniano II, Graziano (Imp.d’Occ.). Sono andati perduti i primi tredici libri, contenenti la narrazione di circa 250 anni. I 18 libri a noi giunti sono stati tramandati in 16 manoscritti, tutti derivati dal codice membranaceo  di Fulda, ora Vat.Lat.1873, in scrittura carolina del IX sec. . Fu portato in Italia   da Poggio Bracciolini nel  1417, è andato  invce perduto  il suo padre  o fratello membranaceo  di Hersfeld, coetaneo del Fuldensis, in uso fino al 1533 in quanto impiegato nell’ed. di Sigismondo Gelen di tale anno. Se ne sono trovate 6 paginette (Fragmenta Marburgensia, conservati ora a Kassel) nelle rilegature di libri di conti. Nei 18 libri rimasti Ammiano narra in una lingua abbastanza ricercata fornita di clausole per lo più accentuative la storia autobiografica delle sue azioni militari, tutte  le vicende concernenti l’Impero Romano,  interne e pure esterne,  se riguardanti l’Impero, come le pagine (31,2-3) dedicate agli Unni e agli Halani, che spinsero con le armi i Greuthungi (Ostrogoti), i quali a loro volta spinsero i Thervingi (Visigoti) dentro i confini dell’Impero Romano. L’Imperatore Valente concesse ai Visigoti nel 376 di entrare nella Tracia, ma il Conte della Tracia Lupicinus non diede ai Visigoti le vettovaglie pattuite, costrinse i Goti a vendere i figli e le figlie per non morire di fame e li indusse a prendere le armi. Ai Goti si unirono schiavi e minatori Romani e ebbero luogo devastazioni e aggressioni da parte di questo esercito di disperati ed esasperati. Intervenne l’esercito imperiale condotto da Valente e fu la battaglia, disastrosa per i Romani, di Hadrianopolis. Ammiano mette   chiaramente in luce la corruzione della burocrazia Romana e la sua colpevole e incosciente avidità. L’opera si chiude con una sphragis finale nella quale Ammiano ricorda con modestia di essere stato un soldato e Greco e invita a scrivere la storia con uno stile alto ed elevato più del suo, che però è uno stile molto ricercato con frequenti riferimenti ai grandi della letteratura e storia Romana, in particolare al grande oratore Marco Tullio Cicerone.
 

AMMIANO MARCELLINO

In questa breve descrizione è mia intenzione presentare molto succintamente la figura dello storico del IV sec. Ammiano Marcellino, senza scendere in approfondimenti scientifici di ricerca, ma,sostanzialmente per sollecitare la curiosità degli ascoltatori.

Il nome, Ammianus Marcellinus, lo ricaviamo dallo stresso codice Fuldensis, oggi Vaticano 1873, che, ad es., nell’intestazione del libro secondo, cart.15v, porta l’intestazione:   Ammiani Marcellini  Rerum Gestarum Explicit Liber XIIII Incipit Liber XV Feliciter, e ci dà, così, il nome dell’Autore e il titolo dell’opera: Rerum Gestarum Libri. Dovevano essere 31, libri, uno di più dell’opera di Tacito, 16 degli Annales e 14 delle Historiae. I libri di Ammiano cominciavano dalla fine dell’opera di Taciti, il 14° delle Historiae, a noi non pervenuto, quindi dall’impero di Nerva (96 d.C.) fino agli avvenimenti immediatamente successivi alla battaglia di Adrianopoli, 378 d.C., in cui l’esercito Romano fu sconfitto dai Visigoti, rafforzati da contingenti di Ostrogoti, di Alani e di Unni, e trovò la morte l’imperatore Romano Valente, dinasta dell’Impero d’Oriente, che non aveva voluto attendere l’esercito delle Gallie, guidato da suo nipote Graziano, Imperatore d’Occidente. Valente attaccò, quindi, la carrago, cioè i Visigoti raccolti con i loro carri disposti a cerchio, ma i Visigoti, rinforzati da contingent di Ostrogoti e di cavallieri Alani e Unni, respinsero l’attacco Romano con grande strage reciproca. L’Imperatore Valente si rifugiò in una casa che, incendiata dai Goti, ne causò la morte, era il 9 agosto 378. Poi i Goti, vincitori, cercarono di prendere Adrianopoli e Costatinopoli, ma furono ricacciati. Di questa opera in 31 libri, a noi sono giunti solo i libri dal 14 al 31, dove sono narrati i fatti dal 354 al 378. Ammiano chiude la sua opera con una sphragis improntata a modestia, ma che ci fornisce un paio di informazioni preziose: “Haec ut miles quondam et Graecus a pricipatu Caesaris  Nervae exorsus ad usque Valentis interitum, pro virium explicavi mensura, opus veritatem professum numquam, ut arbitror,  sciens silentio ausus corrumpere vel mendacio” ‘Questi avvenimenti io ho spiegato nella misura delle mie forze, io che, un tempo soldato e Greco, ho cominciato dalla storia dell’Imperatore Nerva (96 d.C.) fino alla morte di Valente (378), senza mai osare di corrompere un’opera composta in professione di verità con il silenzio, pur sapendo, o con la menzogna’. “Scribant  reliqua potiores aetate doctrinisque florentes. Quos id, si libuerit, adgressuros,  procudere linguas ad maiores moneo stilos”. I fatti restanti scrivano autori migliori, nel fiore dell’età e di  grande cultura. Costoro, se affronteranno ciò, io li esorto a foggiare la loro lingua a uno stile più elevato’. Quindi professione di modestia, ma informazioni preziose: Ammiano, quando conclude la sua opera, è già un vecchio soldato, di origine Greca, racconta i fatti tutti, come sono avvenuti, almeno per quello che sa, e ha imparato che, anche per raccontare gli avvenimenti storici, ci vuole grande cultura e una lingua di stile elevato. Ammiano era nato in una città Greca, Antiochia, verso il 332, l’anno in cui nacque l’Imperatore Giuliano, il suo ideale d’imperatore. Ammiano veniva, si è argumentato con buona probabilità, da una famiglia di ‘curiales’, quelli che governavano le città dell’Impero. Giuliano si era mostrato severo nel non concedere esenzioni dagli obblighi dei curiali, anche se uno ne aveva diritto per gli anni di servizio militare prestato (22,9,12). Che senbra il caso di Ammiano. Egli fu infatti protector domesticus (protector divini lateris Augusti), quindi ufficiale superior di un corpo speciale, da distinguere dai candidati, la guardia del corpo dell’Imperatore.

Il testo di Ammiano, nei 18 libri rimasti dal 14 al 31 è stato tramandato da 16 manoscritti, di varie mani, tutti, però, derivati dal codice Fuldensis che Poggio Bracciolini nel 1417 portò da Fulda, dopo averlo acquistato o sottratto all’abate di Fulda. L’altro codice che conteneva il testo di Ammiano era un codice di Hersfeld, padre o fratello del Fuldensis. Ma l’Hersfeldensis è andato distrutto e se ne sono trovati 6 frammenti in rilegature di libri di conti: i Fragmenta Marburgensia, conservati a Kassel. Ma il codice Hersfeldensis è stato usato da Sigismondo Gelen nella sua edizione, edita a Basel nella stamperia di Hieronymus Frobenius nel 1533. Infatti dopo l’editio princeps di Angelo Sabino, Roma 1474 sono seguite altre edizioni, fino alla Teubneriana di V.Garthausen, Lipsia 1873, e l’edizione Berlinese, presso Weidmann di Carl Upson Clark del 1910-1915. Dopo l’ed. fondamentale del Clark sono venute altre edizioni critiche, la Teubneriana di Wolfang Seyfarth 1978, la francese di Galletier, Fontaine e Sabbah nell’Ed. Belles Letttres e quella Italiana di Giovanni Viansino presso Mondadori, 2008, in due volumi, con Introduzione su Ammiano in generale, testo latino, commento e  trad. Italiana. La consiglio a chi voglia meglio conoscere questo autore. Prima di passare alle notizie sulla Storia, ancora un paio di notizie sulla tradizione manoscritta: già il Clark nel suo studio sulla “Textual Tradition of Ammianus Marcellinus” del 1904 aveva indicato come padre del Fuldensis e dell’Hersfeldensis un codice in scrittura insulare (Scottica), copiato, però, in Germania a Fulda, dove si usavano anche scritture delle isole Inglesi. L’altra notizia da non trascurare è il fatto che Rita Cappelletto, una studiosa troppo presto scomparsa, aveva dimostrato che si trovano trace di un’altra tradizione manoscritta oltre quella del Fuldensis e dei suoi derivati, una tradizione risalente all’Hersfeldensis. Ora presenterò alcuni avvenimenti autobiografici, per far conoscere un poco la figura di Ammiano e perché negli avvenimenti autobiografici è naturale che lo storico abbia avuto a disposizione dati più numerosi e sicuri che in altri avvenimenti.

Il libro 14 delle Res Gestae di Ammiano comincia con gli avvenimeni del 353/4, con l’Impero di Costanzo II il quale si è già liberato dei due fratelli, che alla morte del padre, Costantino nel 337, avevano ereditato parte dell’Impero. Per la verità alla morte di Costantino, si verificarono varie uccisioni, di Dalmazio e Annibaliano ad opera di Costanzo II, che comunque al libro 14 di Ammiano troviamo unico imperatore, dopo la terribile battaglia di Mursia fra Costanzo II e Magnenzio (351 d.C.), una battaglia che  aveva provocato la morte di quasi 54.000 soldati, esaurendo le reserve dell’Impero. Ma proprio quel Franco, Silvano, che, passando prima di Mursia con i suoi corazzieri a cavallo da Magnenzio a Costanzo, aveva favorito il relativo successo di Costanzo II a Mursia, fece nascere, non per sua colpa, una nuova preoccupazione all’Imperatore. E con questo andiamo subito a vedere l’Ammianus protector domesticus nelle pagine stesse dello storico.  Abbiamo visto sopra nella sphragis di tutta l’opera che Ammiano dice di non aver mai violato consciamente la verità storica.

Vedremo ora come tenne fede a questo suo programma. Racconta dunque Ammiano (15,5,1-31) che Silvano, il più elevato di grado (magister peditum) fra gli ufficiali delle Gallie, ricevuto l’ordine da Costanzo di porre rimedio alle scorribande dei barbari nelle Gallie, si dava da fare efficacemente, destando ovviamente invidie fra I funzionari imperiali ivi stanziati. Un tale Dinamio, intendente delle salmerie dell’Imperatore, chiese a Silvano una lettera di presentazione ai suoi amici e, avuta la lettera, cancellò con una spugna lo scritto di Silvano, conservando solo la firma (cioè l’intestazione). Poi Dinamio, d’accordo con Lampadio, prefetto del pretorio nelle Gallie, Eusebio, comes del patrimonio privato di Costanzo, Edesio, archivista della cancelleria imperial, cancellato lo scritto di Silvano, lo sostituirono con un altro, dove Silvano pregava, con espressioni ambigue (verbis obliquis) di essere appoggiato a divenire Augusto. Lampadio lo presentò in segreto a Costanzo II, sempre sospettoso contro possibili usurpatori. La cosa fu portata nel Consistorium impriale e si cominciò a perseguitare gli amici di Silvano a cui egli nella lettera fraudolenta di Dinamio e soci si rivolgeva. Subito il franco Malaricus, comandante degli stranieri (i barbari che militavano nell’esercito romano) intervene per dimostrare l’innocenza di Silvano e la sua disponibilità a venire a discolparsi, ma invano. Anzi per suggerimento di Arbizione, egli stesso comandante in capo e rivale di Silvano, fu mandato in Gallia (- Germania) con lo scopo di richiamare a Milano Silvano e chiarire il caso, Apodemio, un tristo personaggio (“eterno e pericoloso nemico di tutte le persone perbene”, inimicus bonorum omnium diuturnus et gravis), che, invece di eseguire il suo compito non incontrò neppure Silvano e lo trattò come uno già condannato. A questo punto il malvagio Dinamio inviò un’altra lettera falsa a nome di Silvano e Malarico al tribuno sovrintendente della fabbrica d’armi di Cremona sollecitando la consegna del materiale che stavano segretamente preparando. Il tribuno cadde dalle nuvole, scrisse a Malarico pregandolo di chiarire che cosa voleva. Malarico con la collaborazione dei Franchi, numerosi a palazzo, fece convocare il Concistorio, Florenzio capo della cancelleria imperial (magister officiorum), esaminando bene la prima lettera scoprì la scrittura sottostante e gli autori del falso furono inquisiti, ma solo Eusebio confessò [come vedete non vi risparmio i particolari, per mostrare come Ammiano è stato preciso e ricco di dettagli]. Nel frattempo Silvano si trovava a Colonia (Agrippina) e assisteva all’opera volta a screditarlo di Arbizione. Quindi Silvano pensò di rivolgersi ai suoi Franchi, ma dissuaso dal tribuno Lainogaiso, non trovò di meglio che farsi proclamare Imperatore dal suo esercito (11 agosto 355). Costanzo, come colpito da un fulmine, convocò il Concistorio e si decise di mandare da Silvano Ursicino, il comandante di Ammiano stesso, che portasse a Silvano, come se non si sapesse che era stato nominato Imperatore, una lettera molto onorifica (honorificis scriptis) in cui lo si invitava ad accogliere come successore Ursicino e a ritornare a Milano col precedente grado. Ursicino, ottenuto che lo accompagnassero dieci fra tribuni e protectores domestici (fra i quali c’era anche Ammiano, inter quos ego quoque eram, 15,5,22), partì per Colonia. Arrivati che furono dopo un velocissimo viaggio, Ursicino (probabilmente di origine Germanica egli pure) fu accolto con simpatia, entrò in una certa dimestichezza con Silvano, e riuscì a corrompere con molto denaro un gruppo di Bracchiati e Cornuti, i quali di buon mattino il 7 sett. 355 massacrarono le guardie (caesis custodibus) e uccisero Silvano. Ammiano ricorda anche che i cortigiani (i burocrati) di Costanzo si erano fissato come secondo scopo, se Ursicino non fosse riuscito a eliminare Silvano, di togliere di mezzo lo stesso Ursicino (15,5,19).

Questo è il primo fatto d’arme narrato autobiograficamente da Ammiano, fatto molto importante, ma non particolarmente onorifico e Ammiano non ha esitato a indicare come innocente e travolto da una rete di imbrogli Silvano: Ammiano ha riportato tutto senza cercare in una colpa di Silvano una giustificazione alla azione di Ursicino e sua. Ci ha narrato questi fatti con assoluto rispetto della verità. E ha messo in luce, indirettamente, come farà nel raccontare i procesi di Antiochia, organizzati da Palladio (29,2,1-3,9), dove tanti innocenti furono massacrati dalla burocrazia di Valente, imperatore d’Oriente, una verità importante: l’Impero Romano d’Occidente non fu travolto dai Barbari, ma fu sostituito da un serie di regni barbarici (Franchi, Burgundi, Anglo-Sassoni, Visigoti, Ostrogoti, Suevi e Vandali) in cui i cittadini dell’Impero preferirono di vivere, liberi dalle vessazioni fiscali e giudiziarie, che l’Impero militare, creato dai Giulio-Claudi e sempre peggiorato dopo la parentesi dei Flavi, aveva incessantemente creato. Ovviamente alla vittoria degli stati barbarici servì indirettamente questo, perché chi faceva la storia nel mondo Romano erano gli Imperatori e i soldati, non più i semplici cittadini e poco anche i semplici senatori. Ma non ci fu una consistente opposizine di popolo ai così detti barbari, anzi.  Stentiamo nella complessità degli avvenimenti storici a renderci pienamente conto di questi fatti. Anche per questo dobbiamo conoscere questa storiografia. Ora, per completare il mio quadro, ricorderò altri tre o quattro episodi dell’attività di Ammiano come miles, episodi narrati da lui stesso.

Nel libro XVIII, capp. 8 e 9, è il 359, Ursicino e Ammiano sono in Mesopotamia, mentre i Persiani l’attaccano. Comandante supremo è stato scelto un certo Sabiniano, uomo insignificante (18,6,7), un Cristiano che si cura dei martiri e, forse per commando superiore, cerca di evitare ogni scontro coi Persiani. Ammiano lo disprezza ed egli stesso racconta di essere stato incaricato di portare in salvo a Nisibi un bambino, di nobile famiglia, sfuggito ai suoi in fuga. Al ritorno da Nisibi, Ammiano viene intercettato da un contingente di cavalieri Persiani, fugge sul suo veloce cavallo (iumenti agilitate, 18,6,13) inseguito dai Persiani, vede  i suoi  lontano fermi e fa loro segno che I Persiani lo inseguono facendo roteare sopra la testa l’estremità del mantello (porrecto extentius brachio, et summitatibus sagi contortis elatius, 18,6,13). Intanto si fa notte, ma col plenilunio, e riescono a sviare I Persiani legando una lampada sulla sella di un cavallo e prendendo loro una strada opposta. A questo punto trovano un soldato Romano che nato in Gallia era passato ai Persiani per sfuggire a una punizione e faceva da esploratore ai Persiani. Lo eliminano e raggiungono Amida. Qui giungono notizie che l’esercito Persiano è in movimento.  Ammiano riceve l’ordine  di trovare notizie più precise e per questo si reca dal satrapo Persiano della Corduene, Gioviniano, che aveva conosciuto, quando Gioviniano era stato ostaggio in Siria e aveva sviluppato simpatia per il vivere Romano. Ammiano accompagnato da un fidatissimo centurione arriva da Gioviniano e questi li fa accompagnare da una sua guida fidata a una postazione rocciosa da cui possono vedere molto bene l’esercito Persiano. Dopo due giorni vedono nella pianura avanzare l’esercito Persiano e il re Shiapur II, riconoscibile per la veste rutilante, e parte del suo seguito, Gumbrate il re dei Chioniti e il re degli Albani (il regno di Persia era un regno feudale). Passano l’Anzaba, quel canale che collegava il Tigri con l’Eufrate. Ammiano ritorna fra i suoi e porta la notizia delle mosse di Shiapur II, in modo che la popolazione Romana possa ritirarsi nei luoghi più protetti e si faccia terra bruciata dove passeranno i Persiani (18,6,17-7,11). Poi Ursicino e Ammiano si trovano di fronte a un numeroso contingente Persiano. Ursicino con alcuni, portati da cavalli veloci, si allontanano, Ammiano invece, combattendo, va verso Amida, dove si stanno dirigendo anche molti Persiani. In una grande calca durante la notte restano davanti a una porta chiusa della città, mentre dall’alto delle mura le balestre Romane tempestano dei loro terribili dardi l’inizio della calca per colpire i Persiani: eravamo tanto fitti, scrive Ammiano (18,8,12), che un soldato davanti a me, con la testa spaccata da un gran colpo di spada, non riusciva a cadere. Poi, dopo essere rimasto disperatamente attaccato alle mura di Amida, Ammiano riesce ad entrare per una porticina (tandem per posticam ingressus,18,8,13).

Così Ammiano partecipa come difensore (aveva circa 27 anni) all’assedio di Amida, investita direttamente dal re dei Persiani, Shiapur II. Qui Ammiano mette in luce la sua conoscenza delle macchine da guerra del tempo in due occasioni: c’era una torre sporgente su una parte delle mura, attraverso la quale gli abitanti riuscivano, calandosi per le rocce, a raccogliere le acque del fiume (Tigri). Qui settanta arceri reali Persiani, guidati da un traditore, riescono a salire su una torre nella città e all’alba cominciano a colpire gli assediati con le loro frecce, mentre Shiapur attaccava dall’esterno. Qui Ammiano e gli altri spostano cinque balestre leggere dalle mura e cominciano con esse a trafiggere gli arceri Persiani sulla torre. In breve li annientano e riportano le macchine sulle mura (19,5,6-7). Il secondo episodio si verifica alcuni giorni dopo: i Persiani avevano costruito torri di legno alte e fornite di arceri e machine da lancio. I Romani, anche qui con la presenza esperta di Ammiano, spostano contro le torri quattro scorpioni. Quando al mattino i Persiani attaccano con le torri e gli elefanti, le pietre rotonde lanciate con grande forza dagli scorpioni distruggono le torri. Ma Amida comunque cade, perché un pezzo delle mura, ancora sopra elevato per contrastare la crescita della rampa degli assedianti, collassa. Allora Ammiano si nasconde in abstrusa quadam parte oppidi e nella notte insieme a due compagni esce dalla città per una porticciola non controllata (postica per quam  nihil seruabatur). Conducono una lunga e veloce marcia, hanno la fortuna di trovare un cavallo che aiuta soprattutto Ammiano, non abituato a quelle lunghe marce (ut insuetus ingenuus, 19,8,6) e giungono  finalmente ad Antiochia, la città di Ammiano (Antiochiam revisimus insperati, 19,8,12).

Qui Ammiano avrebbe potuto fermarsi, ma Giuliano, il nuovo imperatore, molto stimato da Ammiano, che lo considerava il miglior imperatore dei suoi tempi, aveva abolito il diritto che i curiali coperti alle spalle da un consistente servizio militare non dovessero più essere costretti alle dispendiose partecipazioni alle spese cittadine. Questo sembra proprio il caso dello stesso Ammiano: 22,9,12 ita illud amarum et notabile fuit [nel comportamento dell’Imperatore Giuliano], quod aegre sub eo a curialibus quisquam adpetitus, licet priuilegiis et stipendiorum numero et originis penitus alienae firmitudine communitus, ius obtinebat aequissimum, adeo ut plerique territi emercarentur molestias, pretiis clandestini). Probabilmente Ammiano era esentato dagli obblighi curiali di contribuire alle spese cittadine di Antiochia da entrambe le condizioni, il grande numero di stipendia militari , come protector domesticus, e l’origine non antiochena della famiglia. Molto probabilmente questo lo costrinse a prendere parte suo malgrado alla spedizione contro la Persia condotta da Giuliano e, forse, lo indusse poi a tenersi lontano da Antiochia con lunghi viaggi e infine a porre la sua ultima dimora a Roma. Riprese quindi le armi e raggiunse per nave la spedizione di Giuliano contro la Persia. E’ infatti da 23,4,7 che Ammiano sviluppa il suo racconto di quella spedizione con la 1a persona pl. Profecti exinde Zaithan uenimus locum.

 L’atto finale di questa tragedia è l’uccisione di Giuliano che Ammiano racconta con una certa confusion, una confusione che avvolge un po’ tutti gli avvenimenti successive a quella uccisione, ivi compresa la trasmissione dell’Impero a una nullità di nome Gioviano, protector domesticus come Ammiano, ma Cristiano, il quale, per paura di Procopio, lasciato con una parte dell’esercito al nord dallo stesso Giuliano col compito, esplicito assegnatogli da Giuliano di prendere il potere, se Giuliano stesso fosse morto, non fa nulla. Gioviano, il nuovo Imperatore, aveva quindi bisogno di conservare quell’esercito che lo aveva elevato al soglio imperiale e aveva bisogno di prendere tempo. Lo prese facendo una pace vergognosa coi Persiani e cedendo ai Persiani cinque provincie Romane e anche la città di Nisibi, i cui abitanti volevano fare resistenza loro stessi contro il re di Persia, e tradì anche Arsace, il re di Armenia, abbandonato dai Romani a Shiapur II. Ammiano scriveva sotto l’impero di Teodosio, Imperatore Cristiano, molto attento a difendere la sua religione, è lecito supporre che stesse attento a non lanciare accuse contro i Cristiani. Ammiano racconta, dunque, che i Persiani attaccarono la retroguardia Romana, ancora intenta a mettersi in marcia, provocandone un certo sbandamento, e Giuliano intervenne subito qua concitus clade, oblitus loricae, scuto inter tumultum abrepto, properans ultimis ferre suppetias, reuocatur alio metu (25,3,3) “spinto da questo sbandamento, dimenticando la corazza, preso in fretta lo scudo nella confusion, mentre si affrettava a portare aiuto alla retroguardia, viene richiamato da un altro pericolo”, e il pericolo era che Persiani attaccavano anche gli antesignanos, l’avanguardia da cui si era allontanato, unde discesserat, e, mentre Giuliano si lancia, sine respecto periculi sui, a fronteggiare l’attacco, anche al centro si sviluppa un attacco persiano con l’appoggio degli elefanti: questo provoca un furibondo lancio di dardi e legni da parte romana e mentre l’Imperatore vola da un pericolo all’altro gli armati alla leggera Romani intervengono e  una pioggia di frecce e giavellotti vengono lanciati contro i Persiani. Giuliano cerca di spingere i suoi, mentre i candidati, la sua guardia del corpo, si muovono disordinatamente e (incertum) subita equestris hasta cute brachii eius praestricta,  costis perfossis, haesit in ima iecoris fibra (5,3,6), fu colpito da una lancia della cavalleria che sfiorandogli il braccio gli si piantò nella parte bassa del fegato.  La medicina di quel tempo non fu in grado di curare la ferita e Giuliano, nella notte morì dopo un intrattenimento filosofico che fa pensare al modello della morte di Socrate. Giovanni Viansino 2008, p.302, nota 8, riporta le varie notizie, di Libanio, che in or.18,272-275 (anno 368, cinque anni dopo) accusa un soldato Cristiano saraceno, un Taieno, e il padre della Chiesa Gregorio Nazianzeno (or.5,13) nel suo odio fanatico contro Giuliano accredita questa versione e dichiara ‘salvezza del mondo’ l’uccisione di Giuliano, l’Imperatore che voleva ritornare al Paganesimo. Effettivamente Giovanni Crisostomo e, ancora più, Gregorio di Nazianza (Greg. or. 4, 31; Joh. Chrys. De S. Babyla 14) mostrano un odio fanatico contro Giuliano, e questo si può anche comprendere in un momento in cui la nuova religione era scossa nel profondo dalla due soluzioni della questione Cristologica, quella Ariana e quella Atanasiana, presente nel simbolo Niceno, mentre lo stesso Costantino negli ultimi anni si avvicinò ad Ario e Ariani furono su figlio Costanzo II e Valente, ma anche l’Imperatrice Giustina. Comunque nella vicenda che costò la vita a Giuliano si devono aggiungere altri tre particolari: (1) i nomi Gioviano e Giuliano si prestavano ad equivoci, tanto è vero che quelli dell’avanguardia Romana, sentendo dopo la designazione tumultuosa il nome Gioviano, lo scambiarono per Giuliano, credettero che Giuliano si fosse ripreso dalla ferita (25,5,6) e piansero quando videro lo spilungone Gioviano, (2) Ammiano presenta i Persiani come intenti ad accusare i Romani di essere ‘uccisori di un eccellente imperatore’ (lectissimi principis peremptores, 25,6,6), perché avevano appreso da transfughi Romani che Giuliano era stato ucciso da un dardo romano (Iulianum telo cecidisse Romano), (3) i Romani stessi si affrettarono a sbarazzarsi di lì a pochi mesi di Gioviano, che aveva ceduto tante provincie e città dell’Impero ai Persiani, per assicurare il suo posto di Imperatore, e che forse sapeva troppe cose, con l’ossido di carbonio sprigionato da numerosi bracieri posti nella sua stanza, inumidita da una fresca pittura di calce (25,10,13). In sostanza la narrazione di Ammiano è caratterizzata da grande prudenza, pur facendo capire che Giuliano era stato ucciso proditoria- mente dai Romani, che Gioviano, sostanzialmente un suo parigrado, era stato eletto in modo poco chiaro e fu presto eliminato. Personalmente io credo, ma è ipotesi personale, che Giuliano sia perito in seguito a una congiura di cristiani in cui aveva la sua parte anche Gioviano. Che anche Shiapur II, che trasse i maggiori frutti da quanto avvenne, potrebbe essere stato implicato e abbia lanciato a tal fine i tre attacchi a cui Giuliano tentò di tenere testa, senza la sua lorica, che forse gli era stata nascosta; prese quindi il suo scudo, non ‘uno scudo’ qualsiasi come traduce Viansino, ma non gli bastò. In realtà Giuliano, se anche tornò, ufficialmente, al vecchio paganesimo, era orientato verso la filosofia neoplatonica. Per ritrovare il neoplatonismo bisognerà aspettare Marsilio Ficino, 12 secoli dopo. Poi Ammiano cessò la sua attività militare. Rimase lontano dalla sua Antiochia, dove i curiali, volevano ricondurlo ai suoi obblighi, viaggiò e si trasferì a Roma, la città uictura dum erunt homines Roma (14,6,3) oppure (26,1,14) uictura cum saeculis Roma.

Ovviamente Ammiano non è solo storia autobiografica, ma è comunque storia condotta con lo scrupolo e i dettagli che abbiamo visto all’opera in questi racconti. La bibliografia su Ammiano e la sua opera è molto nutrita, sono alcune centinaia di libri e articoli. La recente bibiografia di   Fred W.Jenkins, Ammianus Marcellinus, An Annotated Bibliography, 1474 to the Present, Brill, Leiden-Boston 2017, presenta in 665 pagine tutto il materiale sviluppato.  Il 1474 è la data in cui fu pubblicata a Roma l’editio Princeps, curata da Angelus Sabinus, per i tipi di Georgius Sachsel e Bartholomaeus Golsch.   Gli avvenimenti del IV sec. sono stati riferiti da numerosi altri storici, giunti a noi integri (o quasi) o in frammenti: così Oribasio, il medico di Giuliano, che ricaviamo dal frammentario Eunapio, storico greco di quei tempi, come Greco fu   Zosimo, storico del V sec., edito con un eccellente commento da François Paschoud, in vari volumi. Altri stoici sono stati Aurelio Vittore (storico Latino, Liber de Caesaribus da Augusto a Costanzo II),  Socrate (greco di Costantinopoli, nato 380 vissuto al tempo di Teodosio II), Sozomeno (anch’egli vissuto a Costantinopoli sotto Teodosio II), Zonara (anch’egli storico bizantino, ma del XII sec.).

Se ora mi chiedete, come usa ora, un libro per avere tutto Ammiano in latino e italiano, vi indicherei l’edizione che già sopra ho citato di Giovanni Viansino: Ammiano Marcellino, Storie, 2 Voll., Milano, Mondadori 2008.

                                                                                 GUALTIERO CALBOLI

ELEMENTI BIBLIOGRAFICI

1 - De Jonge, Pieter, 1953. Philological and Historical Commentary on Ammianus Marcellinus XV, 6.13, Groningen, Djakarta.
2 - Philological and Historical Commentary on Ammianus Marcellinus XVI, Groningen, Bouma's Boekhuis n.v.Publishers, 1972.
3 - Hugo Michael, De Ammiani Marcellini studiis Ciceronianis, Diss. Inauguralis, Breslau, W. Th. Korn 1874.
4 - J.den Boeft, Jan den, Daniël den Hengst, and Hans Carel Teitler, Philological and Historical Commentary on Ammianus Marcellinus XXVIII, Leiden-Boston, Brill 2011.
5 - Fred. W. Jenkins, Ammianus Marcellinus, An Annotated Bibliography, 1474 to the Present, Leiden Boston, Brill
6 - Giovanni Viansino, Ammianus Marcellinus, Storie, 2 Voll., Milano, Mondadori 2008.
7 - Brill di Leiden è l'editore moderno di Ammiano, a cui, però, manca ancora una edizione critica. Gliela stiamo facendo con un contratto io e il mio allievo, Ramón Gutiérrez González, dell'Università di Almeria.

 

***.

IN INTERNET, VIA ZOOM, IL 29 GIUGNO 2022

Nota. 1.- Nel quadro dei consueti incontri dell'ASDU, la prof.ssa L.BRUNORI ha intrattenuto  i Colleghi (e non solo) sulla "città ideale", secondo la sua visione, intesa nel senso della convivenza. (Diversa dalle città ideali, degli utopisti e dei grandi urbanisti).
2.- Il Presidente dell'Associazione Luciani ha ricordato come l' Associazione abbia compiuto i 7 anni, e  sia accolta sul Portale dell'Ateneo, come si può ben constatare: https://www.unibo.it/it/ateneo/chi-siamo/associazione-scientifica-docenti-universitari-asdu .
ASDU accoglie i professori in quiescenza, ne vuole favorire il proseguimento (da esterno) dei rapporti scientifici con l'Alma Mater, alimentando intrattenimenti su studi e ricerche.
Ha ottimi rapporti con l'Associazione dei professori emeriti e con l' Accademia delle Scienze.
3.- L' accesso all' ASDU è assolutamente libero, e basta solo fare la domanda. Questa proprietà dell'accesso solo per volontà e attaccamento è molto importante, e basti ricordare (per contro)  le crisi cicliche nelle ammissioni all'Emeritato (che dovrebbero essere per merito scientifico, ma di fatto anche per merito di potere), vale dire casi di candidati all’Emeritato, dapprima bocciati e poi nominati, o avversati con motivazioni non relative agli studi, come la concorrenza alle cariche accademiche.

brunori.luisa.jpg (11798 byte)
Luisa Brunori


LUISA BRUNORI , La città ideale, Editore Franco Angeli

 

* La prof.ssa Luisa Brunori è stata Ordinario presso l'Alma Mater, Presidente della Group Analytic Society International, Presidente dell'Osservatorio Internazionale per la Microfinanza (MIO), Fondatrice della Associazione Win-Win. Nell'incontro del 29 giugno ha illustrato il suo libro "La città ideale".

RELAZIONE DELLA PROF.SSA LUISA BRUNORI

1.- Il neoliberismo, nel quale siamo collocati attualmente ci pone, con gli altri esseri umani, in una relazione di tipo rivalitario, esprimibile con l'espressione di John Nash "win-lose" e "lose-win".
Ma una relazione di questo genere è basata sull'inimicizia e non può che indurre a tornare alla formula "hobbesiana", anziché tener conto dei bisogni che le ricerche più avanzate della psicologia e delle neuroscienze sui "neuroni specchio" - e non solo - ci hanno mostrato essere alla base della salute mentale e del buon funzionamento psichico e sociale.
  Come valorizzare il bisogno di reciprocità ? Come fare a conciliare un modello economico che ci organizza relazioni di inimicizia con una necessità fondativa dell'essere umano di scambio collaborativo ?
  A sostegno di tale questione, l'autrice porta esempi di esperienze nate in Bangladesh (realizzate dal Premio Nobel per la Pace 2006 Muhammad Yunus) e diffuse in tutto il mondo.
  Con tali esperienze, dimostra come sia possibile coniugare una "regola della casa" che tenga conto, allo stesso tempo, di me, di noi e di loro in un intreccio relazionale virtuoso di convivenza win-win. Una reazione tipica è quella di archiviare idee di questo tipo nella categoria dei pensieri utopici.
  Ma è proprio questa la sfida: cercare di trasformare un profondo desiderio di umana convivenza, in una speranza che qualcosa si possa realizzare.

****

 

Alla ACCADEMIA DELLE SCIENZE

Nota. Nel quadro dei consueti incontri, il giorno 8 ottobre 2019, alla Accademia delle Scienze, il prof. Mauro Fabrizio ha intrattenuto  i Colleghi ( presente il prof. W. Tega, socio ASDU e Presidente della Accademia), su GALILEO GALILEI, il noto fisico, astronomo, filosofo, matematico e accademico italiano, considerato il padre della scienza moderna, e che era incappato in una storia di presunto conflitto tra fede e scienza, nel Tribunale della Inquisizione della Chiesa Cattolica.
Ma (come ci racconta il fisico matematico Mauro Fabrizio) il contenzioso si svolse in modo molto più souple di quanto i teatri hanno enfatizzato, anzi fu lui a cercare la Chiesa, e non all'incontrario.

accademia scienze.ipg.jpeg (11465 byte)

Valter TEGA ...

Il Presidenzialismo alla prova.

 

Dal suo libro: “Une philosophie pour la République”, ed. Kimé, Paris. 
Per la relaziione completa, si può scaricare la registrazione della conferenza: https://we.tl/t-0I2Yj0nNay
 

tega.jpg (4118 byte)Valter Tega

* Professore Emerito, Docente di Storia e Filosofia
Valter Tega. Il Presidenzialismo alla prova.

Le imminenti elezioni del Presidente della Repubblica Francese
1.- Le recenti elezioni del presidente della Repubblica Francese hanno rivestito una notevole importanza in questo momento di forte instabilità europea e mondiale.
La Francia è un punto nodale per le politiche europee e un riferimento importante per quelle planetarie. Il confronto interno è molto serrato e viene dopo una fase nella quale la Francia ha subito gli attacchi del terrorismo e ha dovuto fare i conti con una contestazione popolare serrata e difficile come gilets jaunes.

2.- Anche questo paese, dove ha profonde radici storiche che non possiamo non ricordare, la democrazia repubblicana vive una stagione attraversata da difficoltà economiche, sociali e politiche. Tutte le soluzioni risultano possibili e anche questa volta sarà il ballottaggio a decidere un confronto politico che vede però in secondo piano, o addirittura assenti, le forze politiche che hanno caratterizzato la repubblica presidenziale fino all'elezione di Holland.

3.- La crisi o addirittura il tramonto di questi 'corpi intermedi' ha contribuito a rendere più debole la vita democratica e il ruolo delle rappresentanza a partire da quella parlamentare. Al di là del risultato di queste elezioni così importanti, la Francia dovrà aprire una riflessione sulla ricomposizione del suo tessuto democratico e popolare e sul suo assetto istituzionale. Considerata la sua storia e la sua collocazione, anche questa non è una questione che può essere ristretta alla sua dimensione nazionale.

.

 

.
I professori a cena, tra allegria e cose seriose

asdu-cena.JPG (22076 byte)

papini pier luigi.-trisJPG.JPG (191826 byte)

 

Il prof. Pier Luigi PAPINI *
riferisce su "USO e ABUSO della MATEMATICA
"

.

Nell'incontro, è stato evocato il fatto che alcune Università, come quelle di Padova e Trento,
riconoscono al professore  in quiescenza, che continua lo studio, il titolo di Professore Senior

 

  * Professore Ordinario di Complementi Di Analisi Matematica Ed Elementi Di Calcolo Delle Probabilità

1.- La matematica, in passato, si evolveva in buona parte per cercare di risolvere problemi della fisica: è questa la scienza che meglio si può descrivere in termini matematici, visto che i fenomeni fisici sono ripetibili: nel senso che essi, da analoghe condizioni iniziali,  si evolvono nella stessa maniera anche se avvengono il luoghi e tempi diversi.
Senz'altro il rapido progresso dei mezzi di calcolo ha reso meglio controllabili i movimenti di razzi e satelliti, più efficiente il controllo del traffico aereo (e ferroviario).....
Per molte altre scienze le cose vanno diversamente.
In campo ingegneristico e trasportistico, nonostante l'evoluzione della matematica, spesso sono ancora più credibili i risultati della sperimentazione, che quelli forniti da modelli ed equazioni difficilissimi da trattare.  Ad esempio, nello studio di incidenti ferroviari, profonde analisi hanno dato risultati non del tutto affidabili data l'instabilità di equazioni basate sui troppi parametri.

2.- Consideriamo la meteorologia:  l'evoluzione del tempo dipende da molti parametri, difficilmente stimabili in generale. Un conto è occuparsi del tempo in America, dove ad esempio nelle "grandi pianure" i venti non cambiano troppo velocità e direzione. Altro è considerare il tempo in un paese come il nostro: le masse d'aria, passando  Alpi, Appennini, mare.....,  possono cambiare direzione; si creano turbolenze magari limitate a piccole zone.....  Troppi sono i parametri in gioco per controllare l'evoluzione del tempo: anche se le potenze di calcolo oggi disponibili hanno molto migliorato le previsioni a breve termine.

3.- In economia, a poco serve la matematica.... Quanti bravi matematici sono diventati ricchi giocando in borsa?!  Solo chi ha notizie "riservate" dovrebbe giocare in borsa... Eppure importanti giornali (come MF) riportano giornalmente decine di grafici, leggendo i quali (e studiando parametri chiamati \alpha, \beta ecc.) si dovrebbero prevedere l'andamento della borsa e delle singole azioni.

4.- Ancora meno facile è fare previsioni in campo biologico. Molto difficile è costruire un campione sufficientemente ampio ed omogeneo, mentre diverse sono le reazioni di organismi diversi, anche se sottoposti a cure simili. Per questo i suggerimenti che talora vengono forniti sull'uso di questo o quel cibo, sono spesso soggetti a revisione. Per questo spesso solo in seguito ci si rende conto della nocività di certi farmaci. Per questo tuttora non siamo sicuri dell'innocuità dei vaccini, poco conosciamo i rischi connessi a onde, campi elettromagnetici ecc. Dunque, qual'è oggi l'importanza e l'utilità della matematica?
Ricordiamoci che i matematici "di punta" si dedicano allo studio di problemi prestigiosi e complicati (ipotesi di Riemann, Teorema di Fermat...), ma..... spesso poco "utili".

5. Astronomia. Fra i recenti"successi" della matematica, possiamo citare:
L'aver permesso ad astronauti di giungere fino alla Luna (ma sarà vero ?!);  ad oggetti terrestri di giungere su Marte. Ma queste missioni, al di là del loro valore di scoperta, sono davvero utili per l'umanità?
La barca Alinghi, sulla base di calcoli suggeriti da Quarteroni (matematico di Milano), vinse la sfida dell'American Cup.
Gli studi legati al riconoscimento di immagini hanno molto aiutato la polizia nelle indagini.
Anche POS, l'uso dei codici a barre..... non sarebbero stati possibili senza la matematica.
Ma nei casi precedenti, più che la matematica in sè, è stato l'ausilio del calcolo a dare una mano decisiva.
Una cosa importante in cui anche qualche teorema non banale (ma di facile comprensione) ha aperto la strada al suo sviluppo, è la TAC, importante strumento di indagine clinica.

6. ALCUNE CONSIDERAZIONI SULLA STATISTICA
Da alcuni anni vanno di moda i sondaggi, gli exit poll ecc.  Ma mentre all'inizio essi parevano funzionare bene, ultimamente le cose vanno spesso diversamente.
I motivi sono diversi. Intanto, non sempre la gente vuole rispondere in modo sincero. Poi i risultati sono "manipolabili" nel senso che le risposte possono dipendere dalla forma in cui sono poste. Infine i campioni debbono essere sufficientemente ampli e rappresentativi (occorre effettuare bene il piano degli esperimenti). Ad esempio, i risultati che Mentana ci propone sul TG7 il lunedì, pare siano basati su un campione di soli 1000 soggetti (il che darebbe una "forbice" assai ampia).
Strani parametri vengono considerati. che significa il "sentimento" su come vanno le cose?  E l'indice di fiducia dei consumatori ?!
Anche il PIL è qualcosa di molto labile: intanto, è un indice "totale", per cui cresce di più dove la popolazione cresce maggiormente.   Poi, visto che il PIL cresce se ci sono molti incidenti stradali, se si usano maggiormente i condizionatori o si consuma più benzina...,   dobbiamo considerare la crescita dello stesso come un segno di buona salute di un paese?! Pensiamo ai risultati assurdi cui il prof. Ponti è giunto con la sua analisi costi-benefici sulla TAV Torino-Lione.
In ogni caso, si sa che le previsioni sull'andamento del PIL vengono comunicati e variati in continuazione, da parte di vari organismi (BCE, ISTAL, S&P....): forse servono soprattutto a favorire o penalizzare i vari paesi.

.**********

NUOVO INCONTRO alla ACCADEMIA DELLE SCIENZE

Nota. Nel quadro dei consueti incontri, il giorno 8 ottobre 2019, alla Accademia delle Scienze, il prof. Mauro Fabrizio ha intrattenuto  i Colleghi ( presente il prof. W. Tega, socio ASDU e Presidente della Accademia), su GALILEO GALILEI, il noto fisico, astronomo, filosofo, matematico e accademico italiano, considerato il padre della scienza moderna, e che era incappato in una storia di presunto conflitto tra fede e scienza, nel Tribunale della Inquisizione della Chiesa Cattolica.
Ma (come ci racconta il fisico matematico Mauro Fabrizio) il contenzioso si svolse in modo molto più souple di quanto i teatri hanno enfatizzato, anzi fu lui a cercare la Chiesa, e non all'incontrario.

accademia scienze bo2.JPG (15537 byte)

Mauro FABRIZIO*, GALILEO ...
E NON SOLO GALILEO

…. Ma Galileo aveva ragione ?

mauro fabrizio.jpg (3671 byte)
Mauro Fabrizio

* Professore Emerito, Docente di Fisica Matematica, Scuola di Ingegneria ed Architettura Bologna
Mauro FABRIZIO,  GALILEO ... E NON SOLO GALILEO

1.- Se esaminiamo la disputa fra Galileo e gli inquisitori solo sul piano scientifico, bisogna partire dall’osservazione che le motivazioni che hanno portato al caso Galileo sono da trovare nella richiesta di Galileo quest’ ultimo che la Chiesa dovesse ammettere, che riguardo al moto del Sole: 
" le sacre scritture contenevano 
…. molte proposizioni le quali, quanto al nudo senso delle parole, hanno aspetto diverso dal vero” per cui era necessario  “che i saggi espositori produchino i veri sensi, e n'additino le ragioni particolari per che siano sotto cotali parole stati profferiti. Stante, dunque, che la Scrittura in molti luoghi è non solamente capace, ma necessariamente bisognosa d'esposizioni diverse dall'apparente significato delle parole, mi par che nelle dispute naturali ella dovrebbe esser riserbata nell'ultimo luogo
…… ed essendo, di più, convenuto nelle Scritture, per accomodarsi all'intendimento dell'universale, dir molte cose diverse, in aspetto e quanto al significato delle parole, dal vero assoluto 
…...che le Scritture, ben che dettate dallo Spirito Santo, per l'addotte cagioni ammettono in molti luoghi esposizioni lontane dal suono letterale 
….. o bisogna alterar il senso delle parole, e dire che quando la Scrittura dice che Iddio fermò il Sole, voleva dire che fermò 'l primo mobile, ma che, per accomodarsi alla capacità di quei che sono a fatica idonei a intender il nascere e 'l tramontar del Sole, ella dicesse al contrario di quel che avrebbe detto parlando a uomini sensati
." 

2.- Mi sono limitato a riportare solo le frasi più significative della lettera di Galileo a Benedetto Castelli, ma espressioni analoghe, possiamo trovare nelle lettere a Cristina di Lorena, Piero Dini, ecc.. 
E’ inutile che faccia notare l’importanza di queste affermazioni, perché proprio questa richiesta di Galileo, di ritenere necessaria una interpretazione autentica delle Sacre Scritture da parte di “saggi espositori”, creerà i presupposti del processo. Infatti  la pretesa di Galileo che i passi della Bibbia, in cui si parla del moto del Sole, siano contrari alla evidenza fisica e quindi siano erronei, sarà l’origine dello scontro con l’inquisizione. 
Si deve ricordare che vi era una sostanziale differenza fra i protestanti e la Chiesa di Roma sulla interpretazione delle Sacre Scritture. Infatti i protestanti lasciavano al credente l’interpretazione delle letture, cosa che invece la Chiesa assegnava al clero. 

3.- Devo premettere al mio ragionamento che il processo a Galileo è stato per la Chiesa uno dei principali errori commessi nella sua storia. La pretesa e l’arbitrio di potere affrontare un problema di tali contenuti con autorità e presunzione peserà molto a lungo e costituirà un pregiudizio e comunque un grosso ostacolo nei rapporti fra scienze e fede con le conseguenze che tutti sappiamo bene. 
Quello che voglio provare, è l’assoluta correttezza scientifica della frasi Bibliche e della debolezza della posizione di Galileo. D’altro canto, un’analisi approfondita delle posizioni della Chiesa, rivelano sorprendentemente come gli argomenti di Bellarmino, Urbano VIII e i gesuiti romani presentino una maggiore apertura ed elementi più corretti nei contenuti fisici e negli argomenti epistemologici rispetto a quelli di Galileo. 
  Partiamo dall’osservazione che, almeno da un punto di vista cinematico, il moto o il movimento di un punto o di un corpo è un concetto relativo, nel senso che per parlare di moto occorre precisare o introdurre prima la nozione di osservatore rispetto al quale il moto viene riferito. In tal modo quando si parla di moto della Terra, si intende che stiamo parlando di moto della Terra rispetto al Sole, che sarà l’osservatore. Ma risulta altrettanto lecito parlare di moto del Sole rispetto all’osservatore Terra. La cosa che si può aggiungere è che nel sistema solare risulta più agevole e conveniente per la descrizione del moto dei pianeti, scegliere il riferimento solare e quindi la visione Copernicana del moto. Ma non esiste una ragione di principio per preferire una scelta rispetto all’altra. Del resto sappiamo che nell’Universo non esistono corpi che possiamo ritenere fermi gli uni rispetto agli altri e quindi non è possibile privilegiare alcun osservatore, se non per convenienze tecniche o legate al particolare studio che si vuol fare. 

4.- Personalmente ritengo che basterebbe questa motivazione per comprendere come la richiesta da parte di Galileo di una necessaria interpretazione della Scrittura sia una pretesa ingiustificata. Però voglio da un lato accettare anche il punto di vista di coloro che non si accontentano di una visione cinematica del problema, ma vogliono meglio comprendere il problema specifico su basi dinamiche, cioè non come semplice descrizione del moto,  ma correlando il moto alle cause che lo determinano. Una obiezione a questa richiesta potrebbe essere la constatazione che Newton, fondatore della dinamica nacque un anno prima della morte di Galileo e quindi al tempo del processo si poteva parlare solo in ambito cinematico. Ma questo forse può essere ritenuto un argomento debole. 

Per cui veniamo alla Dinamica Newtoniana, che porterà nei due secoli successivi all’affermazione del sistema Copernicano e alla consacrazione di Galileo. Infatti la meccanica newtoniana si fonda sulle 3 famose leggi. In particolare la prima afferma: 

Esiste un osservatore chiamato inerziale (o Galileiano) rispetto al quale un punto materiale non soggetto a forze assolute (cioè dovuto alla presenza di altri corpi) rimane in quiete o si muove di moto rettilineo ed uniforme. 
5.- La seconda legge fa uso della prima, quando dice che la famosa legge del moto:

F = m x
 

Forza = massa x accelerazione 

Nota. Vale solo se riferita ad osservatori  inerziali. 

Quindi, seguendo Newton, appare evidente che in dinamica, si devono privilegiare gli osservatori inerziali, perché secondo la teoria di Newton, solo rispetto ad essi valgono le leggi del moto. Si pone quindi il problema di individuare tali osservatori. Come è noto un osservatore con origine nel centro del Sole e assi orientati verso le stelle fisse è in ottima approssimazione inerziale. La stessa cosa non possiamo dire per un osservatore solidale con la superficie terrestre. Per cui, in questo ambito, si introduce fra l’impostazione Copernicana e quella Tolemaica una chiara scelta tutta a favore della prima. Questo è, detto in breve, ciò che motiva l’affermarsi della dottrina Copernicana nei secoli XVIII e XIX e quindi anche la visione di Galileo del moto assoluto della Terra. 
6.- Già alla fine del 800’ Ernst Mach osservava la necessità di descrivere le leggi fisiche in funzione di un qualsiasi osservatore. Opponendosi alla pretesa di introdurre uno spazio assoluto che di fatto è presente nel modello Newtoniano, mediante il concetto di osservatore inerziale. Inoltre fu il primo a considerare le leggi della fisica soltanto come modelli, concepiti dall’uomo, in grado di organizzare e sistemare le osservazioni sperimentali  e non come leggi in grado di esprimere e rappresentare la realtà della natura. 
Ma colui che doveva dare il colpo definitivo a questa concezione  assoluta  del mondo fisico e per quanto ci interessa  del concetto di osservatore inerziale, fu A. Einstein mediante la teoria della Relatività Generale 

7.- Nella sua precedente teoria sulla Relatività Ristretta, che Einstein formulò nel 1905, si proponeva una equivalenza fra tutti gli osservatori inerziali, in analogia a quanto già sostenuto nell’ambito della meccanica classica Newtoniana. Come già osservato, questo poneva i sistemi sistemi inerziali, su una posizione privilegiata. Questa situazione turbava Einstein a livello formale e  per il suo desiderio di una completezza e generalità del modello teorico ed anche perché nei fenomeni elettromagnetici non esistevano riferimenti privilegiate come quelli inerziali. 

Questa separazione fra le due classi di osservatori doveva però entrare in crisi a seguito del celebre esperimento (ideale) noto come ascensore di Einstein. Se consideriamo un osservato chiuso all’interno di un ascensore in caduta libera, quindi sottoposto  al campo gravitazionale terrestre potrebbe supporre di essere in un sistema privo di gravità; infatti ogni oggetto lasciato a se stesso rimarrebbe alla stessa altezza all’interno della cabina. Questo ci porta a dire che non è possibile distinguere fra il sistema terreste (non inerziale) ed un sistema per cui vale la prima legge di Newton e quindi inerziale. Questa osservazione ha portato Einstein alla formulazione di una teoria che ponesse tutti gli osservatori sullo stesso piano e che sarà la teoria della relatività generale. Essa compie un importante passo, perché afferma non esserci motivazioni fisiche e tanto meno ragioni teoriche per privilegiare un osservatore rispetto ad un altro. Per cui verranno considerati, nell’ambito della Relatività Generale, tutti alla stessa stregua.  Quindi non esiste un osservatore assoluto, ma sono tutti relativi, da cui nasce la parola relatività. 
8.- Su questa base possiamo affermare che anche lo studio dinamico del movimento dei corpi, porta allo stesso risultato concettuale già espresso nel quadro cinematico. 
Possiamo pertanto concludere che sia la visione Tolemaica del moto del sistema solare, sia quella Copernicana risultano concettualmente equivalenti, nel senso che non vi sono ragioni legate a leggi o principi generali che privilegino un sistema rispetto all’altro. Rimane parimente vera l’affermazione di una maggiore  convenienza, funzionalità o semplicità nell’uso di un sistema rispetto all’altro, in particolare del sistema Copernicano rispetto a quello Tolemaico. Ma non è possibile affermare che la “Verità” stia nel modello eliocentrico, come invece sostenuto da Galileo in diversi passi delle sue lettere. 
Non è quindi neanche vera l’affermazione più volte ripresa da Galileo, che “due verità non possono contraddirsi”. Vorrei a questo punto osservare che ogni teoria fisica non è che la creazione di un modello su basi scientifiche che vuole rappresentare i fenomeni, ma non può identificarsi con la Verità. Essendo la Fisica  come scienza e per sua natura, una espessione del pensiero dell’uomo. Pertanto non è assolutamente strano che si possano realizzare due teorie fisiche in grado di rappresentare uno stesso fenomeno da due punti di vista diversi. Pensiamo a questo proposito all’interpretazione corpuscolare e ondulatoria che viene proposta nell’ambito dei fenomeni quantistici. Pertanto una teoria non può escluderne un’altra, anche se vi sono elementi che le differenziano. 

9.- Come già osservato, questa complessa visione non doveva essere ben compresa dal Nostro. Ma proprio questo è un punto importante  del dibattito fra Bellarmino, Urbano VIIII e Galileo. 
Torniamo alla prima questione, cioè  alla possibilità di impostare il moto del sistema solare sia seguendo il punto di vista Copernicano e sia quello Tolemaico, o in altre parole, a ritenere  esserci una equivalenza  concettuale  fra queste due teorie. A questo proposito Bellarmino nella lettera a padre Castelli osserva:
«Dico che mi pare che V.P. e il Sig. Galileo ­ si legge nella lettera ­ facciano prudentemente a contentarsi di parlare ex suppositione e non assolutamente, come io ho sempre creduto che abbia parlato il Copernico. Perché il dire che, supposto che la terra si muova et il sole stia fermo si salvano tutte l'apparenze meglio che con porre gli eccentrici et epicicli, è benissimo detto, e non ha pericolo nessuno […].» 

10.- In questo famoso passo, che da alcuni  autori è  ben compreso e valutato, mentre da altri sembra criticato, il Bellarmino mette in guardia Galileo dal ritenere ed anche formulare  l’eliocentrismo come una Verità (cioè assolutamente), ma al contrario sostiene la necessità di considerarlo come una ipotesi, cioè  come un punto di vista. In altre parole mi sembra di potere dire che da un lato egli comprende il valore relativo delle proposizioni scientifiche e dall’altro  propone l’eliocentrismo come un possibile  osservatore dal quale studiare il sistema solare e quindi il moto dei pianeti. Per cui da questa lettera risulta che la posizione  di Bellarmino è al tempo stesso moderna sul piano epistemologico e corretta nei contenuti  e nella trattazione fisica. In altre parole il Bellarmino non rifiuta il sistema copernicano, ma invita Galileo a studiarlo considerando il moto dei pianeti sulla base del punto di vista o dell’osservatore solare.   Inoltre sempre nella lettera di  Bellarmino leggiamo “Dico che quando ci fusse vera dimostrazione che il Sole stia nel centro del mondo e la Terra nel terzo cielo, e che il Sole non circonda la Terra, ma la Terra circonda il Sole allhora bisogneria andar con molta considerazione in esplicare le scritture che paiono contrarie, e piuttosto dire che non l'intendiamo che dire che sia falso quello che si dimostra. Ma io non crederò che ci sia tal dimostrazione, fin che non mi sia mostrata: né è l'istesso dimostrare che supposto che il Sole stia nel centro e la Terra nel cielo, si salvino le apparenze, e dimostrare che in verità il Sole stia nel centro e la Terra nel cielo; perché la prima dimostrazione credo che ci possa essere, ma della seconda ho grandissimo dubbio”. Da questo passo mi pare chiaro che Bellarmino rifiuta l’eliocentrismo come Verità assoluta, ma propone la visione empirica  del fenomeno e la relatività nella scelta del punto di vista. 

11.- Riassumendo, se da un lato non ha senso dire che la Terra è al "centro" dell'Universo, dall'altro non si può affermare che il passo del libro di Giosuè,  in cui lo stesso Giosuè  rivolgendosi al Signore esclama: 
"O Sole, fermati su Gabaon, e tu, Luna, sulla valle di Aialon. E il Sole si fermò e la Luna ristette, fino a che il popolo si fu vendicato dei suoi nemici", sia una affermazione scientificamente errata, come affermato da Galileo nelle sue lettere. 
Come ho detto all’inizio la questione è nata proprio perché si è sollevato il problema della interpretazione della Scrittura. Prima dall’allora nessuno era stato colpito e perseguitato per avere espresso o aderito al sistema Copernicano. Anche Giordano Bruno, che era copernicano, non fu accusato di questo. 
Spero che sia chiaro, per quanto detto sopra, che la pretesa di Galileo della necessità da parte  della Chiesa di intervenire e ritenere che l’interpretazione letterale  dei testi non fosse aderente alla realtà fisica, viene a cadere completamente. 
12.- Infine è almeno curioso ricordare come Urbano VIII, durante le udienze concesse a Galileo nel 1624, alla richiesta di pubblicare un nuovo libro (che doveva  parlare delle maree e che sarà il Dialogo), concedesse a Galileo "il permesso di pubblicare la sua teoria sulle maree, purché affermasse che dei moti della Terra si parlasse soltanto come d'un'ipotesi, la cui realtà [oggettiva] non poteva essere dimostrata ne’ con esperimenti sulla Terra, ne’ con osservazioni del cielo" (da Galileo,  di Stillman Drake). 

Quindi anche Urbano VIII sostiene quanto già affermato da Bellarmino, ma inoltre egli afferma l’impossibilità di una verifica sperimentale  del moto assoluto della Terra. A sostegno di tale impossibilità, possiamo usare proprio  l’argomento che Einstein   propone con l’esperienza dell’ascensore. Infatti quell‘esperimento, esposto sopra, conferma  l’incapacità da parte dello sperimentatore  di  distinguere fra le  due possibile scelte  che portano alla stessa osservazione.  Cioè se stiamo cadendo con un ascensore  in un campo gravitazionale  terrestre, oppure stiamo viaggiando di moto rettileneo e uniforme rispetto ad un osservatore inerziale come può essere il riferimento solare. Pertanto, se non è possibile comprendere o verificare sperimentalmente la differente realtà  del movimento, nello stesso modo non è possibile una verifica sperimentale che provi il moto assoluto della Terra. 

13.- Nel caso gli argomenti da me presentati non siano stati sufficientemente convincenti, è possibile portare una ultima, a mio parere conclusiva prova. Nel 1582, come è noto, la Chiesa di Roma promulgò il famoso calendario Gregoriano. Che prevedeva la eliminazione di 10 giorni dal calendario (saranno i giorni dal 5 al 15 Ottobre del 1582). Questa riforma, che si è rivelata estremamente precisa, poteva essere realizzata soltanto se si era in possesso di misure  astronomiche estremamente accurate e inquadrabili in una corretta teoria del moto del Sistema Solare. Ma il modello scelto per questa riforma fu proprio e solo il modello Tolemaico. Questa è la prova che è possibile fornire una descrizione corretta dei  fenomeni  relativi  al nostro sistema Solare seguendo un punto di vista geocentrico.

.

Edizione precedente

INCONTRO alla ACCADEMIA DELLE SCIENZE

Nota. Nel quadro dei consueti incontri, il 4 giugno 2019, alla Accademia delle Scienze, i Colleghi (anche presente il prof. W. Tega, socio ASDU e Presidente della Accademia) il prof. Giannino Praitoni ha intrattenuto gli amici sul "Passante di mezzo", un progetto molto discusso nella Emilia Romagna, di triplicazione delle corse della autostrada tangenziale di Bologna.

accademia scienze bo.jpg (10722 byte)

GIANNINO PRAITONI*, SUL PASSANTE DI MEZZO
( AMPLIAMENTO A 3 CORSIE, PER SENSO DI MARCIA, DELLA ATTUALE "TANGENZIALE" DI BOLOGNA )

praitoni.JPG (168666 byte)

* Professore Associato, già Docente di Teoria e Tecnica della Circolazione Scuola di Ingegneria ed Architettura Bologna

 

LA RELAZIONE TECNICA DEL PROF. PRAITONI

Premessa. La decisione delle Amministrazioni Locali (Comune, Città Metropolitana, Regione) in accordo con ANAS, Soc. Autostrade, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, riguardante la scelta del Passante di Mezzo (ampliamento a 3 corsie per senso di marcia dell'attuale arco autostradale di raccordo fra autostrade A1 e A14) ha suscitato non poche perplessità e contrarietà - in particolare da parte dei fautori di soluzioni alternative "fuori sede"- incentrate sulle problematiche relative all'inquinamento acustico e atmosferico, l'occupazione di ulteriore suolo pubblico e privato, nonché sul costo dell'opera e gli inevitabili disagi derivanti dagli interventi strutturali in loco.
   Ricordando che a tale decisione si è pervenuti dopo oltre venti anni di proposte varie (Passante Nord, Passantino, Passante Sud, ecc.) è necessario evidenziare che nessuna di esse propone stime di condizioni funzionali dell' infrastruttura in termini di Livello di Servizio, secondo la procedura proposta da Highway Capacity Manual pubblicazione scientifica di validità universale, adottata in tutti gli Atenei, redatta dal Transportation Research Board del National Research Council , Ente Federale USA paragonabile al nostro CNR.
   Pertanto lo scrivente, utilizzando idonei dati statistici di traffico forniti da diverse fonti, ha proceduto alla stima del suddetto Livello di Servizio, del Passante di Mezzo pervenendo alle conclusioni di seguito illustrate.

CONTINUA SU: http://www.universitas.bo.it/Praitoni2.pdf

.

.
I professori a cena, tra allegria e cose seriose

asdu-cena.JPG (22076 byte)

papini pier luigi.-trisJPG.JPG (191826 byte)

 

Il prof. Pier Luigi PAPINI *
riferisce su "USO e ABUSO della MATEMATICA
"

.

Nell'incontro, è stato evocato il fatto che alcune Università, come quelle di Padova e Trento,
riconoscono al professore  in quiescenza, che continua lo studio, il titolo di Professore Senior

 

  * Professore Ordinario di Complementi Di Analisi Matematica Ed Elementi Di Calcolo Delle Probabilità

1.- La matematica, in passato, si evolveva in buona parte per cercare di risolvere problemi della fisica: è questa la scienza che meglio si può descrivere in termini matematici, visto che i fenomeni fisici sono ripetibili: nel senso che essi, da analoghe condizioni iniziali,  si evolvono nella stessa maniera anche se avvengono il luoghi e tempi diversi.
Senz'altro il rapido progresso dei mezzi di calcolo ha reso meglio controllabili i movimenti di razzi e satelliti, più efficiente il controllo del traffico aereo (e ferroviario).....
Per molte altre scienze le cose vanno diversamente.
In campo ingegneristico e trasportistico, nonostante l'evoluzione della matematica, spesso sono ancora più credibili i risultati della sperimentazione, che quelli forniti da modelli ed equazioni difficilissimi da trattare.  Ad esempio, nello studio di incidenti ferroviari, profonde analisi hanno dato risultati non del tutto affidabili data l'instabilità di equazioni basate sui troppi parametri.

2.- Consideriamo la meteorologia:  l'evoluzione del tempo dipende da molti parametri, difficilmente stimabili in generale. Un conto è occuparsi del tempo in America, dove ad esempio nelle "grandi pianure" i venti non cambiano troppo velocità e direzione. Altro è considerare il tempo in un paese come il nostro: le masse d'aria, passando  Alpi, Appennini, mare.....,  possono cambiare direzione; si creano turbolenze magari limitate a piccole zone.....  Troppi sono i parametri in gioco per controllare l'evoluzione del tempo: anche se le potenze di calcolo oggi disponibili hanno molto migliorato le previsioni a breve termine.

3.- In economia, a poco serve la matematica.... Quanti bravi matematici sono diventati ricchi giocando in borsa?!  Solo chi ha notizie "riservate" dovrebbe giocare in borsa... Eppure importanti giornali (come MF) riportano giornalmente decine di grafici, leggendo i quali (e studiando parametri chiamati \alpha, \beta ecc.) si dovrebbero prevedere l'andamento della borsa e delle singole azioni.

4.- Ancora meno facile è fare previsioni in campo biologico. Molto difficile è costruire un campione sufficientemente ampio ed omogeneo, mentre diverse sono le reazioni di organismi diversi, anche se sottoposti a cure simili. Per questo i suggerimenti che talora vengono forniti sull'uso di questo o quel cibo, sono spesso soggetti a revisione. Per questo spesso solo in seguito ci si rende conto della nocività di certi farmaci. Per questo tuttora non siamo sicuri dell'innocuità dei vaccini, poco conosciamo i rischi connessi a onde, campi elettromagnetici ecc. Dunque, qual'è oggi l'importanza e l'utilità della matematica?
Ricordiamoci che i matematici "di punta" si dedicano allo studio di problemi prestigiosi e complicati (ipotesi di Riemann, Teorema di Fermat...), ma..... spesso poco "utili".

5. Astronomia. Fra i recenti"successi" della matematica, possiamo citare:
L'aver permesso ad astronauti di giungere fino alla Luna (ma sarà vero ?!);  ad oggetti terrestri di giungere su Marte. Ma queste missioni, al di là del loro valore di scoperta, sono davvero utili per l'umanità?
La barca Alinghi, sulla base di calcoli suggeriti da Quarteroni (matematico di Milano), vinse la sfida dell'American Cup.
Gli studi legati al riconoscimento di immagini hanno molto aiutato la polizia nelle indagini.
Anche POS, l'uso dei codici a barre..... non sarebbero stati possibili senza la matematica.
Ma nei casi precedenti, più che la matematica in sè, è stato l'ausilio del calcolo a dare una mano decisiva.
Una cosa importante in cui anche qualche teorema non banale (ma di facile comprensione) ha aperto la strada al suo sviluppo, è la TAC, importante strumento di indagine clinica.

6. ALCUNE CONSIDERAZIONI SULLA STATISTICA
Da alcuni anni vanno di moda i sondaggi, gli exit poll ecc.  Ma mentre all'inizio essi parevano funzionare bene, ultimamente le cose vanno spesso diversamente.
I motivi sono diversi. Intanto, non sempre la gente vuole rispondere in modo sincero. Poi i risultati sono "manipolabili" nel senso che le risposte possono dipendere dalla forma in cui sono poste. Infine i campioni debbono essere sufficientemente ampli e rappresentativi (occorre effettuare bene il piano degli esperimenti). Ad esempio, i risultati che Mentana ci propone sul TG7 il lunedì, pare siano basati su un campione di soli 1000 soggetti (il che darebbe una "forbice" assai ampia).
Strani parametri vengono considerati. che significa il "sentimento" su come vanno le cose?  E l'indice di fiducia dei consumatori ?!
Anche il PIL è qualcosa di molto labile: intanto, è un indice "totale", per cui cresce di più dove la popolazione cresce maggiormente.   Poi, visto che il PIL cresce se ci sono molti incidenti stradali, se si usano maggiormente i condizionatori o si consuma più benzina...,   dobbiamo considerare la crescita dello stesso come un segno di buona salute di un paese?! Pensiamo ai risultati assurdi cui il prof. Ponti è giunto con la sua analisi costi-benefici sulla TAV Torino-Lione.
In ogni caso, si sa che le previsioni sull'andamento del PIL vengono comunicati e variati in continuazione, da parte di vari organismi (BCE, ISTAL, S&P....): forse servono soprattutto a favorire o penalizzare i vari paesi.

ASDU
Il Presidente
Prof. Nino Luciani

Al Rettore
Prof. Francesco Ubertini

Oggetto: ASDU - informativa e richiesta di udienza

  Caro Rettore,
  grazie al tuo intervento propiziatore, il 23 nov. 2018 ha avuto luogo il secondo incontro (a far tempo da quasi 2 anni) con la Pro-Rettrice Elefante, a riguardo di un modo adeguato di rapporto ASDU-UNIBO. Ho ritenuto che, nell'incontro, il passo obbligato fosse assumere a riferimento la tua lettera, all'ASDU, dell'8 marzo 2018 .
  In questa lettera sta scritto: "Ogni forma di sostegno, anche solo tramite gli strumenti informativi interni, richiederebbe una parificazione delle condizioni di accesso ad altri soggetti".

  Su questa base (anche a prescindere da riferimenti a servizi specifici, come agli strumenti infomatici ) ho cercato casi già risoliti dall'ateneo, ai quali l'ASDU potesse somigliare per chiedere l'uguale trattamento.
  Il caso identico è l'Associazione dei professori emeriti (cosa diversa dalle persone dei professori emerii, che hanno una configurazione di legge ed un regolamento di ateneo).
  Confrontando i relativi statuti, entrambe sono associazioni di pensionati, ed hanno gli identici scopi, in particolare la nostra associazione vuole incentivare l’interesse per la ricerca anche per chi è quiescenza e metterla a disposizione dell’Ateneo.
   Prima dell'incontro, avevo chiesto ed ottenuto un colloquio con il dott. Fabrizio Borsari (che ha competenza per la Associazione degli emeriti) per avere lumi, e non sbagliare nell'incontro con la Pro-Rettrice.

Questa lettera è per proporti che si addivenga ad una conclusione, ritenendosi terminata la fase preliminare interlocutoria.

Cordialita'. Nino Luciani

Una proposta per la nostra salute
PREVENZIONE DELL' INVECCHIAMENTO CEREBRALE

licastro.jpg (2465 byte)
Federico Li Castro

Come fare?

1.- La risposta viene dalla medicina del terzo millennio cioè la medicina delle quattro P :
- Personalizzata – Focus sulla persona perché ciascuno di noi è diverso;
- Predittiva – Analisi dei fattori di rischio individuali;
- Preventiva – Anticipa la malattia per conservare lo stato di salute;
- Partecipata - Il paziente è co-protagonista con il medico della propria salute.

Importante è  l'uso appropriato di alcuni farmaci, quali: Vitamina B6, Vitamina B12, Acido Folico,

2.- La prevenzione è la risposta della nuova medicina e ha l’obbiettivo di mantenere al più al lungo possibile il benessere personale e lo stato di salute psico-fisico!
Gli strumenti della medicina delle 4P per la prevenzione

       Individuazione dei fattori di rischio associati alla malattia.
       I fattori possono essere genetici, metabolici, nutrizionali, ambientali, infettivi, etc.
       Più fattori di rischio compongono un profilo di rischio.
       Se i fattori di rischio sono molto numerosi e interagiscono fra loro si può ottenere una carta del rischio per la prevenzione di una determinata malattia.
       L’uso della carta del rischio nella pratica clinica permette la valutazione del rischio individuale e indica il percorso di prevenzione personalizzata.

 Non sottovalutiamo e non ci rassegniamo al deterioramento delle condizioni fisiche, emotive e cognitive, come fossero normali condizioni negative legate al passare degli anni!           

                                                     INFATTI

La PREVENZIONE, la DIAGNOSI PRECOCE e la CURA PERSONALIZZATA, tramite adeguati programmi di intervento clinico, permettono di mantenere, o recuperare l’efficienza fisica e mentale.                   

Proponiamo un nuovo strumento clinico:
-        la prima carta del rischio per la prevenzione del decadimento cognitivo e della demenza particolarmente indicata per le persone sane ma con familiarità positiva per la demenza.

Le carte del rischio proposte individuano variabili biologiche, cliniche, ematochimiche e genetiche associate con le malattie. Un algoritmo statistico-matematico appositamente applicato consente il calcolo del livello di rischio individuale.  La carta del rischio permette la correzione delle variabili risultate alterate e fornisce un prezioso percorso terapeutico personalizzato per attuare la prevenzione e aumentare gli anni di vita indipendente e piena di impegni.
La carta del rischio per la demenza è stata sviluppata grazie agli studi condotti negli ultimi 15 anni presso l’Università degli studi di Bologna dall’equipe coordinata dal Prof. Federico Licastro già professore di Immunologia presso il Dipartimento di Medicina Specialistica, Diagnostica e Sperimentale (DIMES) e professore dell’Alma Mater di Bologna in collaborazione con istituzioni di ricerca nazionali ed estere.


La prevenzione è l’arma vincente per rimanere in salute e godersi i nostri anni che passano!

.

Edizioni precedenti

asdu.jpg (13284 byte)
ASDU - Associazione Scientifica Docenti Universitari, Sede in Bologna, Via Titta Ruffo, 7
Registrata al Pubblico Registro dell'Agenzia Entrate, il 22 maggio 2015, n. 91379200370
.
Interessante scoperta circa una data certa di origine dell'Ateneo di Bologna.
Anche notizie su Pavia

.
Gualtiero Calboli*, Sulla Rhetorica ad C. Herennium
agli albori dell'Università di Bologna
.

Anche una lettera dell'ASDU su altro, in risposta a lettera negativa del Rettore

* Professore Emerito, Latinista

Soci Fondatori: Alberto Corlaita, Anna Maria Dipietra, Carlo Cencini, Carlo Emanuele Gessa, Fabrizio Bolletta, Federico Licastro, Francesco Mainardi,Francesco Zaccanti, Franco Frabboni, Giampietro Minelli, Gianni Porzi, Giannino Praitoni, Giorgio Dragoni, Giorgio Cantelli Forti, Giovanni Venturi, Giulio Ghetti, Gualtiero Calboli, Mauro Fabrizio, Nino Luciani, Paolo Pupillo, Giovanni Pallotti, Pierluigi Papini, Stefano Mignani, Vittorio Tomasi, Walter Tega

ISCRIZIONI SEMPRE APERTE - SCRIVERE - NESSUNA SPESA DI  ISCRIZIONE

.

UNIVERSITA' DI BOLOGNA

IL RETTORE
(Prof. Francesco Ubertini)

- Al Presidente
della
Associazione Scientifica Docenti Universitari

Oggetto: ASDU - richiesta di riconoscimento da parte della Alma Mater Studiorum Università di Bologna

Caro Collega,

pur comprendendo il carattere propositivo e il valore associativo di ASDU, devo evidenziarti che le policy di Ateneo non ci consentono un riconoscimento di associazioni promosse da persone che non siano in servizio, salvo i casi di partecipanti dell'Ateneo finalizzate al perseguimento di specifiche finalità istituzionali.

Fra l'altro ogni forma di sostegno, anche solo tramite gli strumenti informatici interni, richiederebbe una parificazione delle condizioni di accesso rispetto ad altri soggetti.

Sono dunque spiacente nel doverti comunicare che l'Ateneo non può accogliere la vostra richiesta di riconoscere l'Associazione.

Rimango a disposizione per ogni altro chiarimento si rendesse necessario.

Con i miei più cordiali saluti

FRANCESCO UBERTINI

Bologna 8 marzo 2018

.

ASDU Associazione Scientifica Docenti Universitari

A Magnifico Rettore
Prof. Francesco Ubertini

  Caro Collega ,
in riferimento alla tua lettera, ho provato disappunto ma non per il diniego di legittimazione, bensì per il sovvertimento dei fatti, usati come presupposti per la motivazione.    Chiarire, innanzitutto, che non ci consideriamo estranei all'Ateneo, in quanto per la legge Gelmini, tre "esterni" sono eletti nel CdA dell'Ateneo. E, infatti, proprio perchè memori della legge, avevamo partecipato, con un Comitato docenti-studenti al dibattito sulle elezioni del rettore, concorrendo fattivamente alla costruzione di una fiducia al migliore. Questa stessa fiducia, da esterni, confermiamo ora, e da qui riparte questa mia lettera.
  Nello specifico, chiarire che :
1) L'idea di chiedere il riconoscimento non è nostra, ma della delegazione rettorale che ci ha incontrato nel settembre 2016 (la prima ed unica volta). Noi vi abbiamo solo ottemperato.
  2) In origine, e fino a quella data, (come risulta da tutti gli approcci verbali con il pro-rettore Rotolo) la nostra impostazione era ispirata allo statuto della Associazione degli Emeriti, il cui art. 3 recita: "L'AME ha finalità puramente culturali e si prefigge di mettere a disposizione dell'università e della società le competenze dei propri componenti nelle forme che si riterranno più consone… Ulteriore scopo è favorire le relazioni tra i colleghi nonché quello di tutelare il ruolo dei professori nelle istituzioni accademiche e di favorirne le relazioni internazionali con analoghe istituzioni" ;
  3) La posizione della nostra Associazione è identica a quella dei professori emeriti.
- una cosa sono le persone dei professori Emeriti come figure previste dalla legge, a parte che il rilievo (T.U., art.111) che "non competono particolari prerogative accademiche" ricorda che essi sono pensionati, vale dire esterni all'Ateneo, come i membri dell'ASDU;
   - una cosa è la Associazione degli Emeriti, che è identica a quella dell'ASDU. Dunque ad essa è applicabile il medesimo rilievo della tua lettera: "Ogni forma di sostegno, anche solo tramite gli strumenti informatici interni, richiederebbe una parificazione delle condizioni di accesso rispetto ad altri soggetti".
  Ti ricordo che agli Emeriti la Unibo ha dato trattamento di favore per la posta elettronica, è concesso l'accesso ad uno studio nel dipartimento ed è concessa una sede alla loro Associazione. Ma noi non vogliamo che venga tolto nulla ai Colleghi Emeriti.
  Noi abbiamo chiesto :
  a) non l'ufficio, in quanto non si intende creare oneri per l'Ateneo;
  b) ma che la account attuale, già attribuita di fatto, lo sia ufficialmente;
  c) e che il curriculum e le pubblicazioni scientifiche sia conservato in apposita cartella, come patrimonio dell'ateneo, al momento di andare in pensione;
  d) e che il pensionato possa aver rapporto scientifico da esterno, con il dipartimento di provenienza, sia pur a determinate condizioni (anche assicurative) fissate dall'Ateneo. Ai Colleghi emeriti gli elementi di cui alle lettere b), c), d,) sono già date, per cui (nell'interesse dell'Ateneo), per cui ti chiediamo di riesaminare quanto alle lettere medesime.
  Cordiali saluti. nino luciani
---------------------------
POSCRITTO n. 1
Identica Associazione esiste alla Università di Padova e da questa riconosciuta. Clicca su:
- http://www.unipd.it/sites/unipd.it/files/20160516e.pdf
-
https://www.alumniunipd.it/bacheca/postdettaglio/30074

Gualtiero Calboli, Brevissima nota sulla Rhetorica ad C. Herennium agli albori dell'Università di Bologna calboli Foto.jpg (4644 byte)

Nel 1111 Adalbertus Samaritanus fu invitato a leggere e commentare agli scholares Bononieneses la Rhetorica ad C.Herennium, un’opera attribuita a Cicerone a partire da S.Girolamo (in Abdiam VI A, p.361 Vallars, dell’anno 395-396, dove si legge Tulli libri ad Herennium ). Adalberto commentò l’Ad Herennium dal 1111 al 1118, e la sua attività fu continuata da Ugo da Bologna, fino al 1124.
  Quindi la data del 1111 (successiva a quella di presumibile origine) è la prima data sicura dell’esistenza dell’Università di Bologna, che iniziata con l’attività glossografica del monaco tedesco Werner (trascritto in alcuni codici in Irnerius) cominciò probabilmente alcuni anni prima. Poi quest’opera continuò ad essere usata dai Glossatori dello studio di Bologna, per il loro ‘training’ nell’attività forense e per insegnare il dictamen, cioè il modo in cui doveva essere composta una lettera o un’orazione . E il dictamen fu il momento di maggior gloria dell’Università di Bologna.
  Voglio chiarire, preliminarmente, che io non metto in dubbio la priorità dell’Università di Bologna, ma intendo solo ricordare alcuni punti che non possiamo più ignorare dopo gli studi di Radding e di Radding e Ciaralli. Già nel capito­lare Olonense dell’825 di Lotario si dice chiaramente che Papia è un centro di studi dove si devono recare i giovani che vogliono seguire una scuola, ovviamente di diritto canonico e/o civile.  
Hlothari Cap.Olonnese 6 (MGH Legum Sectio II, Capitularia Regum Francorum, Tom,I, p.327)  

[...] Propter oportunitatem tamen omnium apta loca distincte ad hoc exercitium providimus, ut difficultas locorum longe positorum ac paupertas nulli foret excusatio. Id sunt: primum in Papia conveniant ad Dungalum de Mediolano, de Brixia, de Laude, de Bergamo, de Novaria, de Vercellis, de Tertona, de Aquis, de Ianua, de Aste, de Cuma; in Epo­re­gia ipse episcopus hoc per se faciat; in Taurinis conveniant de Vinti­milio, de Albigano, de Vadis, da Alba; in Cremona discant de Regia, de Placentia, de Parma, de Mutina; in Florentia de Tucia respiciant; in Firmo de Spoletinis civitatibus conveniant; in Verona de Mantua, de Triento; in Vincentia de Pataåvis, de Tarvisio, de Feltris, …; reliquae civitates Forum Iulii ad scolam conveniant.

Come ha sottolineato Radding (1988), Pavia fu il più antico centro di studi, in essa insegnò un maestro irlandese, Dungal (l’unico citato nel Capitolare), il quale, come aveva fatto prima S.Colombano, il fondatore del Monastero di Bobbio, si era stabilito prima in Francia, a S.Dionigi presso Parigi, e poi si trasferì a Pavia (su Dungal e la sua attività di filologo, ha dato un quadro molto ricco Mirella Ferrari (1972). Inoltre Radding (1988: 189-244) ha raccolto i nomi e le notizie di 455 giuristi che, formati nella Camera Regia di Pavia, che era stata la capitale dei re Longobardi, si diffusero come giuristi e giudici nell’Italia del Nord e nei ducati longobardi di Spoleto e Benevento. Questi giuristi si erano format su una parte del Corpus Iuris di Giustiniano, il Codex Iustinianus, le Institutiones e l’Epitome Iuliani delle Novelle giusti­nianee, che scritte in greco, furono conosciute nel testo latino dell’Epitome.

(Continua G. Calboli). Mancò, quasi completamente ai giuristi pavesi la conoscenza del Digestum Iustiniani, anche se Radding e Ciaralli hanno più di recente (2007: 133-213) dimostrato che l’archetipo S di uno dei due rami di codici che hanno tramandato il Digestum, la vulgata, era presente in Lombardia. L’altro ramo era la Florentina (già Pisana), rovinata, peraltro, da molte lacune.

I giuristi Bolognesi a partire dal monaco tedesco Irnerius (o Werner, come egli stesso si firma io credo), usarono invece anche il Digestum, anche nella vulgata, quindi nella tradi­zione più completa e cominciarono a commentare il Digestum, cioè a glossarlo. Le Glosse e l’attività glossografica, culminata nelle Glossa Grossa di Azzone, furono la base di partenza dell’Università di Bologna (di Pepo si sa troppo poco, ma si può pensare che sia da porre in questo gruppo di giuristi) e dello studio del Diritto Canonico e del Diritto Civile. Io non voglio addentrarmi su questo terreno dei giuristi, che partirono, quindi, dallo studio integrale del Corpus Iuris di Giustiniano, e dalle scuole di Notariato, su cui hanno giustamente insistito Giogio Cencetti (1977) e Giorgio Tamba (1988), ma voglio ricordare solo il secondo non meno importante aspetto di tale attività, il ‘training’ retorico, essenziale al Dictamen, che fu lo studio in cui eccelse per quasi due secoli l’Università di Bologna nel mondo medioevale e Pre-umanistico.
  Naturalmente non dobbiamo neanche per un momento dimenticare lo studio del Diritto Civile e Canonico dei giuristi bolognesi e la loro attività di Glossatori, appunto, del Digestum Iustiniani.
   Ora dedicherò la mia attenzione in modo meno che telegrafico all’opera che nel 1111, come abbiamo visto sopra, entrò come testo di scuola, accanto al Digestum Iustiniani, nell’Università di Bologna. Naturalmente su ogni punto del quadro che tratteggerò si sono aperte discussioni e contrasti d’opinione, discussioni a cui io stesso ho partecipato con numerosi interventi, facendo tesoro dei contributi offerti da molti studiosi, ma ovviamente non incontrando sempre un accordo unanime. Il mio è, però, un quadro dove tutti i punti sono fra loro coerenti. Senza troppo indagare sui motivi, nel II sec. a.C., Roma, da centro egemone dell’Italia, diviene il centro del Mediterraneo: ha sconfitto in una lunga e difficile serie di guerre i Fenici, che hanno opposto a Roma la forza della loro colonia di Cartagine, e lo stato romano governato da una oligarchia di circa 150 famiglie, messe in luce da Friedrich Münzer (1920), è divenuto una Res Publica dove il nuovo ceto imprenditoriale e commerciale degli equites cerca di entrare nei centri del potere, senato e magistrature e la lotta politica si svolge nei tribunali.
  È il tempo in cui Catone il Censore, ci mostra il più chiaro esempio di un uomo nuovo che lotta nei tribunali, servendosi della sua oratoria, influenzata, seppure parzialmente dalla retorica greca, che Catone, con ogni probabilità non ignorava, ma conosceva in modo abbastanza approssimativo (cf. G.Calboli, "Retorica di Catone", in 2003b: 11-39). La fine del II sec. a.C. e l’inizio del I vede la ‘montée des accusateurs’ (J.-M. David, 1979: 145) e il passaggio alla lotta armata nelle guerre civili fra Mario e Silla e poi tra la factio nobilium, come la chiama Sallustio, uno storico dell’età di Cesare, e i populares o la plebe o, più semplicemente, ma correttamente il gruppo dei populares attorno a C.Mario. La Rhetorica ad C.Herennium, è stata composta con ogni probabilità fra l’86 e l’82 a.C.
  Per tutto il Medioevo, la Rhetorica ad Herennium fu attribuita a Cicerone e questo fu molto importante per il successo di quest’opera. Ciò riguarda la storia del Ciceronianesimo, ma è interessante quanto scrive, uno dei maggiori maestri della cultura letteraria del Medioevo, John Ward, "The Medieval and Early Renaissance Study", p.58s. "a text such as the Rhetorica ad Heren­nium had everything: concision, good classical credentials, comprehensive treatment, and after the time of Menegaldus [XI saec.ex.], commentaries". Ricordo che come si ricava dall’articolo di Antonio Ivan Pini, "Federico II, lo studio di Bologna e il ‘Falso Teodosiano’ ", p.86 [l’art. si trova in Google], il nome di Cicerone ritorna nella Notitia aggiunta forse (come suppone con buona probabilità il Pini) dal grande Buoncompagno da Signa, per screditare il Teodo­siano. Il falso Teodosiano era stato prodotto dal Comune di Bologna nel 1225, per contrastare il decreto imperiale di Federico II, che nel 1225, aveva ordinato la chiusura dell’Università di Bologna, e il Teodosia­no voleva rappresentare un decreto dell’Imperatore Teodosio II che nel 423 d.C. avrebbe indicato in Bologna la sede unica dell’Università e imposto che studenti e professori restassero nel territorio bolognese, descritto nei suoi confini. Questo Teodosiano doveva aver irritato studenti e professori, che non volevano essere legati a un luogo, e provocò argomenta acutamente Pini la reazione di un professore, probabil­mente Buoncompagno, che nella Notitia, per screditare il Teodosiano, inventò, accanto ad altre incongruenze, la notizia, addirittura comica, che questo decreto fosse stato stilato da Cicerone, definito quale notaio di Teodosio II. Vorrei aggiungere che Buoncompagno era uno specialista di retorica. E in quegli anni nello studio di Bologna, la retorica ciceroniana, rappresentata dalla Rhetorica ad Herennium, attraverso il Dictaamen si era già ampiamente imposta.
   E l’attribuzione della Rhetoric ad Herennium a Cicerone, rimase fino all’Umanesimo, finché Angelo Decembrio nelle Politia Litteraria del 1462 avanzò i primi dubbi, molto probabilmente per contribuire al rilancio dell’Università di Ferrara, voluta in quegli anni da Lionello d’Este, svalutando il testo principe del dictamen bolognese, la Rhetorica ad C.Herennium, chiamata anche nel Medioevo la Rhetorica nova di Tullio, contrapposta al De inventione di Cicerone, detta la Rhetorica vetus. La forza di penetrazione della Rhetorica ad Herennium nell’ambiente dei Monasteri e delle Cattedrali e poi delle Università, a partire da Bologna, dipese da due elementi, (1) l’attribuzione a Cicerone, fissata, secondo me, da S.Girolamo, uno dei grandi Padri della Chiesa nel commento In Abdiam, dell’anno 396 e (2) la completezza della dottrina retorica (rispetto al De inventione di Cicerone, che comprendeva solo l’inventio delle cinque parti della retorica: inventio, dispositio, elocutio, prununtiatio, memoria, ed era stato lasciato incompiuto). Ma, a parte la notizia relativa ad Adalberto Samaritano, che nel 1111, fu incaricato di leggere (e commentare) la Rhetorica ad Herennium, i giuristi bolognesi, i glossatori, usarono querst’opera? I riferimenti sono pochi, ma non mancano e sono stati raccolti da Gerhard Otte (1971) che io stesso ho largamente impiegato. Di fatto in tutta la giurisprudenza ante-adriana, Cicerone è ricordato solo 5 volte, tutte citazioni rricavate dal Digestum. Ma perché i giuristi, sia romani che alto-medievali dichiararono abbastanza poco di usare o aver usato la Rhetorica ad Herennium? La retorica, fissata da Aristotele (e già prima dall’autore della Retorica ad Alessandro di Anassimne), poi da Ermagora di Temno e dai retori soprattutto di Rodi, dedicava la maggior parte dello spazio alla retorica giudiziaria, il , molto meno al genere deliberativo ( ) e a quello celebrativo ( ).
   Ma i giuristi romani, che venivano dalla grande tradizione dei pontefici, considerarono la retorica una dottrina scolastica greca, che serviva alla formazione dei giovani, ma non aveva la dignità del foro.
  Al tempo di Cicerone, però, la retorica aveva sfidato il vecchio ius romano, e anche vittoriosamente come nel caso della Causa Curiana, dove il grande oratore Licinio Crasso aveva sconfitto il grande giurista Quinto Mucio Scevola, e Cicerone considerava il diritto un’ars seconda rispetto ala retorica che era la prima ars. Un altro elemento di distacco fra retorica e diritto consisteva nel fatto che il diritto era in mano ai grandi giureconsulti della nobiltà romana, mentre la retorica a Roma nel I sec.a.C. fu introdotta e divulgata soprattutto nella scuola dei Rhetores Latini, vicini, tramite la figura del loro caposcuola, Plozio Gallo, a C.Mario. Con una notevole semplificazione, possiamo dire che la retorica a Roma al tempo di Cicerone, aveva due odori, grecismo e tendenza filo-popolare (concretamente Mariana). E di tendenza filomariana si rivelò anche la Rhetorica ad Herennium, composta fra l’86 e l’82, nell’ambiente degli Erenni, patroni di C.Mario (anche se egli dopo tanti consolati non amava essere considerato cliens di qualche famiglia). Ma nella Rhetorica ad Hrennium, divisa in quattro libri, soprattutto nel libro I, molte definizioni, sono presentate quasi con le stesse parole usate da Cicerone, nella prima opera che egli iniziò e non terminò, il De inuentione, in due libri. Ne dò subito un esempio (le parole in grassetto sono le stesse nelle due opere):

Rhet. Her. 1, 2, 2 Tria genera sunt causarum, quae recipere debet orator: demonstrativum, deliberativum, iudiciale. Demonstrativum est, quod tribuitur in alicuius certae personae laudem vel vituperationem. Deliberativum est in consultatione, quod habet in se suasionem et dis­sua­sionem. Iudiciale est, quod positum est in controversia et quod habet accusationem aut petitionem cum defensione.  

Cic. inv. 1, 7 Aristoteles [...] tribus in generibus rerum versari rhetoris officium putavit, demonstrativo, deliberativo, iudiciali. Demon­strativum est, quod tri­buitur in alicuius certae personae laudem aut vitu­perationem; deliberativum, quod positum in disceptatione civili habet in se sententiae dictionem; iudiciale, quod positum in iudicio habet in se accusationem et defensionem aut petitionem aut recusationem. 

Come si spiega questo? Anche qui non darò la discussione e la vasta bibliografia al riguardo. Soprattutto Joachim Adamietz (1960) ha studiato in modo approfondito questa questione e, utilizzando il suo materiale io sono arrivato a pensare che l’Autore della Rhetorica ad Herennium, tramite gli Erenni, patroni di C.Mario, uomo di Arpino come Cicerone, abbia conosciuto quella trattazione ampia del primo dei tre genera della retorica, l’inventio, cioè l’individuazione del tipo di causa e la raccolta di tutti gli elementi pertinenti che Cicerone aveva attuato nel De inventione.
   Essi erano stati trattati in una ars retorica ( ), composta da Apollonio Molone, per le scuole di Rodi, la repubblica marinara che aveva sviluppato le scuole di retorica, di grammatica, di filosofia, dove convergevano, spinti dalle correnti favorevoli che portavano nell’isola, tutti i giovani che volevano imparare la grande cultura greca (da Roma, Servio Sulpicio Rufo, il grande giurista, Cicerone, Varrone, Cesare, Pompeo). Apollonio Molone era venuto a Roma, e a Roma l’aveva conosciuto Cicerone, poi era ritornato a Rodi e Cicerone l’aveva raggiunto colà, e nell’87 a.C. aveva in parte tradotto, in parte rielaborato la sua ( ), dove si trovavano elementi chiaramente rodiesi, come le leggi marinare (fissate dai Rodiesi) e i riferimenti a Carete, lo scultore del Colosso di Rodi e altri. Sono elementi rodiesi che troviamo nel De inventione di Cicrone e nella Rhetorica ad Herennium. D’altra parte Cicerone non era ancora il noto, grande oratore che si fece conoscere dopo, aveva solo 19 anni, si poteva prendere da lui.
  Ma la dottrina dell’Ad Herennium era diversa da quella del De inventione in varî punti, e nella fondamentale dottrina degli status, cioè dei tipi di causa giudiziaria da trattare: nel De inventione ci sono quattri status e nell’Ad Herennium tre, come a tre li aveva ridotti riferisce l’autore dell’Ad Herennium I 18 il suo doctor, probabilmente Plozio Gallo, il maestro della scuola dei Rhetori Latini. Della conoscenza di questa parte specifica della dottrina retorica siamo debitori a Lucia Montefusco, che ha approfondito questa parte in un libro pubblicato nel 1986 in Germania e ancora oggi definito "insostituibile". Poi nell’Ad Herennium abbiamo le altre quattro parti della retorica, che mancano in Cicerone, in particolare la dottrina delle figure, dove sono presentare 64 figure fra cui la metafora, la sineddoche, la metonimia,l’omeoptoto, l’omoteleuto, la definizione, la paronomasia, l’etimologia ecc., una dottrina che viene dal terzo libro della Rhetorica di Aristotele, e poi è stata elaborata e sviluppata dagli Stoici.
  Ma la Rhet.Her. segue Aristotele. E così la Rhetorica ad Herennium è passata per le mani di Quintiliano, che ne cita spesso l’autore col nome .di Cornificio, poi è passata in Africa, dove è stata conosciuta da Apuleio e poi da S.Agostino, che ha cominciato la sua attività come retore, un grande retore, chiamato in Italia, quando era ancora pagano, perché con la sua oratoria contrastasse S.Ambrogio dai Manichei di Roma. S.Agostino portò con sé la Rhetorica ad Herennium, che poi andò fra le mani dei maggiori retori e grammatici del ‘tardo antico’, come Prisciano, Cassiodoro, Grillio, poi, con la Renaissance carolingiènne entrò nei grandi conventi della Loira, come Corby, Flery (dove la trattò Lupo di Ferrière), Auxerre, e negli scriptoria più famosi come quello del vescovo Leidrad a Lyon (la vecchia Lugudunum), di Gunzbar II a Würzburg (Herbipolis), a S.Gallo e i numerosi altri luoghi.
  Ognuno di questi nomi mi suggerisce una folla di ricordi, e i tanti che tralascio. Della Rhetorica ad Herennium io ho dato già nel 1969 un commento che incontrò il favore degli specialisti come George Kennedy, professore alla North Carolina di Chapel Hil (che mi invitò ad andare in America), un commento che ho allargato di un terzo e ora è in ‘print’ presso De Gruyter di Berlino. Nella costituzione del testo mi sono avvalso di una trentina di manoscritti, una ventina dei quali non ancora impiegati, e distinti in tre famiglie, quella dei Mutili (M), degli Integri (I) e dei più recenti, siglati E, perché dovevano essere Expleti nell’opinione di Friedrich Marx, il maggior editore (1894 e 1923) e studioso dell’Ad Herennium, un’opera, come ho cercato di mostrare telegraficamente, segnata da una grande storia, un’opera che ha fatto nascere forse a Bologna (o a Montecassino), l’arte del Dictamen per merito di Adalberto Samaritano, cioè dell’arte di scrivere una lettera o tenere una concione[1], come tenevano, seguendo quest’arte perfino i Podestà quando entravano nell’attività di amministrare le città medioevali, dove nacque e si sviluppò quella cultura borghese nella quale ancora oggi noi viviamo. Che il Dictamen sia stato per almeno tre secoli il fiore all’occhiello dell’Università di Bologna nel mondo non è una cosa indifferente nel regno dei nostri commossi ricordi.

NOTA BIBLIOGRAFICA
Adamietz, Joachim, 1960. Ciceros de inventione und die Rhetorik ad Herennium, Inaugu­ral­dis­sertation Marburg, Marburg, E. Momersberger.
Alessio, Gian Carlo, 2006 (=2011). "The Rhetorical Juvenilia of Cicero and the Artes Dictaminis", in: Virginia Cox-John O. Ward (Eds.), The Rhetoric of Cicero in Its Medieval and Early Renaissance Commentary Tradi­tion, Brill, Leiden-Boston, 335-364.
Artifoni, Enrico, 2007. Una forma declamatoria di eloquenza politica nelle città comunali (sec. XIII): la concione, in Lucia Calboli Montefusco, Papers on Rhetoric VIII, Roma, Herder, 1-27.
Calboli, Gualtiero, 2003. "The Knowledge of Cicero’s Rhetorica in Northern Italy in the Early Middle Ages", in: Lucia Calboli Montefusco, Papers on Rhetoric IX, Herder, Roma 2008, 33-52
Calboli, Gualtiero, 2003b: Marci Porci Catonis Oratio pro Rhodiensibus, Catone, l’Oriente Greco e gli Im­pren­ditori Romani, Introduzione, Edizione Critica dei Fram­ menti, Traduzione e Commento, 2a edizione con Aggior­na­menti, Patron, Bologna 2003, pp. XIV-415 (Aggiornamenti 377-415).
Calboli, Gualtiero, 2007. "Cicero, Rhetorica ad C.Herennium, glossatori e dettatori: La for­za di una falsa attribuzione", Ciceroniana 13, 2009, pp.117-140.
Calboli Montefusco, Lucia, 1986. La dottrina degli "status" nella retorica greca e romana, Hildesheim-Zürich-New York, Olms-Weid­mann.
Cencetti, Giorgio, 1977. Notariato medievale Bolognese. Tomo I: Scritti di Giorgio Cencetti [Studi storici sul notariato italiano, III], Roma, Consiglio Nazionale del Notariato.
David, Jean-Michel, 1979. "Promotion civique et droit à la parole: L. Li­ci­nius Crassus, les accusateurs et les rhé­teures latins", Mé­langes de l’école française de Rome 91, 135-181.
David, Jean-Michel, 1992. Le patronat judiciaire au dernier siècle de la république romaine, École Française de Rome, Palais Farnèse.
Ferrari, Mirella, 1972. "In Papia conueniant ad Dungalum", Italia Medioevale e U­manistica 15, 1-52.
Münzer, Friedrich, 1920. R mische Adelspateien und Adelsfamilien, 2. Auflage, Darmstadt, Wiss.Buchgesellschaft 1963.
Otte, Gerhard, 1971. Dialektik und Jurisprudenz, V.Klostermann, Frankfurt am Main 1971.
Pegorari, Massimiliano, 2018. "Cicerone, de Inventione , 1.18: Iudicatio est, quae ex infirmatione et confirmatione rationis nascitur controversia", Rhetorica 36, 1-23.
Radding, Charles M. 1988. The Origins of Medieval Jurisprudence, Pavia and Bologna 850-1150, New Haven, Yale University Press.
Radding, Charles M. & Antonio Ciaralli, 2007. The Corpus Iuris Civilis in the Middle Ages, Manuscripts and Transmission from the Sixth Century to the Juristic Revival, Leiden-Boston, Brill.
Tamba, Giorgio, 1988.La società dei notai di Bologna, Studio storico e inventario, Roma, Ministero dei Beni Culturali.
Ward, John Oastler, 2006 (=2011). "The Medieval and Early Renaissance Study of Cicero’s De inventione and the Rhe­torica ad Herennium: Commentaries and Contexts", in: Virginia Cox-John O. Ward (Eds.), The Rhetoric of Cicero in Its Medieval and Early Renaissance Commentary Tradi­tion, Brill, Leiden-Boston, 3-75.

Una pagina del Codice "Herbipolitanus" o di Erbipoli

Una pagina del Codice contenente la Rhetorica ad Erennium

calboli1.JPG (50483 byte) calboli2.JPG (69531 byte)

.

EDIZIONI PRECEDENTI

Comunicato

 1.- Il 13 marzo 2018 si sono riuniti i soci della ASDU insieme con i soci della Associazione degli Emeriti della Università di Bologna.
  Si è convenuto di sostenere gli studi dei Colleghi e, in particolare di promuovere la conoscenza dei relativi risultati, mediante appositi convegni.
  La prossima occasione sarà un convegno con una relazione del prof. Gualtiero Calboli su propri studi, in via di ultimazione.
2.-  E' stata avviata la discussione della proposta della prof.ssa Anna Maria Di Pietra di creare una "Meeting Room", nell'Ateneo, dove i professori e ricercatori si possano ritrovare a titolo di amicizia e conversazione, liberamente senza orario.
3.- E' stata data informazione sullo stato dei contatti della ASDU con l'Ateneo di Bologna, per una proficua valorizzazione della ricerca dei soci, in pensione, senza oneri per l'Ateneo. Si resta sempre in attesa che l'Ateneo sia un segnale di incoraggiamento.
4
.- E' stato segnalato con soddisfazione la scoperta di un batterio ( "Rhodococcus aetherivorans"), grazie alla collaboraione tra ricercatori della Unibo e della università di Calgary, che potrà migliorare la conduttività della elettricità.

.

STUDIO-BOLOGNA.jpeg (6298 byte)
STUDIO MEDIEVALE,
LIBERO E LAICO

.

.

Riunione 11 aprile 2017


.

.
PRINCIPALI ARGOMENTI all'o.d.g. :

1.- Sui colloqui avviati con l'Ateneo, per la valorizzazione scientifica dei docenti in pensione, senza oneri per l'Ateneo;
2.- Per la crezione di un premio scientifico ai professori e ricercatori in pensione (non ADSU)
3.- Censurata la chiusura della biblioteca di Via Zamboni 36, per demerito di pochi studenti, contro la generalità degli studenti

.
Aperte le iscrizioni alla ASDU

.

COMUNICATO

1.- Relazione Prof. Mauro Fabrizio. In merito ai colloqui in corso con l'Ateneo per la valorizzazione dei docenti in pensione, è stato espresso un vivo apprezzamento e ringraziamento al prof. Fabrizio.
  In particolare, l'Associazione ha approvato la seguente lettera da inviare al Rettore Francesco Ubertini:

          Al Magnifico Rettore Francesco Ubertini
p.c. - Al Pro-Rettore alla Ricerca Prof. Rotolo Antonino
        - Al Direttore Generale Dott. Marco Degli Esposti

Oggetto: ASDU versus Unibo

Magnifico Rettore, e' passato piu' di un anno dal primo contatto con Te e con il ProRettore alla Ricerca, per un rapporto tra la nostra Associazione e l'Unibo. Provo a fare una sintesi dei punti sottoposti durante questo tempo.

1.- Si premette che l'ASDU e' registrata al registrata al Pubblico Registro, e che (art. 2 dello Statuto) non ha scopo di lucro e svolge attività di utilità sociale, nei confronti degli Associati e di quanti, anche a livello internazionale, operando nei settori dell’istruzione , della formazione e della ricerca nelle università,

2.- Su questa base, nei vari incontri tra l'ASDU, il Rettore e il Pro-Rettore Rotolo, i punti stretti per una concretizzazione del rapporto tra l'ASDU e la UNIBO sono stati, grosso modo, così delineati:

2.1 - L’Ateneo, allo scopo di realizzare condizioni favorevoli all’accoglimento di un rapporto con l'ASDU, e comunque senza oneri per l'Ateneo, adottera’ le seguenti soluzioni:
a) Prende atto della avvenuta costituzione giuridica dell'ASDU. Indica una struttura amministrativa dell'Ateneo, alla quale l’ASDU possa rapportarsi, alla stessa stregua di tutte le Associazioni di interesse per l''Ateneo, tra le quali l'Associazione dei professori emeriti.
b) Crea una sezione del sito web dell'ateneo nel quale inserire i curricula e le pubblicazioni scientifiche degli iscritti alla Associazione. Questo sito sara' accessibile a chiunque del grande pubblico. Lo scopo è quello di concorrere a potenziare l'attenzione, nel mondo, sulla produzione scientifica dell'Ateneo di Bologna.
c) Nel sito sarà inserita la RUBRICA della posta elettronica dei professori e ricercatori in quiescenza, che ne fanno richiesta, in apposita sezione della RUBRICA dell’Ateneo. Si tratta di rendere visibile quanto esiste gia' di fatto.
d) Autorizza una struttura scientifica dell'ateneo ad avere rapporti scientifici esterni con i professori e ricercatori in quiescenza della ASDU, ai fini della ricerca da esterno, e per la veicolazione di eventuali fondi finanziari privati verso la struttura medesima.

Su questa base, ti chiederei una definizione conclusiva delle possibilita' reali del rapporto invocato.

Firmato: Nino Luciani, Mauro Fabrizio

---------------------------

POSCRITTO Dall'art. 2 dello Statuto

L'Associazione ha come fini quelli:
a) di promuovere e ravvivare l’amicizia tra gli Associati, inclusi i loro famigliari, e di mantenere i legami con l'Università;
b) di pubblicare i migliori contributi scientifici, anche pregressi, degli Associati, compreso in idonei siti digitali, istituendo anche un “premio per il merito” da attribuirsi annualmente.
c) di favorire le relazioni fra l’ Associazione e le Istituzioni accademiche, nonché con le Associazioni degli Studenti e dei laureati.
A tale fine, l’Associazione promuove e coordina incontri e ricerche collettive tra gli Associati studiosi; ha scopi di promozione e difesa delle peculiarità proprie dell’istruzione e della formazione universitaria, e di diffusione degli studi e delle esperienze degli Associati.
Per il raggiungimento di tali fini l’Associazione potrà svolgere le seguenti attività:
a) organizzare congressi, conferenze, dibattiti in particolare su temi interdisciplinari, e pubblicarne gli atti.
b) coordinare lo svolgimento di altre iniziative di incontro e di studio nonchè di ricerca anche applicata su temi concernenti l’oggetto sociale.
c) aderire ad organismi internazionali e stranieri aventi fini analoghi o collaborare con essi
d) pubblicare, anche in forma digitale, scritti dei Soci che il Consiglio direttivo ritenga particolarmente meritevoli
e) porre in essere tutte le iniziative funzionali agli scopi da essa perseguiti e gli interessi di cui essa è portatrice.

AlLTRI ARGOMENTI DELLA RIUNIONE.

Altri argomenti esaminati sono stati:
1.- Organizzazione di un incontro con la società civile.
  Il Prof. Federico LIcastro riferisce che un  gruppo di studio, di cui egli fa parte
, ha messo a punto un metodo per la individuazione del rischio individuale per lo sviluppo del deficit cognitivo età associato, la demenza senile e la predizione di sviluppo della malattia di Alzheimer (DA), caratterizzato dalla applicazione della carta del rischio specificamente sviluppata e basata sulla presenza di 21 variabili o fattori di rischio epidemiologici, anamnestici, di laboratorio e genetici.
   Il metodo applicato con la carta del rischio offre un modo non invasivo, relativamente economico, precoce e applicabile allo screening di popolazione, usabile per l’identificazione di individui sani con rischio di ammalarsi della DA e di pazienti con deficit cognito live (MCI) con rischio di progredire verso la demenza.
  Dall’analisi delle variabili di rischio di ciascun soggetto inoltre è possibile impostare una pratica di prevenzione personalizzata e/o terapie personalizzate al fine di prevenire o ritardare la comparsa del deficit cognitivo.

  Su questa base, l'ASDU saranno presi contatti con associazioni che, tradizionalmente, organizzano incontri con il grande pubblico.

2.- Istituzione di un premio scientifico di € 10.000.
In premessa, viene ricordato che l'art. 2 dello Statuto prevede di "pubblicare i migliori contributi scientifici, anche pregressi, degli Associati, compreso in idonei siti digitali, istituendo anche un “premio per il merito” da attribuirsi annualmente.
  Viene approvata la istituzione di un premio di € 10.000 da attribuire a studioso esterno alla Associazione, dell'Ateneo di Bologna,della , in uno dei seguenti settori:
- biomedicina;
- lettere e storia;
- ambientale energetico;
- matematico-fisico;
- economico-finanziario
.
  Viene rivolto appello a benefattore per il finanziamento del premio.
 
3.- Perdurante situazione di precarietà di fruizione pubblica di alcune biblioteche dell'Ateneo, causa disordini studenteschi.

  Le Biblioteche svolgono un ruolo fondamentale nella divulgazione culturale soprattutto in ambito universitario.
  Anche oggi le facilitazioni digitali non sono In grado di supplire a tale servizio.
  Riteniamo quindi che la chiusura della biblioteca di via Zamboni. 36 sia un vero e proprio attentato alla cultura che colpisce migliaia di studenti bolognesi.
   Sulla base di queste considerazioni riteniamo che la biblioteca di via Zamboni vada comunque riaperta.